
Il Politecnico al G20 Energia

Biocombustibili sostenibili per accelerare la Transizione Green: una soluzione praticabile in tempi brevi, una risposta immediata all’aumento di emissioni di gas a effetto serra registrato oggi nel settore dei trasporti. Perché possano mostrarsi come una valida alternativa ai combustibili fossili, i biocarburanti – carburanti liquidi per il trasporto ricavati dalla biomassa – necessitano però dello sforzo coordinato dei governi: essendo il loro costo di produzione maggiore rispetto a quello delle fonti non rinnovabili, si richiedono specifiche misure che ne sostengano e regolamentino lo sviluppo.
Il tema dei biocombustibili sostenibili è stato al centro della discussione emersa nel corso del G20 Energia, organizzato dal Governo del Brasile, presidente di turno, a Foz do Iguaçu. All’appuntamento, che si è concluso il 4 ottobre scorso riunendo le principali economie del mondo per dialogare su clima e transizione energetica, ha partecipato, in rappresentanza dell’Italia, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica-MASE – e il suo ministro competente, Gilberto Pichetto Fratin. Presente all’incontro anche il Politecnico: a rappresentare l’Ateneo David Chiaramonti, docente presso il Dipartimento Energia “Galileo Ferraris”-DENERG, che ha preso parte ai lavori della Clean Energy Ministerial e Mission Innovation.
Nel confronto tra i principali esponenti internazionali del mondo politico, del lavoro e della ricerca scientifico-tecnologica, è emerso come i biocombustibili sostenibili risultino oggi sempre più essenziali nel settore dei trasporti, rivelandosi complementari alla quota di trasporti che verranno coperti con l’elettricità. In questa direzione si muove la richiesta rivolta ai governi degli Stati presenti: intraprendere, fin da ora, azioni concrete e incisive a supporto dell’adozione dei combustibili sostenibili su larga scala. È necessario, in questo senso, definire una base comune per il confronto e l’assessment del Carbon Accounting – quadro di metodi per misurare e monitorare la quantità di gas serra emessa da un’organizzazione – dei combustibili sostenibili, e fornire evidenze e dati per migliorarne le prestazioni. L’innovazione è quindi considerata l’elemento chiave per ridurre i costi e favorire la sostenibilità: innovazione che deve concretizzarsi in azioni che tengano conto delle capacità e caratteristiche specifiche dei singoli Paesi che la adottano.
“Urgenza è la parola che emerge con maggior enfasi dal dibattito: urgenza di agire, di adottare tutte le soluzioni oggi possibili e di implementarle in ambito industriale, per un approccio innovativo all’uso dei combustibili sostenibili come fonte di energia primaria – spiega il professor Chiaramonti – Allo scopo di rendere più efficaci le prestazioni dei combustibili sostenibili, è necessario che i governi basino le proprie regolamentazioni su misure ed evidenze, dati, questi, richiesti con particolare forza dagli attori della filiera presenti al confronto”.

Rispetto al tema del Carbon Accounting dei combustibili sostenibili alternativi, sono stati quindi citati i due nuovi ed importanti report rilasciati dall’Agenzia Internazionale dell’Energia-IEA, il “Carbon Accounting for Sustainable Biofuels” – pubblicato nel luglio scorso con l’invito conclusivo, rivolto ai governi di tutto il mondo, di adottare approcci pragmatici per promuovere un miglioramento continuo verificabile e basato sulle prestazioni dei biocarburanti sostenibili – e il “Towards Common Criteria for Sustainable Fuels” – pubblicato invece nel settembre scorso con l’intento di esplorare la fattibilità e le implicazioni della definizione di criteri comuni per consentire un confronto equo tra i carburanti sostenibili.
“L’innovazione, come sollevato a più riprese nel corso del dibattito, è l’elemento fondamentale per ridurre i costi e per migliorare la sostenibilità dei processi e delle filiere, ma anche come aspetto di rilievo per trasmettere segnali chiari al mercato di riferimento – continua il professor Chiaramonti – I progressi devono essere misurati nel tempo: non tutti i Paesi possono infatti adottare nell’immediato le soluzioni più avanzate, e devono essere pertanto definiti percorsi specifici per ciascun stato”.
L’incontro si è chiuso con l’appello della Presidenza Brasiliana, Paese organizzatore della prossima COP30 nel 2025, di impiegare i veicoli ibridi alimentati a combustibili sostenibili per ridurre mediamente del 70% – a seconda delle filiere – le emissioni GHG – gas a effetto serra – fornendo una soluzione di grande impatto ed immediatamente attuabile.
Obiettivo del G20 dimostrare, ancora una volta, come sia necessario valutare tutte le possibili alternative per raggiungere la traiettoria Net Zero – le “emissioni nette zero”, obiettivo in linea con il target dell’Accordo di Parigi che intende limitare il riscaldamento globale a +1,5°C entro la fine del secolo. Il contributo dei biocombustibili sostenibili è considerato, in questo senso, essenziale in tutti i settori, dallo stradale – responsabile della maggioranza delle emissioni da trasporti in Unione Europea – all’aeronautico e al marittimo. Su quest’ultimo, in particolare, l’attenzione dei partecipanti si è concentrata sull’iniziativa Clean Energy Marine Hubs – piattaforma pubblico-privata tra le comunità del settore energetico, marittimo, navale e finanziario per ridurre il rischio degli investimenti e trasformare la catena di approvvigionamento energetico-marittimo – promossa da Brasile, Canada, Grecia, Norvegia, Panama, Emirati Arabi Uniti ed Uruguay.
“Come si comporterà l’Europa è il grande interrogativo. La maggior parte dei presenti ha invitato l’Unione ad impegnarsi, fin da ora, ad elaborare sistemi regolatori coerenti con il contesto internazionale di riferimento, per evitare penalizzazioni, ambientali, sociali ed industriali, rispetto alle altre regioni del mondo – conclude Chiaramonti – E per aumentare, in ultimo, la sua competitività e porsi nel ruolo di guida dei processi legati alla transizione energetica, con lo sguardo rivolto al futuro del pianeta e dei suoi abitanti”.