Un “Pettine blu e verde” per Torino
Un’importante riflessione sulla portata strategica del sistema fluviale a Torino che nasce da un’investigazione condotta sul territorio per identificarne le prospettive di sviluppo. È il senso di “Torino e i suoi fiumi”, attività di ricerca condotta dal Centro Interdipartimentale FULL – Future Urban Legacy Lab insieme al Comune di Torino, e in particolare all’assessorato dedicato al verde pubblico, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.
Responsabili scientifici del Centro FULL sono Loris Antonio Servillo, docente al Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST e coordinatore del team di ricerca, Angioletta Voghera, docente al DIST, Elena Vigliocco, docente al Dipartimento di Architettura e Design-DAD, e Carlo Camporeale, docente al Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI. Il coordinamento scientifico dell’attività del gruppo è affidato a Manuela Ronci, assegnista di ricerca al DIST.
Il lavoro di cooperazione tra i due enti è iniziato circa un anno fa, e rappresenta oggi un esempio da replicare in altri centri urbani caratterizzati dalla presenza significativa di corsi d’acqua di un certo rilievo.
“Tutto è nato – spiega il professor Servillo – da un precedente lavoro di approfondimento sul Parco del Valentino, condotto in seno al nostro Centro Interdipartimentale, e dall’interesse della Città nel delineare un uso alternativo del sistema fluviale articolato dal Po e i suoi affluenti”. Una prospettiva che parte dall’attuale situazione dei fiumi e delle loro sponde in ambito urbano: in alcune porzioni oggetto di vere aggressioni urbane, in altri contesti di relazioni monumentali e fortemente scenografiche, in altri ancora in stato di abbandono.
Francesco Tresso, assessore al verde pubblico, parchi e sponde fluviali della Città di Torino, precisa: “Dobbiamo considerare due circostanze diverse. Da una parte, le opportunità particolari di questo periodo storico, che offre, attraverso il PNRR ma non solo, importanti possibilità di investimento. Dall’altra, il rischio di avviare interventi scollegati tra di loro perché la Città manca di un quadro generale che sia in grado di indirizzare correttamente i progetti”.
La vasta e accurata operazione di ricerca sul territorio, condotta dal Politecnico lungo le aste fluviali che attraversano la Città, ha proprio l’obiettivo di verificare la situazione e di delineare prospettive d’uso corrette e innovative. Il lavoro si basa su un approccio capace di invertire lo sguardo e, quindi, la relazione tra corsi d’acqua e aree urbane, osservando e ripensando la Città a partire dai fiumi.
In altri termini, l’ambizione finale del lavoro è quella di contribuire alla costruzione di una water-sensitive city basata su quattro grandi temi. Prima di tutto, ricostruire l’identità delle aste fluviali, enfatizzando la vocazione delle diverse porzioni di Città che si affacciano sui fiumi, attraverso la realizzazione di interventi lineari lungo le sponde. In secondo luogo, individuare scenari per le grandi aree di trasformazione, dove possono essere collocate opportunità di sviluppo economico ma coordinate da una visione coerente.
Quindi, costruire lo spazio fluviale come rifugio climatico, capace di rispondere al progressivo surriscaldamento delle aree urbane e non, oltre che di fungere da punto nodale per il sistema ecologico della Città. Infine, sviluppare attività socio-economiche legate ai fiumi, che possano così trasformarsi in scenari privilegiati per l’articolazione delle reti di mobilitàlenta e di spazi di loisir, oltre che catalizzatori di investimentie attività economiche.
“Si tratta di costruire una sorta di ‘Pettine blu e verde’ della città, un’infrastruttura coesa in termini spaziali, funzionali ed ecologici, lungo la quale far rinascere la consapevolezza delle possibilità che i corsi d’acqua offrono ai centri urbani – conclude Servillo – Siamo arrivati ora al ‘giro di boa’. Siamo partiti a settembre 2023 con una fase di analisi che si sta chiudendo adesso. Da qui in avanti si entra nella fase dedicata a delineare una strategia spaziale di trasformazione urbana e territoriale capace di fungere da strumento di coordinamento per gli interventi puntuali di politiche urbane”.
“Il Centro FULL ci è parso la collocazione ideale per un progetto di questo genere – aggiunge Francesco Tresso – È stato ed è infatti lo strumento di ricerca perfetto per aiutarci a capire il territorio, accompagnare gli interventi del PNRR, proporre nuovi progetti e cercare quindi nuovi finanziamenti, oltre che per ottimizzare quelli che già esistono”.