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18/12/2025
Ricerca e innovazione

Agricoltura e agroalimentare, l’apporto del Politecnico per la crescita della filiera

L’agricoltura e l’agroalimentare possono ricevere molto dall’approccio ingegneristico alla produzione, perché sempre più spesso i processi produttivi applicano modelli e metodologie che hanno nelle tecnologie e nell’innovazione il loro fondamento, anche quando si rivolgono ai sistemi viventi vegetali e animali. Per questo, nell’ambito dell’innovazione dedicata all’agricoltura e all’agroalimentare, la presenza del Politecnico di Torino è forte e autorevole. Un’azione che, in particolare, si è esplicitata in Agritech (National Research Centre for Technology in Agriculture) e in NODES (Nord Ovest Digitale e Sostenibile), entrambi resi possibili dai fondi previsti dal PNRR. Due ambiti di ricerca che hanno ormai un vasto carnet di soluzioni tecniche a disposizione delle imprese.

Danilo Demarchi, docente presso il Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni-DET e coordinatore delle attività dell’Ateneo nell’ambito di Agritech e NODES per l’agricoltura e l’agroalimentare, evidenzia subito il risultato più importante ottenuto: “Siamo riusciti ad unire i ricercatori e le ricercatrici dei diversi centri presenti in Italia che lavorano sull’agricoltura e sull’agroalimentare con un aumento esponenziale delle collaborazioni, delle iniziative di ricerca e dei risultati ottenuti. Detto in altri termini, il PNRR ha creato con Agritech, ma anche con l’Ecosistema dell’Innovazione NODES-Nord-Ovest Digitale e Sostenibile, un ecosistema importante dedicato all’agricoltura e all’agroalimentare che ha rafforzato la filiera della ricerca e prodotto una serie importante di risultati adesso a disposizione delle imprese. Tutto questo ha permesso anche di riorganizzare e consolidare le competenze dell’Ateneo in questo ambito”.

Per quanto riguarda Agritech, il Politecnico ha lavorato nello spoke 6 – dedicato ai modelli di gestione per promuovere sostenibilità e resilienza – e nello spoke 8 – dedicato ai nuovi modelli per la circolarità in agricoltura, con particolare attenzione alla gestione dei rifiuti. In particolare, l’attività dello spoke 6 ha avuto l’obiettivo di raccogliere i contributi che mettessero le aziende nella possibilità di realizzare concretamente dei processi produttivi sostenibili. In questo ambito si è lavorato sulla gestione dei dati, sull’uso dell’acqua, sull’ottimizzazione dell’uso dei materiali e dei singoli processi produttivi. I risultati hanno toccato numerosi aspetti della produzione agricola come la meccanizzazione, l’IoT, la chimica nei campi. Lo spoke 8, invece, ha toccato i temi relativi alla valorizzazione degli scarti agro-alimentari e agro-industriali attraverso chimica verde, biotecnologie e processi termochimici, per ottenere nuovi materiali, fertilizzanti, molecole bio-derivate ed energia sostenibile. Gli scarti vengono convertiti in bioplastiche, compositi, biochar e prodotti per l’industria agricola, alimentare e farmaceutica. Tecniche di imaging e Deep Learning supportano la valutazione della qualità e maturazione dei rifiuti. Sono stati sviluppati anche sistemi automatizzati e robotici per la gestione efficiente dei processi. Il lavoro dell’Ateneo sullo Spoke 8 è stato coordinato da Nunzio Russo, docente al Dipartimento Scienza Applicata e Tecnologia-DISAT.

Una volta concluso il PNRR, Agritech continuerà a lavorare mettendo a frutto la rete di relazioni e di scambi scientifici costruita in corso di progetto. Ad esempio, sempre in tema di ricerca applicata alle produzioni agricole, in Piemonte è stato lanciato “Digi Open Lab”, un progetto nato anche con il contributo del Politecnico che ha l’obiettivo di essere un vero “laboratorio” sul territorio per creare uno spazio aperto, dinamico e collaborativo dove ricercatori e ricercatrici, imprese e agricoltori possano sviluppare soluzio­ni innovative con le più avanzate tecnologie applicate in campo, soluzioni capaci di rispondere alle sfide globali che oggi minacciano il futuro del settore agroalimentare.

Se l’azione del Politecnico in Agritech si è rivolta all’agricoltura, in NODES il coinvolgimento dell’Ateneo nello spoke 7 ha invece toccato l’agroindustria secondaria, lavorando per l’innovazione del sistema alimentare dell'Italia Nord Occidentale con l’obiettivo di rendere le aziende agroalimentari più competitive sui mercali locali, nazionali e internazionali. In questo ambito, l’attività si è concentrata su "healthy" food (produzioni alimentari sicure, salutari e di alta qualità), "green" food (produzioni alimentari sostenibili, mediante l'applicazione di principi dell’economia circolare) e su "smart" food (sistemi intelligenti e processi e strumenti per la trasformazione alimentare sostenuti dai nuovi paradigmi dell'industria 4.0 e 5.0).

“Crediamo – concludono il professor Demarchi e il professor Russodi aver fortemente contribuito alla crescita tecnologica della filiera agroalimentare italiana, ma soprattutto nel significato di essere stati partner nella creazione di una rete di competenze la cui solidità è adesso a disposizione delle imprese, favorendo il trasferimento dell’innovazione dal mondo della ricerca al sistema produttivo e accelerando l’adozione di soluzioni sostenibili e circolari”.