Il Politecnico partecipa al Festival For The Earth
Dopo il Principato di Monaco e Venezia, è arrivato a Torino il FOR - Festival For The Earth, l’appuntamento internazionale in cui arte, scienza e divulgazione dialogano per affrontare in maniera costruttiva la crisi climatica. Dal 16 al 18 ottobre scorsi FOR ha trasformato la Città in un grande laboratorio di idee, emozioni e azioni concrete per la transizione ecologica. Tra i partner dell’iniziativa, anche il Politecnico rappresentato, nell’Advisory Board dell’evento, dalla Vicerettrice per il Campus Sostenibile e Living Lab Patrizia Lombardi e dal Vice Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI Marco Piras.
Ideato dall’artista Maria Rebecca Ballestra, scomparsa prematuramente nel 2020, il festival FOR è oggi promosso dalla Fondazione Devoto, che ne prosegue e amplia la visione: costruire ponti tra linguaggi e discipline per promuovere un futuro più equo e a basso impatto ambientale. Con la direzione generale di Daniela Carrea, la direzione artistica di Giuseppe La Spada e la direzione alla divulgazione di Marco Merola, il FOR 2025 ha invitato il pubblico a tre giorni di incontri, mostre, installazioni e laboratori per ripensare il nostro rapporto con il pianeta e riscoprire, attraverso la conoscenza, la forza trasformativa della bellezza.
Hanno contribuito all’iniziativa, oltre al Politecnico – partner scientifico dell’evento – anche la Città di Torino, la Regione Piemonte, la Fondazione Compagnia di San Paolo, la Fondazione Principe Alberto II di Monaco, il Cultural Welfare Center, la Fondazione Sant’Agata, il FAI e la Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. Tra i luoghi che hanno ospitato il festival, il Castello del Valentino, le Gallerie d’Italia, Palazzo Madama, il Museo del Risorgimento, l’Accademia delle Scienze e il Museo A come Ambiente.
Il fil rouge del FOR è stata l’acqua, linfa vitale della terra, simbolo di rigenerazione e rinascita. L’acqua come risorsa preziosa ma fragile, da riscoprire nel suo valore culturale, ambientale e sociale. A partire da questa metafora universale, il FOR ha quindi costruito un viaggio tra arte, ricerca e narrazione, esplorando le connessioni tra acqua e crisi climatica, salute, ricerca, innovazione e giustizia.
Il festival si è aperto con la cerimonia del CMCC Climate Communication Award – Maria Rebecca Ballestra, il premio internazionale riservato a giornalisti e comunicatori capaci di trasformare verità scientificamente provate in storie capaci di instillare consapevolezza e voglia di agire. A seguire, sono intervenuti, nel corso delle tre giornate di evento, esperti, artisti, scienziati e giornalisti che si sono confrontati sui grandi temi del nostro tempo, dall’intelligenza artificiale e modelli predittivi per l’acqua alla transizione verde, dalla governance delle acque all’agroecologia e alla salute globale, e ancora dalla decarbonizzazione alla biodiversità, e all’ecoansia.
Per l’Ateneo, oltre alla Vicerettrice Patrizia Lombardi e al Vice Direttore del DIATI Marco Piras, hanno partecipato ai dialoghi e alle riflessioni in programma numerosi docenti, ricercatori e ricercatrici, tra cui Paola Mazzoglio, ricercatrice del DIATI, Rossana Bellopede, docente del DIATI, Guido Saracco, docente del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia-DISAT, Danilo Demarchi, docente del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni-DET, Ombretta Caldarice, docente del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST, e Alberto Viglione e Beatrice Pinna, rispettivamente docente e ricercatrice del DIATI.
Fondamentali sono stati quindi i linguaggi artistici, per avvicinare i fruitori ai temi ambientali con un approccio olistico. Nel Castello del Valentino, ad esempio, è stata allestita la mostra fotografica The Wild Line di Davide Agati, che ha esplorato il rapporto tra uomo e natura lungo la Panamericana, tratta dal reportage WANE – We Are Nature Expedition, condotto insieme alla giornalista ambientale Valeria Barbi. Sempre al Castello del Valentino verrà ospitata, all’interno del cortile, l’installazione monumentale Sowers – Coloro che Seminano, nel cortile del Castello del Valentino, opera d’arte composta da centinaia di formelle di vetro Venini, che rappresenta un segmento di dna in cui l’uomo si intreccia indissolubilmente con la natura, grazie ai semi incastonati nel vetro dell’installazione, che la rendono un vero e proprio archivio botanico.
Anche la musica è stata protagonista all’evento: nella seconda giornata di incontri, il pubblico ha potuto assistere, nell’Aula Magna dell’Ateneo, all’esibizione del Coro PoliEtnico, che ha accompagnato gli spettatori in un’esperienza di armonizzazione tra suono, emozione e consapevolezza.
In ognuna delle giornate del festival, inoltre, il professor Guido Saracco e il giornalista Marco Merola hanno condotto i FOR(e)Cast, interviste in forma di video podcast che saranno realizzate nel nuovo laboratorio multimediale dell'Accademia delle Scienze, chiamate "FOReCast” in omaggio al nome del FOR e alla parola inglese forecast, che vuol dire previsione. Agli ospiti, infatti, è stata chiesta una previsione sul futuro della Terra. Le interviste saranno visibili sul canale YouTube del FOR.
“Oggi più che mai è fondamentale parlare di crisi climatica a partire dai dati scientifici perché è importante distinguere tra realtà e disinformazione – commenta la Vicerettrice Patrizia Lombardi – Siamo chiamati a comunicare con chiarezza, a supportare le politiche pubbliche a partire dai dati e dalle evidenze misurabili, e a costruire fiducia; il nostro ruolo è di guidare l’innovazione e la transizione ecologica. In questo senso, il tempo è un fattore critico, e i dati scientifici sono l’unico modo attraverso il quale possiamo anticipare scenari futuri e gestire quindi il cambiamento. FOR, con la sua ricchezza di contributi, proposti con linguaggi di carattere diverso – narrativi, visivi, performativi – ha rappresentato una connessione importante tra scienza e cultura, e la possibilità di entrare emotivamente all’interno di tematiche che tutti noi viviamo”.