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24/03/2023
Ricerca e innovazione

Isobenefit Urbanism, un codice per ripensare gli ambienti urbani e immaginare le città del futuro

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Ipotesi di hyperloop, tecnologia futuribile per il trasporto ad alta velocità di merci e passeggeri all'interno di tubi a bassa pressione, in cui le capsule sono spinte da motori lineari a induzione e compressori d'aria

Un approccio nuovo alla pianificazione urbanistica, quello teorizzato dal professor Luca Sebastiano D’Acci, che fonda le sue radici nell’immaginario di uno spazio urbano futuro più vivibile, dove all’integrazione armonica tra ambienti urbani e spazi verdi si coniuga la possibilità di accesso a ogni luogo della città. Si tratta dell’Isobenefit Urbanism, un codice morfogenetico, come definito dal professor D’Acci, per costruire città pedonali interconnesse, in cui terreni naturali, negozi, servizi, centralità e luoghi di lavoro risultano facilmente raggiungibili a piedi entro 1 miglio.

Il modello, presentato per la prima volta nel 2013 in un articolo pubblicato sulla rivista “Futures”, e nel 2014 in uno depositato su ArXiv, è oggi argomento centrale dell’articolo This is your guide to Isobenefit Urbanism – the thinking behind the cities of the future, apparso il 14 marzo sulla piattaforma online della fondazione “World Economic Forum”, e scritto dal professor D’Acci con la partecipazione del professor David Banister dell’Università di Oxford.

L’articolo prende forma dalla necessità di sensibilizzare il pubblico sul futuro delle nostre città, delineando uno scenario in cui gli spazi urbani saranno sempre più popolosi e numerosi, arrivando a contare, nel 2050, cinque miliardi di nuovi abitanti, con la conseguente necessità di acquisire maggiore superficie per le costruzioni umane.

Se il quadro disegnato suscita forte preoccupazione per il futuro dell’umanità, secondo il professor D’Acci rappresenta però anche una grande opportunità, uno stimolo a ripensare i nostri ambienti urbani. È in questo contesto che si inserisce la teoria dell’Isobenefit Urbanism, come risposta, sia accademica che sociale e politica, al problema della vivibilità delle nostre città.

Il modello di pianificazione urbanistica proposto vuole infatti fornire linee guida a supporto del lavoro dei progettisti del territorio, direttive che immaginano agglomerati urbani in cui, da ogni punto della città, la centralità (con servizi, luoghi di lavoro, belle promenades e piazze) e l’area verde più vicina sono a circa 1-2km, e dove fondamentale viene considerata la compresenza di siti edificati e zone naturali. La costante proporzione tra area costruita e area verde offrirebbe, in questo senso, numerosi vantaggi in termini di sostenibilità ambientale, dalla riduzione degli effetti dell'isola di calore urbana alla diminuzione dell'inquinamento provocato in larga parte dalle automobili, che occupano oggi circa il 60% della superficie urbana.

Elemento innovativo del codice Isobenefit Urbanism è l’adozione del concetto della walking-city, città al cui interno, come anticipa il nome, ogni zona potrebbe essere raggiunta a piedi, qualora il cittadino desideri, naturalmente, raggiungere destinazioni distanti non più di un miglio dalla sua posizione di partenza. Se questi preferisse invece recarsi in centralità, aree verdi, o punti urbani più distanti, potrebbe piacevolmente farlo tramite la rete di trasporto pubblico (sky train o metropolitane, per lasciar libero il suolo, specie quello verde). Uguale vicinanza a tutto, dunque: l’idea è quella di costruire delle unità di cammino interconnesse da trasporti pubblici, evitando così diseconomie di agglomerazione e raggiungendo al contempo soglie di popolazione economicamente sostenibili. Un progetto che mira alla costruzione di città in grado di estendere spazialmente la vita quotidiana, garantendo ai propri abitanti un’esistenza più sana, sostenibile e, in definitiva, più felice

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Esempio di sky train all'interno di una città ripensata secondo i principi dell'Isobenefit Urbanism

Nel 2022 il progetto è stato rifinanziato dalla UCL potendo contare, questa volta, sulla partnership del Royal Town Planning Institute: l’ambizioso proposito, perseguito tutt’oggi, è di portare lo sviluppo del codice Isobenefit Urbanism all’interno di città reali, per aprire la strada a opere di riqualificazione e crescita urbana che tengano conto dei principi alla base del modello accademico. A rendere possibile tutto ciò è la realizzazione, tra le attività previste dal progetto, di un sistema informatico geografico per la gestione del territorio (GIS), attualmente in fase di definizione. L’Isobenefit Urbanism è stato presentato alle Università di Oxford, Cambridge, Ginevra, Surrey, Portsmouth, all'ETH, all'Università cinese di Hong Kong, al Trinity College Dublin, alla Vienna Technology University, al AAG 2017 (con Frank van Oort), all’Ecocity 2022 (con, tra gli altri, Frank van Oort, Stephen Marshall e Christopher D.F. Rogers), e ha ottenuto riconoscimenti dai pianificatori britannici che hanno partecipato, nello specifico, al workshop organizzato lo scorso 15 marzo, presso l’University College London.

“​La principale funzione delle università – commenta il professor Luca Sebastiano D’Acciè, secondo il Massachusetts Institute of Technology, generare, disseminare e preservare conoscenze per il miglioramento dell’umanità, mantenendo, secondo l’University College London e l’Università di Bologna, una visione di lungo termine che vada al di là del presente e influenzi le politiche pubbliche. Uno dei modi che, nel mio ambito disciplinare, consente di perseverare le suddette funzioni, è studiare e fare ricerca col desiderio di promuovere megacittà, città e villaggi dal più lieto vivere”.