
Conoscere il territorio e agire per il suo sviluppo

Conoscere la realtà sulla quale agire, condividere esperienze e buone pratiche, crescere nel buon governo del territorio e delle attività su di esso. È il metodo applicato dal progetto europeo SYSTOUR che ha l’obiettivo di promuovere il turismo sostenibile, coordinato dal Dipartimento di Architettura e Design-DAD del Politecnico. SYSTOUR può essere preso come esempio di metodo di lavoro in comune tra ricerca e istituzioni locali per la condivisione di buone pratiche finalizzate ad intervenire su un tema concreto.
SYSTOUR (Systemic approach for sustainable tourism strategies in rural areas) è finanziato dal programma europeo Interreg e ha preso il via ufficialmente nel marzo 2023, durerà quattro anni e coinvolge, oltre al Politecnico come Lead Partner, altri 6 partner pubblici e privati e oltre 90 stakeholder di 6 Paesi europei – Italia, Spagna, Francia, Ungheria, Polonia e Finlandia. Per l’Italia, il partner pubblico è la Regione Molise.
“Tutto nasce da una ricerca del DAD sul turismo rigenerativo oltre che sull’uso dell’approccio del design sistemico alle sfide del territorio sul quale avevamo già collaborato con la Regione Piemonte e il suo Distretto UNESCO – spiega Silvia Barbero, coordinatrice scientifica dell’iniziativa – L’obiettivo che avevamo, e che stiamo perseguendo, è allargare la nostra esperienza per riuscire a capire come aiutare il settore del turismo a svilupparsi in modo sostenibile, non legato solo alla quantità di turisti che incide sugli equilibri del territorio arrivando spesso a snaturarne le caratteristiche e a creare un vero stress su chi vi abita oltre che sulle strutture e sull’ambiente”.
Tutto è iniziato con un’intensa attività di conoscenza del territorio e quindi con una raccolta dati dal punto di vista geografico, economico, sociale e culturale per ogni singola regione coinvolta –tecnicamente denominato Rilievo Olistico, cioè totale, delle diverse aree coinvolte.
“Avere la cognizione più esatta e affidabile possibile di ‘cosa c’è’ sul campo serve per comprendere al meglio quali politiche mettere in atto per migliorarne la fruizione senza creare effetti negativi ma, anzi, generandone di positivi – commenta Asja Aulisio, ricercatrice al DAD che segue da vicino il progetto – Da questa raccolta di dati il DAD ha generato una serie di mappe del territorio capaci di rappresentare visivamente la situazione, le risorse presenti, la loro localizzazione e le interrelazioni possibili”.

Contemporaneamente è stata organizzata la raccolta delle buone pratiche relative al turismo che ogni regione ha già messo in atto, pratiche che attraverso un portale web e nel corso degli incontri tra i partner vengono condivise in questi mesi e che saranno gli spunti per nuove politiche locali. Proprio la fase di comunicazione, d’altra parte, è uno degli snodi principali del progetto: solo condividendo informazioni e buoni spunti d’azione è possibile arrivare a risultati apprezzabili. Per questo sono stati organizzati diversi incontri divulgativi in Italia e negli altri Paesi partner: il prossimo si terrà il 14 ottobre.
Fondamentale – nel corso di tutto il progetto – è anche il coinvolgimento degli stakeholder, cioè di chi ogni giorno lavora sul territorio nell’ambito turistico oltre a chi ha il compito di individuare le politiche da adottare. Conoscere, condividere, crescere insieme – come si diceva all’inizio – affrontando un lavoro in comune con obiettivi concreti. Con il Politecnico che, in quanto coordinatore, fornisce i metodi e gli strumenti innovativi da utilizzare per evitare pratiche non efficaci, sorpassate o comunque non efficienti. Con un obiettivo generale: riuscire a scardinare un approccio che provoca lo sfruttamento di un determinato territorio fino a impoverirlo definitivamente.
L’apporto dell’Ateneo e la possibilità di un confronto internazionale sono due tra gli elementi positivi riscontrati dalla Regione Molise. Maria Tirabasso, responsabile del progetto per l’amministrazione regionale molisana, sottolinea: “Abbiamo subito accolto la proposta del Politecnico perché ci è parsa un’occasione di arricchimento in termini di conoscenze, nuove modalità di approccio al territorio e a temi che stavamo già affrontando. Il vantaggio che abbiamo colto sta nella possibilità di fruire della capacità di ricerca dell’Ateneo oltre che di un metodo di lavoro che ci mancava. Importante anche il confronto con le buone pratiche degli altri partner”.
Certo, non sono mancate le difficoltà di lavorare in un ambito europeo e con interlocutori diversi ma “proprio la disponibilità a condividere e a mettersi tutti sullo stesso piano ha fatto la differenza”. Oltre a tutto questo, il coinvolgimento degli stakeholder è stato un elemento fondamentale. RobertoD’Amico, Project Manager per la Regione Molise di SYSTOUR, aggiunge: “La collocazione nell’ambito di Interreg ha reso possibile la presenza operativa di chi sul territorio lavora ogni giorno: un passo determinante per la conoscenza delle buone pratiche, per la loro diffusione e per la produzione di nuove politiche. La presenza dei GAL (Gruppi di Azione Locale) ne è un esempio”.