Agricoltura
Mer 20 Mar
Seminari e Convegni

Il Confine Naturale - a cura di Timothy Raeymaekers

"Il Confine Naturale" (The Natural Border. Bounding Migrant Farmwork in the Black Mediterranean - Cornell University Press, 2024) è titolo e tema dell'incontro in cui Timothy Raeymaekers racconta la storia recente dalla prospettiva dei lavoratori agricoli africani emarginati, mostrando come, nel contesto delle catene di approvvigionamento globali e dei regimi repressivi di confine, la produzione e la riproduzione agraria si basino su fondamentali gerarchie razziali.

Prendendo l'esempio del pomodoro, tipico prodotto "Made in Italy", l’intervento affronta come vengano tracciati i confini politici intorno alla terra e alla manodopera necessaria per la sua produzione, quali tecnologie di esclusione e inclusione permettano alle operazioni capitalistiche di avere luogo nella frontiera agraria del Mediterraneo e quali pratiche strutturino l'allocazione, l'uso e la mercificazione della terra e della manodopera lungo la catena del pomodoro. Le infrastrutture mobili che mobilitano, incanalano, mercificano e segregano il lavoro giocano un ruolo centrale nella "naturalizzazione" della segregazione razziale, ma sono anche terreni di contestazione e di potere e quindi, come dimostra La frontiera naturale, riflettono la tesa trasformazione socio-ecologica che lo spazio di frontiera mediterraneo sta attraversando oggi.

Timothy Raeymaekers è ricercatore RTD-B presso il Dipartimento di Storia e Culture dell'Università di Bologna, ricercatore affiliato presso il Dipartimento di Geografia dell'Università di Zurigo, Svizzera. La sua ricerca si concentra sulle frontiere del capitalismo. In particolare, si interessa all'ecologia politica dei mercati minerali ed agricoli nell'Africa centrale e nel Mediterraneo. Il suo lavoro cerca di sollevare interrogativi sulle relazioni di potere che stanno alla base del capitalismo di filiera contemporaneo, con particolare attenzione alla liminalità, ai confini, alla politica e all'estetica della differenza.

L'incontro fa parte del Ciclo di seminari ‘Dagli asparagi in poi’. Temporalità migranti tra geografie instabili e pratiche produttive del Progetto di Ricerca “CAMP-FORM(S) –Al di là del campo. Indagare opacità, forme e visioni del superamento come logica territoriale, coordinato dal Professor Antonio Stopani e Professor Camillo Boano.

I prossimi appuntamenti sono:Il Ciclo di seminari chiama a raccolta diverse generazioni di studiosi e studiose che, negli ultimi 20 anni, hanno analizzato sotto luci disciplinari plurime il nesso tra migrazioni, organizzazione delle relazioni lavorative e agrocapitalismo. Nel rinnovato interesse per i mutamenti economici e territoriali delle campagne nei paesi mediterranei, numerose ricerche hanno evidenziato le complesse connessioni tra due tipi di informalità: quella degli intermediari tra produttori e manodopera (che il discorso pubblico identifica come ‘caporali’), e quella degli insediamenti dove risiedono i lavoratori in attesa del reclutamento (designati tra l’altro come ‘ghetti’ o ‘campi’ nei discorsi politico e mediatico).

Il Ciclo di seminari intende stimolare una riflessione critica sulla relazione tra queste due tipologie di informalità interrogando gli strumenti con cui le politiche pubbliche si sono proposte di sradicare la prima attraverso la distruzione delle seconde e la loro sostituzione con altrettante forme insediative, isolate e spesso temporanee. Proponiamo ai partecipanti di interrogare l’eterogenea materialità di tali insediamenti auspicando che tre prospettive di ricerca siano messe in tensione. La prima caldeggia la necessità di un approccio diacronico degli insediamenti informali prendendo in considerazione tanto la loro proliferazione quanto la loro evoluzione verso caratteri sempre meno temporanei e stagionali. La seconda sollecita un’indagine approfondita della forma urbana degli insediamenti informali, del loro ‘fare’ e ‘farsi città’, delle attività e delle socialità che ne organizzano lo spazio e gerarchizzano gli usi. Infine, invitiamo a prendere in considerazione le politiche pubbliche adottate finora nella persuasione che ogni intervento politico meriti di essere preparato da una descrizione attenta degli oggetti su cui si intende intervenire e dalla comprensione delle dinamiche mutevoli che li caratterizzano.

Per maggiori informazioni scrivere a antonio.stopani@unito.it