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18/12/2024
Ricerca e innovazione

Droni e nuvole di punti per descrivere la realtà

Fornire a chi ne ha bisogno la migliore e più fruibile rappresentazione digitale della realtà.  É questo l’obiettivo di DIRECT (Disaster Recovery Team) il team studentesco del Politecnico nato nel 2012 che a questo scopo riesce a unire un’importante occasione didattica e formativa per gli e le studenti dell’Ateneo. DIRECT oggi, oltre a continuare a fare ricerca, è al servizio delle imprese e degli enti territoriali non solo per la gestione degli eventi catastrofici, ma anche per la prevenzione dei rischi sul territorio e a carico delle infrastrutture.

“La nostra nascita è dovuta alla volontà di creare un gruppo di ricerca e lavoro collegato alla Protezione Civile. DIRECT oggi è un team di lavoro interdisciplinare, con studenti di architettura e di ingegneria, con competenze trasversali per affrontare temi complessi e delicati – spiega Alessandra Spadaro, dottoranda di ricerca in Ingegneria civile e ambientale e attuale coordinatrice del gruppo – Il nostro lavoro è basato sulla geomatica che studia le tecniche per acquisire, organizzare e rendere disponibili informazioni georeferenziate cioè collegate al territorio e alla sua geografia”. É infatti dalla geomatica che può arrivare un grande aiuto nelle zone dove si sono verificati eventi catastrofici o dove sia necessaria un’accurata documentazione 3D.

La raccolta e la restituzione in modo fruibile di dati dal territorio, non è però utile solo in caso di disastri ma anche per la prevenzione di situazioni a rischio oppure per il monitoraggio di infrastrutture ed edifici. Una delle prime esperienze è stata il lavoro a fianco delle istituzioni dopo il terremoto del Centro Italia. Inoltre il team lavora anche nel contesto archeologico e in campo sottomarino (nell’ultimo periodo rispettivamente a Pompei e in Sardegna). 

“Il nostro compito è quello di definire modelli della realtà anche in scale diverse per mezzo di strumenti differenti e con quelle che tecnicamente si chiamano ‘nuvole di punti’. Siamo effettivamente partiti lavorando sul tema degli interventi post-disastro: il primo caso in assoluto è stato quello dell’alluvione di Vernazza nel 2012 – aggiunge Antonia Spanò, docente presso il Dipartimento Architettura e Design-DAD che precisa: “Quella di DIRECT è un’esperienza molto formativa per gli e le studenti che recepiscono bene il concetto del mettersi a disposizione delle esigenze del territorio e delle comunità e contemporaneamente acquisiscono una formazione che in altro modo non avrebbero. Per le imprese, invece, venire a contatto con il team è un’occasione per lavorare con giovani talenti e per conoscerne le qualità”

Il Team è composto da circa 35 studenti che vengono coinvolti a turno ogni anno in tre stage. Si tratta, come si è detto, di un gruppo interdisciplinare tra architettura e ingegneria che impara sul campo anche a lavorare tenendo conto di esperienze e formazioni diverse. 

Recentemente DIRECT ha allargato il ventaglio di settori nel quale intervenire: il patrimonio architettonico di pregio, le infrastrutture e gli edifici urbani. Un ampliamento dell’attività reso possibile dall’uso di nuove tecnologie che riescono a documentare non solo l’esistente visibile ma anche l’esistente non visibile, tramite la fotogrammetria multispettrale.  

Lungo questo sentiero di sviluppo, DIRECT oggi usa anche le possibilità offerte dall’Intelligenza Artificiale per arrivare a modelli sempre più affidabili e alla creazione di gemelli digitali di manufatti reali: un traguardo importante che apre alla possibilità di monitorare lo stato di manutenzione e la sicurezza delle infrastrutture oltre che prevederne l’evoluzione. Un esempio in questo senso è la collaborazione con l’organismo di gestione del Canale Cavour, infrastruttura della quale è stato creato un gemello digitale per controllarne sicurezza ed evoluzione. 

“Il nostro team davvero costituisce un esempio unico a livello nazionale di uso delle tecniche di geomatica al servizio della sicurezza delle persone e delle cose con il coinvolgimento di giovani studenti”, concludono Spanò e Spadaro.