Nanoparticelle iniettabili per combattere malattie cardiache e neuromuscolari
Un “veicolo” più efficace e sicuro per la consegna di molecole di RNA in terapie avanzate dedicate ai tessuti, e quindi per curare meglio gli effetti di particolari patologie, prima tra tutte l’infarto del miocardio. È quanto ottenuto da PoliRNA, una spinoff del Politecnico che adesso cerca partner per crescere sul mercato sviluppando la tecnologia messa a punto nei laboratori dell’Ateneo.
“Siamo specializzati nella progettazione e nello sviluppo di nanoparticelle innovative realizzate su misura per la somministrazione sicura, efficiente e mirata di molecole di RNA – commenta Letizia Nicoletti, CEO-Chief Executive Officer di PoliRNA e ricercatrice post doc sostenuta dalla Fondazione Umberto Veronesi che lavora presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale-DIMEAS del Politecnico – La nostra azienda è nata nel febbraio 2024 e, basandosi sull’esperienza acquisita nei nanosistemi, propone una nuova strategia di terapia con RNA che è in grado di ottenere un’azione selettiva a livello del tessuto cardiaco. Questa tecnologia è stata sviluppata inizialmente con il progetto BIORECAR coordinato dal Politecnico e finanziato dalla European Research Council. Grazie alla versatilità della tecnologia, abbiamo iniziato a verificare la possibilità di sfruttare la stessa tecnologia in altri settori e ambiti clinici, in particolare per il trattamento della Malattia di Kennedy, una rara patologia neuromuscolare genetica che colpisce soprattutto gli uomini”.
La tecnologia di PoliRNA – che è stata anche oggetto di un brevetto (Italian Patent N. 102021000032393: Metodo per la preparazione di nanoparticelle polimeriche ibride per il rilascio di farmaci oligonucleotidici nelle terapie farmacologiche a scopo rigenerativo, curativo e preventivo, estensioni in corso per altri Paesi)– riesce, in altri termini, a rendere più sicure ed efficaci le terapie a RNA perché è in grado di veicolare in modo più preciso e sicuro il farmaco all’organo oppure al tessuto bersaglio.
Quanto ottenuto da PoliRNA è il risultato di 20 anni circa di ricerche e sperimentazioni in ingegneria dei tessuti e nanomedicina, spiega Valeria Chiono, docente presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale-DIMEAS e CTO-Chief Technology Officer di PoliRNA, che aggiunge: “Abbiamo sviluppato una piattaforma di nanoparticelle ibride poiché costituite da materiali lipidici e polimerici insieme. Queste particelle hanno vantaggi rispetto a quelle tradizionali, le nanoparticelle lipidiche, perché sono più stabili e rilasciano in modo più controllato e preciso l’RNA”.
L’attività di PoliRNA ha già ottenuto diversi riconoscimenti e, in particolare, nell’ambito del programma EIT Health Catapult, una piattaforma europea leader che supporta le startup più promettenti nel settore della tecnologia sanitaria e delle scienze della vita in Europa. PoliRNA ha ricevuto inoltre l’"AstraZeneca Industry Prize", un riconoscimento speciale consegnato da AstraZeneca, partner industriale e sponsor del programma, che ha permesso alla start-up di avere accesso ad un percorso di mentoring personalizzato guidato da esperti del settore, con l'opportunità di esplorare potenziali collaborazioni.
Proprio la ricerca di partner e di sostenitori è l’attuale obiettivo di PoliRNA. Giovanni Paolo Stola, ingegnere biomedico e CSO-Chief Sales Officer di PoliRNA, sottolinea: “Cerchiamo collaborazioni, sia in termini scientifici che di investimento, con centri di ricerca e aziende che sviluppino farmaci a RNA per continuare nella sperimentazione che abbiamo avviato”.
Due in particolare i traguardi che PoliRNA vuole raggiungere: co-sviluppare la metodologia con imprese farmaceutiche e biomedicali e ottenere collaborazioni con altre aziende che abbiano tecnologie simili per il veicolo del farmaco.