Mollino // Politecnico

Le culture dell’architettura e dell’ingegneria a Torino, nel cinquantenario della morte del maestro

A settant’anni dall’ingresso al Politecnico di Torino di Carlo Mollino nelle vesti di docente, a cinquant’anni dalla sua morte e dal conseguente trasferimento presso la Facoltà di Architettura del suo preziosissimo archivio, l’Ateneo intende celebrare colui che forse più di tutti ha rappresentato e rappresenta la cultura architettonica torinese nel mondo, attraverso disegni, fotografie, scritti che aiutano a conoscere e comprendere il valore di una personalità eccezionale, politecnica per ampiezza di vedute e ricchezza di contenuti.

Si tratta di un’occasione imperdibile per raccontare il passato, il presente e magari il futuro dell’Ateneo stesso attraverso la figura di Carlo Mollino, vale a dire attraverso la sua formazione, la sua carriera accademica e professionale, le sue opere e persino le sue bizzarrie. La mostra si snoda in un percorso che attraversa nove sezioni, non legate alla biografia di Carlo Mollino, bensì ispirate (d)alle discipline politecniche, dell’architettura ma anche dell’ingegneria, con la partecipazione corale e attiva di diversi docenti e ricercatori dell’Ateneo.

Orari e accesso

La mostra è visitabile gratuitamente presso l'Archivio di Stato di Torino - Sezione Corte, piazzetta Carlo Mollino, 1.

 

Aperture

14 dicembre 2023 - 28 gennaio 2024

dal giovedì al venerdì, orario: 15.00 - 19.00  

il sabato e la domenica, orario: 11.00 - 20.00 

 

Festivi e prefestivi:

25, 26 dicembre 2023 e 1, 4 e 5 gennaio 2024: chiuso

31 dicembre 2023, orario 10.00 - 17.00

6 gennaio 2024, orario: 11.00 - 20.00 

 

Conferenze:

15 dicembre, ore 17.00

Carlo Mollino 1973-2023 : un'introduzione alle mostre, a cura di Enrica Bodrato e Napoleone Ferrari, con la partecipazione di Carlo Deregibus e la moderazione di Laura Milan

L'incontro sarà preceduto dalla visita guidata alle mostre Carlo Mollino: Atlante presso Teatro Regio ore 15 e Mollino // Politecnico presso Archivio di Stato di Torino ore 16. Per accedere alle visite guidate è necessaria la prenotazione all'indirizzo: scuolallopera@teatroregio.torino.it 

22 dicembre, ore 17.00

Mollino // Politecnico : l’acustica del teatro regio, a cura di Arianna Astolfi e Raffaele Pisani, con la moderazione di Laura Milan

L'incontro sarà preceduto dalla visita guidata alle mostre Carlo Mollino: Atlante presso Teatro Regio ore 15 e Mollino // Politecnico presso Archivio di Stato di Torino ore 16. Per accedere alle visite guidate è necessaria la prenotazione all'indirizzo: scuolallopera@teatroregio.torino.it 

 

12 gennaio, ore 17.00

Mollino // Politecnico : gli anni trenta, a cura di Enrico Moncalvo, con la moderazione di Laura Milan

L'incontro sarà preceduto dalla visita guidata alle mostre Carlo Mollino: Atlante presso Teatro Regio ore 15 e Mollino // Politecnico presso Archivio di Stato di Torino ore 16. Per accedere alle visite guidate è necessaria la prenotazione all'indirizzo: scuolallopera@teatroregio.torino.it 

 

19 gennaio, ore 17.00

Mollino // Politecnico : territori, ambientazioni, design, a cura di Roberto Dini e Pier Paolo Peruccio, con la moderazione di Laura Milan

 

L'incontro sarà preceduto dalla visita guidata alle mostre Carlo Mollino: Atlante presso il Teatro Regio (ore 15) e Mollino // Politecnico presso l'Archivio di Stato di Torino (ore 16).  Per accedere alla mostra presso il Teatro Regio è necessaria la prenotazione (prenotare all'indirizzo scuolallopera@teatroregio.torino.it) e la visita ha un costo di € 10 (€ 5 per under 18).

 

26 gennaio , ore 15.00 e ore 16.00

Sarà possibile accedere alla visita guidata delle mostre Carlo Mollino: Atlante presso Teatro Regio (ore 15.00) e Mollino // Politecnico presso Archivio di Stato di Torino (ore 16).

Per accedere alla mostra presso il Teatro Regio è necessaria la prenotazione (prenotare all'indirizzo scuolallopera@teatroregio.torino.it) e la visita ha un costo di € 10 (€ 5 per under 18).

I percorsi tematici

// CITTA’

a cura di Caterina Barioglio, Daniele Campobenedetto, Davide Rolfo

Mollino, architetto «refrattario alla politica» (I. Cremona), frequenta poco l’urbanistica; ciò non gli impedisce di elaborare progetti con valenza urbana, sperimentando diversi modi di “fare città” e spingendosi in alcuni casi fino alla concezione di interi quartieri. Progetti come quello per la Società Ippica Torinese, la proposta per la ricostruzione dell’isolato tra piazza San Carlo e via XX Settembre e quelle per i concorsi per il quartiere Saint-Gobain a Pisa e  Ina-casa di corso Sebastopoli a Torino si snodano fino ad arrivare all’intervento in centro città per la nuova sede della Camera di Commercio nel 1964 e alla vicenda della ricostruzione del Teatro Regio, bruciato nel 1936.

Città Mollino

// COSTRUZIONE

a cura di Guido Callegari, Marika Mangosio

La costruzione dell’architettura nell’opera di Carlo Mollino è analizzata attraverso due temi principali: l’involucro edilizio e il collegamento verticale. Nelle sue opere, Mollino affronta il tema dell’involucro secondo una notevole varietà di soluzioni tecnologiche, dal curtain wall di ispirazione aeronautica del Teatro Regio di Torino alla parete in legno di Casa Capriata per la X Triennale di Milano. Suggestioni simboliche e citazione di forme tradizionali si ritrovano sia negli involucri, che spesso nel caso delle scale e delle passerelle. Negli esempi presentati, il valore aggiunto conferito da Carlo Mollino al collegamento verticale gli restituisce la dignità di vero e proprio oggetto architettonico, grazie alla sua capacità di coniugare le esigenze funzionali con la scelta di sviluppi planimetrici di grande eleganza e di impiegare in modo sapiente e originale i principali materiali da costruzione.

Scala Mollino

// DESIGN

a cura di Bernardino Chiaia, Pier Paolo Peruccio

Dalla serie di tavolini in compensato curvato e piano di cristallo temperato Arabesco alla seduta Fenis, in legno massello, progettata nel 1959 per il suo ufficio al Castello del Valentino, Mollino ha progettato alcuni dei prodotti più celebrati dell’Italian Design. Figura eccentrica, geniale e autonoma nel panorama italiano, il suo lavoro di progettista di raffinate ambientazioni e di arditi arredi per le case della borghesia torinese si intreccia con quello degli artigiani che hanno dato corpo alle sue intuizioni.

Design Mollino

// DISEGNO

a cura di Maurizio Bocconcino, Giorgio Garzino, Fabrizio Natta, Enrico Pupi, Roberta Spallone, Marco Vitali, Mariapaola Vozzola

Schizzi, particolari costruttivi, modelli iconografici, soluzioni distributive, varianti ed elaborati esecutivi, ma anche la documentazione grafica relativa ai progetti non realizzati, compresi quelli ideali: la selezione presentata nell’ambito di questa mostra intende evocare il rapporto tra la scienza del disegno e alcuni dei temi caratterizzanti le opere di Mollino, dalla memoria, alla geometria, alle soluzioni progettuali e il tema della casa ideale e del contesto in cui i progetti si sviluppano.

 

Disegno Mollino

// MACCHINE

A cura di Enrico Cestino, Nicola Amati

Con lo schizzo sul volo muscolare e il prototipo sperimentato nell’agosto 1963, Mollino ripercorre le origini della propria passione per il volo, cui era stato introdotto dal padre, con il quale frequentava con assiduità il campo volo dell’Aero Club Torino. Alla fine degli anni Cinquanta, stanco del solo volo turistico, Mollino avvicina il mondo dell’acrobazia e conosciuto Albert Ruesch, campione di acrobazia aerea, ne diviene allievo. Vola quasi quotidianamente unendo alla ricerca della massima precisione nell’esercizio acrobatico, la costante attenzione al miglioramento delle caratteristiche prestazionali degli apparecchi. Come per l’automobilismo dove in quegli stessi anni Cinquanta Mollino si misura con la progettazione e la realizzazione di prototipi di vetture da competizione (C4), così nell’aeronautica egli unisce all’attività di pilota quella di progettista. Una delle creazioni più iconiche sarà il bisiluro, in grado di raggiungere una velocità massima di circa 200 km/h.

Macchine Mollino 1

// PROGETTO

a cura di Antonio De Rossi, Carlo Deregibus

Il progettare di Mollino trova le sue radici nel modernismo degli anni ’30 e ’40, che riecheggia nei primi progetti, già tuttavia permeati di un’intensa ibridazione con temi di natura squisitamente costruttiva. Le indagini sulle architetture alpine portano infatti Mollino a ragionare su un approccio caso per caso che non mira a codificare modelli ma a definire soluzioni puntuali, con un approccio coerentemente eclettico, che si traduce in un uso coraggiosamente anti-canonico delle figurazioni e dei materiali architettonici.

Mollino progetto

// SCRITTI

a cura di Michela Comba, Juan Carlos De Martin

Carlo Mollino, tra il 1933 e il 1965, ha pubblicato racconti, articoli, libri, introduzioni, prefazioni, interventi per conferenze e trasmissioni radiofoniche. Scrivere era una strategia di anoblissement: Mollino presupponeva per un progettista il conseguimento di un ruolo sociale coincidente con quello intellettuale. I manoscritti e i dattiloscritti dell’architetto, rivelano una scrittura costruita senza schemi, a partire da elenchi sommari di autori e opere. Gli apparati iconografici, intessono trame narrative parallele e complementari, che svelano un’altra inclinazione della poliedrica personalità di Mollino: quella di studioso e curioso collezionista di libri, riviste e cataloghi.

Scritti Mollino

// TECNICHE

a cura di Arianna Astolfi

In questa sezione vengono approfonditi due aspetti del Nuovo Teatro Regio di Torino. Il primo è la copertura, che seguì un iter progettuale complesso fin dagli studi preparatori del 1965 che si concluse con la soluzione di una struttura a paraboloide iperbolico, un guscio sottile di calcestruzzo armato spesso 8 cm, che riduce drasticamente l’ingombro strutturale e il peso proprio della precedente idea progettuale. Il secondo è l’acustica, progettata tenendo conto anche dell’effetto di “levitazione” e di “nuvola luminosa” ricercato per il lampadario. I giudizi dei musicisti e dei cantanti furono molto positivi.

Tecniche Mollino

// TERRITORI

a cura di Alberto Cina, Roberto Dini

Rocce, ghiacci, nevi sono trattati da Mollino alla stregua di architetture, uno spazio “misurato” attraverso la pratica diretta dell’alpinismo, delle osservazioni aeree e dello sci. I territori montani, rurali, costieri, sono per Mollino quell’altrove che ‐ rispetto al più consueto ambito della città ‐ ha consentito all’architetto di lavorare con nuove specificità, esigenze e suggestioni, introiettando nell’architettura le peculiarità dell’ambiente, e trasformandolo in un’occasione di ricerca nuova e originale. Ciò appare con forza nei suoi progetti per le realtà turistiche di Cervinia e Sauze d’Oulx dove mette in atto una vera e propria “ripresa e distorsione” dei caratteri dell’architettura e delle tradizioni costruttive del territorio montano.   In altri progetti la sua attenzione sembra altresì rivolgersi agli aspetti più scenografici dei territori, dando vita attraverso l’architettura ad una vera e propria “amplificazione” delle caratteristiche più intime dei luoghi e svelandone significati inediti e profondi.

Territori Mollino

// MASTERPLAN

a cura di Antonio De Rossi, Carlo Deregibus 

Il pensiero molliniano è stato sempre un progetto di spazi. È quindi altamente significativa la sezione che illustra il senso e i primi esiti del grande processo del Masterplan di ateneo, cui il Politecnico di Torino da alcuni anni sta dedicando eccezionali sforzi e risorse, al fine di delineare un’organica strategia di sviluppo degli spazi destinati alla didattica, alla ricerca, alle piattaforme d’impatto, in stretta relazione con il territorio metropolitano torinese. Per sintetizzare gli interventi nei due campus principali, dedicati alle aree di Ingegneria e Architettura, e per le piattaforme d’impatto sui temi più significativi del panorama contemporaneo (automotive, industria 4.0, aerospazio, digitale, economia circolare, energia) nasce il Masterplan. Più che un piano, il Masterplan è una costruzione permanente di scenari possibili che permette di tradurre le istanze strategiche in fatti fisici e morfologie, superando la dimensione programmatica legata all’allocazione di risorse e alla quantificazione dei bisogni.

La mostra è realizzata a cura di

Enrica Bodrato

Antonio De Rossi

Sergio Pace

 

Con la collaborazione di

ARIA – Affari Generali, Relazioni istituzionali e Archivi

Archivio di Stato di Torino

Agenzia del Demanio

 

Sezioni curate da

Nicola Amati, Arianna Astolfi, Caterina Barioglio, Maurizio Bocconcino, Guido Callegari, Daniele Campobenedetto, Enrico Cestino, Dino Chiaia, Alberto Cina, Michela Comba, Juan Carlos De Martin, Carlo Deregibus, Antonio De Rossi, Roberto Dini, Giorgio Garzino, Marika Mangosio, Fabrizio Natta, Pier Paolo Peruccio, Enrico Pupi, Davide Rolfo, Roberta Spallone, Marco Vitali, Mariapaola Vozzola

 

Prestiti opere

Tutti i documenti, salvo dove diversamente indicato, sono conservati al Politecnico di Torino, sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti.

 

Progetto di Allestimento e cornici

Antonio De Rossi

Carlo Deregibus

con P&P Italia, Moncalieri e Silvio Zamorani editore, Torino

 

Traduzioni

Cristina Orlando

 

Montaggio Video

NUMED - Nucleo MultiMedia Design & Production

 

Si ringrazia per la collaborazione

Il personale dell’Archivio di Stato di Torino, Anita Abbà, Margherita Bongiovanni, Adriana Ciberiac, Francesca Gervasio, Enrico Moncalvo, Luisa Montobbio, Enrica Viola (Una Film)

 

La mostra è organizzata da

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In collaborazione con

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