
Investire nell’innovazione elettronica con l’intesa tra Politecnico e STMicroelectronics
Una collaborazione che continua da decenni, su più fronti di lavoro e con reciproci vantaggi. Può essere questa la sintesi del percorso condiviso tra Politecnico e STMicroelectronics, società leader nel settore dei componenti elettronici a semiconduttore che ha nell’Ateneo un partner diventato ormai imprescindibile per la ricerca, lo sviluppo di nuovi prodotti e l’individuazione di nuove risorse umane da coinvolgere.
La presenza della Società nell’attività del Politecnico risale a qualche decennio fa, quando l’Azienda aveva un altro nome – SGS-Thomson Microelectronics – ma esprimeva già precise esigenze in termini di ricerca e formazione. “Parliamo di una collaborazione tra le più antiche esistenti al nostro interno. Le prime ricerche in comune risalgono ad almeno 40 anni fa – spiega Massimo Poncino, docente al Dipartimento di Automatica e Informatica-DAUIN e Referente Scientifico dell’Accordo di partnership con STMicroelectronics insieme a Enrico Macii, docente al Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST – La collaborazione coinvolge vari dipartimenti dell’Ateneo: oltre al DAUIN e al DIST, anche il Dipartimento di Elettronica-DET e il Dipartimento Energia Galileo Ferraris-DENERG. I temi maggiormente toccati negli anni sono stati quelli dell’elettronica e dell’informatica applicata alla progettazione elettronica”.
Si è trattato di un’attività basata sullo scambio reciproco di idee e progetti, reso possibile dallo strumento dell’Accordo di partnership che prevede delle intese iniziali che permettono quindi di focalizzare l’attenzione sui temi e sulle ricerche da intraprendere. Un percorso che ha portato anche alla creazione di ST-PoliTO scarl, società congiunta con due sedi – Torino e Catania – successivamente evoluta in un laboratorio che ha sede all’interno del DAUIN e che è oggi impegnato nello studio e sviluppo di applicazioni evolute di elettronica. Laboratorio che sarà presto trasferito in una nuova e più ampia sede, delle dimensioni di circa 500 mq.
Proprio l’essere fisicamente dentro il Politecnico è uno degli elementi di forza dell’intesa secondo Salvatore Rinaudo, CAD Development Director di STMicroelectronics, che spiega: “Abbiamo un continuo confronto con i ricercatori e le ricercatrici, e con gli e le studenti del Politecnico che ci permette di far nascere idee di ricerca e progettuali che altrimenti sarebbe quasi impossibile avere. É dalla continua collaborazione che nascono infatti le idee migliori che verranno poi sviluppate”. La presenza della sede di STMicroelectronics presso il campus politecnico ha recentemente permesso all’Azienda di presentare, insieme con l’Ateneo, il progetto AIDA - AI-assisted Design Automation for Heterogeneous Electronic Systems al Bando Switch della Regione Piemonte, che richiedeva, come requisito base, che l’azienda partner avesse una sede proprio nella Regione.
Rinaudo cita inoltre il significativo numero di borse di dottorato finanziate da STMicroelectronics al Politecnico – 13 borse attive in questo momento – con l’obiettivo di svolgere ricerca su tematiche condivise con la Società. Per STMicroelectronics, che assume ogni anno centinaia di ingegneri e ingegnere nel campo dell’elettronica, è fondamentale il ruolo che svolge in Ateneo quando fa conoscere e appassionare le giovani generazioni al mondo dell'elettronica.
Anton Hofmeister, Group Vice President and General Manager of R&D and Strategy del Gruppo APMS di STMicroelectronics, approfondisce quindi il significato della collaborazione con il Politecnico spiegando che per un’impresa ci sono almeno tre motivi validi per lavorare con un’università. Prima di tutto il contatto con gli e le studenti che “noi vediamo come colleghe e colleghi di domani, e ai quali vogliamo dare anche un sostegno in termini formativi”. Si evidenzia quindi la possibilità di collaborare su particolari temi di ricerca “perché siamo consapevoli che l’innovazione non nasce solo all’interno dell’azienda ma è un processo aperto e il Politecnico rappresenta un’eccellenza nella microelettronica”. Infine, la stretta relazione tra la Società e l’Ateneo rende possibile l’accesso “a competenze che oggi non abbiamo”. Un aspetto, quest’ultimo, che ha un esempio recente nello sviluppo di prodotti che integrano tecnologie di Intelligenza Artificiale e Machine Learning: “Parecchi anni fa non avevamo le competenze per valutare l’utilità di queste tecnologie nell’ottica di accelerare i flussi di design dei nostri prodotti. Il Politecnico ci ha aiutato a comprendere la tecnologia del Machine Learning per il riconoscimento delle immagini, valutarne la portata e formare i tecnici per un suo uso efficace. Siamo poi diventati partner del progetto europeo AMBEATion (Analog/Mixed Signal Back End Design Automation based on Machine Learning and Artificial Intelligence Techniques) finanziato da Horizon2020 e coordinato dal Politecnico”.
Ricerca e tecnica, dunque, declinate con lo strumento dell’Accordo di partnership firmato nel 2009, che prevede la costituzione di un Comitato di Indirizzo per coordinare tutte le attività e tre grandi campi d’azione. Il primo campo è costituito da contratti per attività di ricerca su specifici temi, coordinate da un docente. Il secondo prende la forma della collaborazione nell’ambito di progetti più ampi in cui la Società e l’Ateneo lavorano insieme con finanziamenti di enti terzi. L’ultimo, ma non meno importante, consiste nelle borse di dottorato finanziate dalla Società, borse proposte con l’obiettivo di formare le giovani generazioni su specifici indirizzi di ricerca.
Uno schema d’azione agile, che porta con sé benefici importanti. L’azienda ha infatti a disposizione un ecosistema di ricerca e formazione pressoché unico, mentre l’Ateneo acquisisce valore aggiunto in termini di didattica e ricerca. Grazie a questa collaborazione, il Politecnico ha infatti la possibilità di accedere a tecnologie di altissimo livello e gli e le studenti hanno di conseguenza il privilegio di lavorare su tecnologie “industry-strong”, che contribuiscono allo sviluppo di prodotti industriali d’avanguardia. Tutto, infine, viene arricchito dalla capacità umana di comprendersi e di lavorare insieme. “Abbiamo a che fare con processi molto solidi e complessi – sottolinea Anton Hofmeister – ma alla fine sono le persone che fanno la differenza”.