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24/01/2024
Ricerca e innovazione

NODES: premiato il progetto del Politecnico per una diagnostica di qualità

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Il Team di Aequip

Si rivolge allo Spoke 5-Industria della Salute e Silver Economy dell’ecosistema dell’innovazione NODES – sviluppato in ambito PNRR - il progetto DPLabS- Digital Pathology Laboratory System, coordinato dallo spin-off del Politecnico Aequip in collaborazione con Aethia, azienda tecnologica incubata al Bioindustry park, e Fondazione Edo ed Elvo Tempia per la lotta contro i tumori.

Digitalizzazione e sostenibilità della pratica clinica sono gli obiettivi annunciati dal bando a sostegno dei progetti Proof of Concept (PoC) – Linea A di ricerca industriale e sviluppo sperimentale destinati alle imprese – a cui Aequip e i partner coinvolti hanno applicato, aggiudicandosi il finanziamento ed ottenendo il punteggio più elevato. Il progetto DPLabS intende digitalizzare e rendere più sostenibile la pratica clinica in anatomia patologica, migliorando la qualità e i tempi di formulazione dei processi diagnostici. Questo obiettivo verrà raggiunto con l’introduzione di strumenti di supporto innovativi basati su Intelligenza Artificiale. Le soluzioni sviluppate verranno successivamente testate presso le Unità di Anatomia Patologica dell’Ospedale Molinette di Torino e dell’Ospedale di Biella – due strutture di grande importanza per il territorio dal punto di vista della clinica e della ricerca.

Le tecnologie che il team di Aequip – guidato dai tre co-founder Filippo Molinari, Massimo Salvi e Orazio Pennisi, rispettivamente docente e ricercatore al Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni-DET, e Personale Amministrativo della direzione RIMIN – metterà a disposizione degli ospedali sono due: STAINS (STAndadIzation & Normalization of histological Slides) ed ASSIST (Automated Structure-based Segmentation method for the Identification and Staging of Tumor aggressiveness). La prima, attualmente in fase di testing, si concentra sulla qualità dei vetrini istologici – che presenta oggi problematiche importanti – andando ad ottimizzare digitalmente la colorazione del vetrino senza alterarne le informazioni cliniche, pratica questa che facilita notevolmente l’analisi a carico dello specialista. La seconda tecnologia ha invece come obiettivo lo sviluppo di algoritmi automatici per supportare il patologo durante la fase di refertazione, estraendo i parametri quantitativi necessari per formulare diagnosi precise.

L’integrazione di queste tecnologie nelle pratiche cliniche sarà curata da Aethia, mentre la Fondazione Edo ed Elvo Tempia completerà le funzioni del sistema con i dati genomici per migliorare la rilevazione dei tumori e valutarne il grado di pericolosità per i pazienti.

Le attività previste riguarderanno, nello specifico, l’analisi delle immagini digitali utilizzate nel settore dell’Anatomia Patologica, un servizio del territorio che necessita oggi di un significativo potenziamento per rispondere alle esigenze della collettività.

“La decisione di applicare al bando emesso dallo Spoke 5 di NODES-Nord Ovest Digitale E Sostenibile è stata presa guardando, nello specifico, alla possibilità di supportare il lavoro delle Unità di Anatomia Patologica di due tra i più importanti ospedali del territorio, la Città della Salute e della Scienza di Torino e l’Ospedale di Biella – commenta Filippo MolinariUn supporto, il nostro, che mira a potenziare la digitalizzazione del servizio, con l’adozione diffusa di immagini digitali, e a rendere l’intero processo diagnostico maggiormente sostenibile. Gli strumenti digitali che proponiamo, se utilizzati correttamente nella pratica clinica, hanno infatti il pregio di ridurre notevolmente le tempistiche di formulazione della diagnosi e innalzarne la qualità. Tutto questo potrebbe essere significativamente velocizzato investendo sul digitale”.

“Il processo di creazione del vetrino istologico è ancora in gran parte un processo manuale, motivo per cui ritengo fondamentale investire nelle tecnologie di Intelligenza Artificiale nel settore dell’Anatomia Patologica – aggiunge Massimo Salvi Lavorare con immagini digitali offre un vantaggio significativo rispetto alle immagini manuali, poiché consente di ottimizzare l'immagine per migliorarne la qualità. Seguendo questo approccio, anche i tempi diagnostici possono essere notevolmente ridotti. Attualmente, quando un'immagine non raggiunge una qualità sufficiente, il patologo deve richiedere un nuovo campione, il che comporta un allungamento del processo diagnostico. Questo rischio può essere evitato utilizzando STAINS”.

Questo importante risultato è frutto di un lavoro di squadra che coinvolge, oltre che noi co-founder, i tre ragazzi che da qualche tempo lavorano con noi: Nicola, Alessandro e Manuela. Questi fondi ci permetteranno il continuo sviluppo e il testing delle nostre tecnologie oltre che aumentare la nostra credibilità sul mercato” conclude Orazio Pennisi.