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16/05/2023
Ricerca e innovazione

Le ricerche del Politecnico raccontate nel progetto giornalistico Adaptation

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All’interno del Laboratorio di Idrologia e Costruzioni idrauliche del Politecnico viene utilizzato il laser per osservare il comportamento di modellini di piante di posidonia impattati da onde generate artificialmente. È una simulazione in scala di uno scenario tipico dei fondali marini

Adaptation, progetto giornalistico internazionale che nasce con l’intento di documentare la convivenza tra l’uomo, la tecnologia e la natura nell’era del climate change, si è rivolto al Politecnico per raccontare, all’interno del suo webdoc in uscita oggi, martedì 16 maggio, il lavoro delle ricercatrici e dei ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture, sul campo e in laboratorio.

Si è voluto, in primo luogo, mostrare al mondo l’impegno e la dedizione degli studiosi del GlacierLab del Politecnico: i giornalisti di Adaptation hanno partecipato alla missione di monitoraggio e ‘misura’ delle masse glaciali del Mont Gelé, e hanno ascoltato le diagnosi del ritiro del ghiacciaio spiegate in laboratorio. L’obiettivo del progetto di Ateneo è stato quello di aggiornare, grazie ad avanzate tecnologie di rilevamento da terra e da cielo, la ‘fotografia’ del ghiacciaio, per capire, nello specifico, le cause e la misura del ritiro calcolata nel corso dell’anno.

I giornalisti hanno quindi visitato il Laboratorio di Idrologia e Costruzioni idrauliche che, come il GlacierLab, afferisce al DIATI, il Dipartimento di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture di Ateneo. Al suo interno sono stati presentati due ‘oggetti’ molto interessanti. Un canale lungo 50 metri in cui vengono generate delle onde che vanno ad impattare su modellini di posidonia, simulando ciò che avviene nei mari e negli oceani (testando, così, la capacità della posidonia di fare da barriera naturale alle onde, difendendo le coste dalle mareggiate) e un ‘pioggiatore’. Quest’ultimo si presenta come una torre da cui cadono gocce di pioggia di grandezza e con frequenza regolabile, con lo scopo di comprendere come tali gocce interagiscono con l’atmosfera e con il suolo.

E ancora, la redazione di Adaptation si è interessata allo studio sviluppato in Ateneo sull’andamento dei torrenti Orco e Sangone, per capire come vengono studiati i corsi d’acqua e quanto poco si conosce delle loro reali portate. Cosa succede all’ecosistema quando un fiume va in secca e poi torna gonfio d’acqua? Come e in quanto tempo si ripopola di specie animali?

Queste sono solo alcune delle domande che si sono posti i ricercatori del DIATI, mentre altri stanno progettando delle rampe di ultima generazione che dovranno aiutare i pesci a ‘scavalcare’ gli ostacoli che trovano nei fiumi (es. dighe e sbarramenti), consentendo loro di andare a deporre le uova nei luoghi più indicati.

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Ricercatori del DIATI, dipartimento d’eccellenza del Politecnico, monitorano lo stato di salute del torrente Orco. Vista la situazione di severa siccità che ha investito l’Italia, e il Piemonte in primis, questo tipo di studi sono diventati ormai di capitale importanza

Aiutare la natura a fare la natura, cercare di riparare a errori del passato, studiare ciò che non conosciamo dell’ecosistema per trovare delle soluzioni di convivenza tra le specie, tutto questo è adattamento.

"Il nostro Dipartimento è impegnato da tempo sulla ricerca di soluzioni per l'adattamento al cambiamento climatico e il riconoscimento da parte del Ministero della Ricerca di "Dipartimento di Eccellenza" per i progetti cambiamenti_climatici@polito e climate_transition@polito è stato un ulteriore impulso per investire in nuovi laboratori, attività di ricerca e per potenziare l'offerta didattica" - spiega il professor Francesco Laio, Direttore del DIATI - Cerchiamo inoltre di investire nella condivisione con la società dei risultati della nostra ricerca. Per questo sentiamo vicino l'approccio del giornalismo costruttivo e abbiamo voluto aderire all'iniziativa Adaptation".

“Le esperienze fatte in laboratorio e sul campo con le studiose e gli studiosi del DIATI ci hanno insegnato che la ricerca non dorme mai, soprattutto quella che ha al centro il monitoraggio di processi naturali impattati dalla crisi climatica e l’individuazione di soluzioni per aiutare uomo e natura a convivere nel nuovo mondo che si va delineando” - commenta Marco Merola, giornalista e fondatore di Adaptation - Crediamo che lo Speciale Politecnico di Torino racconti nel miglior modo possibile questa avventura scientifica, dando voce ai protagonisti, mostrando immagini inedite, spiegando l’importanza di alcuni esperimenti anche attraverso infografiche semplici e adatte a ogni tipo di pubblico”.