Fare scultura. Gio’ Pomodoro, gli scalpellini e il paesaggio | Marco Maggioli e Emilio Mazza

Silvia Maria Sara Cammarata (Storica dell’arte, Università di Torino)

in dialogo con:

Emilio Mazza (Dipartimento di Studi Umanistici - IULM Milano), co-curatore del volume "Fare scultura. Gio’ Pomodoro, gli scalpellini e il paesaggio"

intervengono:

Maurizio Gomez Serito (Storico dei materiali lapidei, Politecnico di Torino) ed Edoardo Piccoli (Construction History Group, Politecnico di Torino)

introduce:

Sergio Pace (Politecnico di Torino)

Fare scultura. Gio’ Pomodoro, gli scalpellini e il paesaggio
(ExCogita, Milano, 2023)

Le parole e le opere di Gio’ Pomodoro (Orciano di Pesaro 1930 – Milano 2002) ci accompagneranno, insieme a curatori e autori del volume, in una discussione sull’arte della scultura, e sulla produzione, estrazione e lavorazione antica e recente del marmo. Se lo scalpellino è la figura emblematica e ormai quasi estinta di questi intrecci tra arte e produzione, il contraddittorio e drammatico paesaggio culturale delle Apuane, “in bilico tra scempio e sublime” diventa negli scritti di Pomodoro, e di altri autori del volume pubblicato da ExCogita, lo scenario di una storia materiale della scultura, “cioè delle sue tecniche e modalità e rapporti produttivi”. “Lo scultore solitamente è uno, gli scalpellini tanti; e senza scalpellini non c’è nessuna scultura, non si passa dal progetto e dal modello all’opera. Lo scalpellino è un compagno di viaggio e di gioco. Entrambi si trovano in una situazione precaria, sono a rischio di estinzione.”