Foto di persone su una barca mentre pescano plastiche in un fiume
28/02/2024
Studenti@PoliTO

L’arca del team AKA Noah raccoglie e analizza le plastiche nel fiume Po

Ripulire i fiumi dalla plastica per restituirli alle comunità. Obiettivo più che concreto, che coinvolge tutti: cittadini, istituzioni e imprese. È quanto si prefiggono gli studenti del team AKA Noah del Politecnico di Torino, che stanno lavorando per mettere a punto tecniche di raccolta e di analisi dei frammenti plastici presenti nelle acque e sulle sponde del Po. Il team adesso è pronto a collaborare con aziende che abbiano intenzione di impegnarsi con loro nella tutela dell’ambiente, magari avviando programmi di ricerca in comune oppure offrendo già alcune tecnologie messe a punto.

Il nome del team – AKA Noah - è l’acronimo di Also Known As Noah: come Noè portò sull’arca ogni specie del mondo animale, il team vuole portare sulla propria barca ogni specie inquinante, chimica e fisica, che riesce a recuperare. “Siamo nati nel 2019 con l’obiettivo di dare vita ad un’attività di studio e raccolta plastica sulle rive del Po, adesso abbiamo sviluppato tecniche di analisi e strumentazioni in grado di intervenire anche su altri fiumi” - dice Mirko Trinelli, team leader, che precisa: “Abbiamo iniziato a lavorare sul tratto di fiume antistante al CUS Torino, Sezione canoa e canottaggio. Di fatto il lavoro è stato condotto in parallelo: da una parte lo sviluppo di tecniche di rilevazione e analisi delle microplastiche, dall’altra l’allestimento di un’imbarcazione in grado di raccogliere le macroplastiche (con dimensioni superiori a 5 mm) nei corsi d’acqua”. Il team AKANoah studia anche metodiche e strumenti per fare analisi puntuali delle acque per rilevare acidità e caratteristiche chimico fisiche. Oltre a tutto questo, il team lavora sugli aspetti di comunicazione e sensibilizzazione sul tema della plastica nell’ambiente: in particolare, gli studenti hanno collaborato alla realizzazione di “Il fiume per noi. La vita che scorre”, un cortometraggio già presentato ad alcuni festival di cinema ambientale.

Banner grafico con il motto del team

“AKA Noah – spiega Elena Comino, docente del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI e responsabile del team – ha un duplice obiettivo: ridare valore al fiume visto come risorsa e patrimonio della città, ma creare anche un luogo di applicazione interdisciplinare di tecnologie ingegneristiche e biologiche a disposizione degli studenti”. AKA Noah è così una sorta di laboratorio interdisciplinare, in cui lavorano adesso circa 12 studenti prevalentemente di ingegneria ambientale ma anche di elettronica e meccanica oltre che design, accomunati dalla sensibilità ai temi ambientali oltre che dalla capacità di lavoro interdisciplinare. “Non è cosa da poco – spiega la professoressa Comino – perché il nostro team allena anche gli studenti proprio nel lavoro interdisciplinare all’interno di un gruppo che ha un solo obiettivo da raggiungere con efficienza ed efficacia ma che si basa su esperienze e preparazioni diverse”.

È da tutto questo che nasce l’interesse per le aziende“Dopo un periodo in cui abbiamo messo a punto i nostri strumenti di intervento e la nostra capacità di lavorare insieme – sottolinea Comino – adesso possiamo offrire collaborazione alle imprese con modalità diverse: è possibile pensare all’attivazione di borse di ricerca, dottorati specifici così come di progetti di ricerca triennali. Ci rivolgiamo a tutte le imprese, ma in particolare a chi opera già nell’ambito della raccolta e riuso dei rifiuti, alle aziende chimiche, a quelle dei servizi, a chi lavora nell’ambito delle applicazioni di economia circolare. Così come alle istituzioni locali”.