Politecnico-CNH, quando la sostenibilità significa innovazione e competitività
Essere capaci di risolvere insieme problemi aziendali concreti e creare nuove figure professionali su misura per le esigenze del mondo del lavoro. È quanto racconta l’esperienza della collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria per l’Ambiente, il Territorio e le Infrastrutture-DIATI del Politecnico di Torino e CNH, azienda leader globale nel settore delle macchine e dei servizi dedicati all’agricoltura e alle costruzioni. Un’esperienza che dice molto anche ad altre imprese (non necessariamente solo grandi) e che si basa sulla capacità di fare ricerca applicata e innovazione in totale accordo con le aziende.
A spiegare tutto è Silvia Fiore, professoressa ordinaria presso il DIATI e docente di Economia Circolare, che ricorda: “Abbiamo iniziato a collaborare con CNH nel 2020, con un progetto di ricerca della durata di 1 anno finalizzato alla valutazione quantitativa della Carbon Footprint della gestione dei pezzi di ricambio nei magazzini europei di CNH”. È da questo punto che la collaborazione tra Politecnico e CNH fa un salto di qualità assumendo l’Economia Circolare come elemento strategico. “Il nostro lavoro – prosegue Fiore -, ha evidenziato uno spazio interessante per applicare a livello industriale il remanufacturing, cioè la rigenerazione di componenti ad elevata complessità, che dal fine vita sono riportati alle prestazioni dei componenti nuovi attualmente sul mercato. Il ricondizionamento, invece, è un intervento di riparazione e pulizia che riporta i componenti alle prestazioni originali, dei modelli immessi sul mercato in passato”. Ciò implica per l’azienda forti risparmi in termini economici e di ricadute ambientali, e necessita di un approccio multidisciplinare che impegna figure professionali specializzate in numerosi ambiti dell’ingegneria. Un aspetto sul quale Silvia Fiore insiste: “Il remanufacturing offre alle aziende che producono componenti complessi - ad esempio nell’ambito della meccanica, dell’elettronica, dei sistemi per l’accumulo di energia, un’opportunità di impresa strategica per rendere disponibili i propri componenti sul territorio in cui c’è mercato, che non necessariamente coincide con i luoghi di produzione dei componenti nuovi”. Una scelta importante anche per i clienti, per i quali i componenti rigenerati sono disponibili ad un costo che è può essere pari al 70% rispetto al nuovo, e soprattutto in tempi brevi, con conseguente riduzione del fermo macchina.
Collaborazione per creare più competitività, dunque, e migliorare le prestazioni ambientali dei processi industriali. “La collaborazione con CNH sul tema del remanufacturing – spiega infatti Silvia Fiore – si è concretizzata nel percorso di dottorato di ricerca in Ingegneria Civile e Ambientale di Livia Nastasi, con la supervisione di Fiore e di Giulio Corradetti, responsabile scientifico per CNH. L’obiettivo della ricerca è definire una metodologia che permetta di valutare quantitativamente gli aspetti tecnici, economici e ambientali dell’applicazione del processo di remanufacturing su scala industriale a differenti tipologie di componenti”. Il percorso di dottorato è in parte finanziato da fondi PNRR DM 1061 e prevede che Livia Nastasi svolga 12 mesi di lavoro in CNH nel triennio del suo dottorato. “Abbiamo iniziato – spiega Nastasi – con le centraline elettroniche, che sono componenti di alto valore e molto diffuse nelle macchine agricole e per movimentazione terra e nei veicoli industriali. L’attività è consistita nell’analizzare gli aspetti tecnici ed economici del processo di remanufacturing presso aziende partner di CNH, in alcuni casi piccole aziende. Successivamente è stata elaborata una metodologia che ha condotto alla valutazione della circolarità dei materiali e dell’impronta di Carbonio del processo. Al momento stiamo validando la metodologia sul remanufacturing di altre tipologie di componenti”.
La collaborazione tra l’Ateneo e l’azienda sta conducendo anche ad altro. A marzo 2024 è stata firmata una lettera di intenti con cui Politecnico di Torino e CNH Industrial Italia S.p.A., si impegnano per i prossimi due anni a collaborare per sostenere lo sviluppo tecnologico del settore agricolo in Italia. Obiettivo dell’accordo, promuovere l’innovazione sostenibile in agricoltura attraverso attività di natura culturale, di formazione e di ricerca.
A settembre 2023 è stato avviato al Politecnico il nuovo corso di laurea magistrale Agritech Engineering, che vede la collaborazione delle aree dell’ingegneria ambientale, ICT (Information & Communication Technologies), industriale e chimica, per formare ingegneri che abbiano una visione sistemica dell’applicazione delle tecnologie alla produzione agricola. CNH sostiene attivamente il nuovo corso di laurea magistrale mettendo a disposizione i propri tecnici per seminari, aprendo i propri laboratori di ricerca ed offrendo l’opportunità di tesi di laurea e tirocini. L’obiettivo è formare nuove figure professionali di ingegneri in grado di essere protagonisti dell’agricoltura 4.0.
Ma qual è il messaggio forte di tutto questo? Livia Nastasi non ha dubbi: “La possibilità di conoscere e lavorare con interlocutori diversi e su temi innovativi e concreti: esattamente ciò che ci vuole per completare la preparazione accademica”. Mentre Silvia Fiore sottolinea: “L’esperienza con CNH fa comprendere molto bene al mondo industriale il valore della collaborazione con la ricerca che è in grado di produrre soluzioni concrete e formare figure professionali adeguate alle esigenze del mondo del lavoro”.