Il DISEG al servizio delle imprese per l’edilizia e il territorio costruito
Le costruzioni declinate nei loro molteplici aspetti: dal progetto alla realizzazione, dal loro disegno formale alla sicurezza, fino ad arrivare alle ricadute sull’ambiente naturale e sociale in cui questi manufatti vengono collocati. È questo il vasto campo d’azione del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica-DISEG del Politecnico che rappresenta la struttura di riferimento di Ateneo nelle aree culturali che studiano i temi connessi alla sicurezza e all’ideazione funzionale e formale delle costruzioni, alla luce delle azioni ambientali e antropiche e dell’integrazione con l’ambiente naturale e costruito oltre che con il territorio. Si tratta di un insieme di interventi che ha due interlocutori fondamentali: le imprese da un lato e le istituzioni del territorio dall’altro.
“Il nostro compito è quello di promuovere, coordinare e gestire la ricerca, sia quella di base che quella applicata, ma anche il trasferimento tecnologico e i servizi al territorio negli ambiti della scienza delle costruzioni, della tecnica delle costruzioni, della geotecnica, dell’architettura tecnica, della produzione edilizia, del disegno e della rappresentazione – spiega Sebastiano Foti, Direttore del DISEG – Siamo al servizio delle imprese, un’attività che crediamo debba essere strettamente collegata alla didattica”.
“Dal punto di vista operativo il DISEG, per gli strumenti e le tecnologie con cui lavora, è in grado di dare alle imprese e alle istituzioni un passo diverso rispetto al passato – specifica quindi Foti, che indica tre grandi gruppi di temi per i quali le aziende possono trovare risposte.
“Primo tema è certamente quello riferito alle costruzioni esistenti, da un lato il patrimonio monumentale e dall’altro quello infrastrutturale soprattutto per quanto riguarda la sua obsolescenza (ponti, gallerie, viadotti, ecc.)” – continua Foti. Si tratta infatti di manufatti che hanno spesso il calcestruzzo armato come materiale più utilizzato sul quale le conoscenze in termini di invecchiamento e manutenzione si sono evolute solo in questi ultimi anni e sulle quali DISEG è uno dei centri studi di primo piano. Foti, infatti, sottolinea l’attività del Dipartimento per tutto ciò che è la sperimentazione e il monitoraggio dello stato delle strutture sul fronte della loro sicurezza oltre che per consentire un’ottimizzazione delle soluzioni di ripristino oppure di messa in sicurezza delle stesse. Soluzioni che devono sempre guardare anche alla sostenibilità di quanto viene eseguito. Una condizione, questa, che può porre notevoli problemi alle aziende e che lo stesso Foti sintetizza in questo modo: “Oggi c’è l’esigenza di eseguire interventi strettamente necessari ma estremamente efficaci e che siano compatibili con l’ambiente”. Un traguardo che può essere raggiunto basandosi proprio sul lavoro di strutture di ricerca come il DISEG.
“Monitoraggio e modellazione servono non solo per valutare la situazione ma anche per progettare gli interventi in modo adeguato – sottolinea Foti – In questo modo, inoltre, è possibile definire le priorità dei lavori e iniziare da quelli più strategici”. In questa direzione, va, ad esempio, l’uso di strumenti e metodologie che fino a poco tempo fa non esistevano come la creazione di “gemelli digitali”, l’uso della IA e dei Big Data.
Altro grande tema sul quale DISEG è operativo per le imprese, è quello della protezione dai rischi naturali che si declina a livello ingegneristico su valutazione, monitoraggio, sperimentazione e realizzazione dei modelli più adatti di conoscenza delle situazioni e quindi di ottimizzazione degli interventi. Un’attività che si applica in casi di frane e crolli in roccia, terremoti e slavine.
Un ulteriore ambito di attività di DISEG è quello della modellazione digitale. Un punto di forza delicato e importante per le imprese, perché il Building Information Modeling dal 2025 sarà obbligatorio su tutte le opere pubbliche. Un tema, questo, che va di pari passo con le attività inerenti la transizione ecologica che in edilizia si traduce nella progettazione di edifici a zero emissioni. “Il DISEG può lavorare al fianco delle aziende contribuendo alla progettazione degli involucri edilizi e all’ottimizzazione delle infrastrutture – precisa Foti – sono questi due traguardi che consentono risparmio di risorse e abbattimento delle emissioni”.
Il DISEG, quindi, si propone come interlocutore a tutto campo per una serie notevole di attività sul territorio, un ruolo che, tra l’altro, si può concretizzare non solo in termini di consulenza e di progetti congiunti ma anche didattici attraverso l’istituzione di dottorati di ricerca specifici calibrati sulle esigenze delle imprese. “La relazione con il mondo produttivo è per noi essenziale e irrinunciabile – conclude Foti – Per questo, tra l’altro, abbiamo pensato a momenti periodici di incontro con le imprese e il sistema economico che ruota attorno alle costruzioni e agli interventi sul territorio”.