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20/10/2025
Ricerca e innovazione

Il contributo del Politecnico per migliorare gli interventi sul territorio, il caso delle attività estrattive

Il Politecnico come partner in grado di generare valore aggiunto in favore delle istituzioni del territorio, per migliorare il loro intervento, validare scientificamente le decisioni, e consentire una più attenta tutela dell’ambiente e della sicurezza delle persone. È il contributo dell’Ateneo, in coordinamento con l’Istituto di Ricerche Socio Economiche del Piemonte-IRES, per la revisione del Piano Regionale Attività Estrattive-PRAE della Regione Piemonte che è stato presentato ufficialmente il 30 settembre scorso. Il Piano costituisce il quadro di riferimento unitario delle attività estrattive di cava ed è volto a perseguire il corretto equilibrio tra i valori territoriali, l'attività estrattiva e il mercato di riferimento.

A spiegare che cosa è stato fatto è Glenda Taddia, docente del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI e referente dell’accordo per il Politecnico. “Il nostro lavoro è iniziato tra il 2017 e il 2018 con un Accordo di collaborazione quadro tra IRES e Politecnico per redigere un documento (Il PRAE) sul tema delle attività estrattive che partisse dalla revisione di quanto già esistente”

L’insieme dei temi è molto complesso e ha richiesto un approccio multidisciplinare, con il coinvolgimento di diversi attori nel processo di stesura e revisione del Piano: oltre il Politecnico – con i suoi dipartimenti di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI, Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST, ed Energia “Galileo Ferraris”-DENERG – anche l’Università di Torino, che ha contribuito con competenze relative a temi legati ai metodi di coltivazione e stabilità dei pendii, con il Dipartimento di Scienze della Terra-DST, e a temi economici e agro-forestali collegati alle attività estrattive, con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari-DISAFA.

Il Politecnico si è occupato fin dall’inizio di fornire il supporto tecnico-scientifico per la revisione del Piano, con il coinvolgimento di diverse aree di ricerca: dalla geologia applicata, e in particolare l’idrogeologia, alla sicurezza degli scavi, dall’energia, e nello specifico le energie rinnovabili, al tema dell’estimo e della Valutazione Ambientale Strategica-VAS delle attività minerarie ed estrattive

Si è trattato di un lavoro lungo e complesso: i numerosi ricercatori e ricercatrici coinvolti hanno analizzato grandi quantità di materiale. Un ruolo chiave è stato rivestito dagli uffici tecnici di IRES e di Regione Piemonte, la cui esperienza pratica e i cui rilievi sul terreno hanno permesso al Politecnico e all’Università di Torino di fornire un contesto appropriato e preciso alle analisi. 

“Mettendo in luce le elevate competenze scientifiche e applicative del sistema dell’alta formazione regionale, siamo riusciti a definire il quadro della pianificazione regionale delle cave nel rispetto degli obiettivi di sviluppo industriale, di sostenibilità e dell’economia circolare”, commenta l’Ingegner Domenico Savoca, coordinatore del PRAE presso IRES.

Alla fine dello scorso anno il PRAE è stato adottato in Giunta Regionale, con la possibilità di visionare e scaricare tutti i documenti nella versione adottata. Il PRAE è stato ufficialmente presentato il 30 settembre scorso, dopo l’approvazione da parte del Consiglio Regionale, definito come “uno strumento moderno e lungimirante, capace di valorizzare le risorse del territorio nel rispetto dell’ambiente, delle persone e delle imprese che ogni giorno contribuiscono a farlo crescere. Importante è stato il lavoro di collegamento dell’Ingegnere Domenico Savoca di IRES insieme ad Edoardo Guerrini, Dirigente Responsabile del settore Polizia Mineraria Cave e Miniere della Regione Piemonte, e alle due università torinesi. 

“Il nostro affiancamento – sottolinea Glenda Taddiae la presenza del Politecnico è stata utile per il supporto in termini di innovazione e capacità di unire “sotto uno stesso tetto” competenze diverse collegate al tema delle attività estrattive”. 

Importanti anche i risvolti per il Politecnico: ricercatrici e ricercatori, infatti, si sono potuti interfacciare con le istituzioni sul territorio che avevano la necessità di avere risposte precise in termini scientifici alle loro domande in termini di politiche per il territorio e l’ambiente.