Foto di due persone che si stringono la mano
29/11/2023
In Ateneo

In partnership con il Politecnico per essere più competitivi

Un’intesa che ha alla base un impegno reciproco, un piano di cose da fare, un’indicazione finanziaria e una prospettiva temporale lungo la quale realizzare tutto. In altri termini, un progetto di lavoro in comune: chiaro nella scansione dei passi, ma flessibile nello sviluppo. È sostanzialmente questo l’Accordo di partnership che il Politecnico offre a tutte le imprese che cercano, appunto, una collaborazione con l’Ateneo per sviluppare progetti industriali e di ricerca che vadano al di là di una semplice seppur importante consulenza. Un impegno per entrambe le parti, si è detto, che, tuttavia, presenta molti vantaggi e che è un vero strumento di competitività per l’impresa.

A spiegare tutto è Giuliana Mattiazzo, Vice Rettrice per il Trasferimento Tecnologico al Politecnico, che precisa subito: “Sottoscrivere un Accordo di partnership significa entrare a fare parte dell’ecosistema che il Politecnico rappresenta, ricerca e innovazione ad alti livelli in un luogo multidisciplinare per vocazione. Un modo più completo ed efficace per sfruttare l’innovazione, fare efficienza, creare nuovi prodotti ed esplorare nuovi mercati”.

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Giuliana Mattiazzo
Giuliana Mattiazzo

Una partnership è diversa da un Accordo quadro (dedicato alle Amministrazioni Pubbliche) e, soprattutto, porta l’impresa in una rete di relazioni virtuose a più direzioni - tra aziende e aziende, tra aziende e ricerca – capace di generare occasioni di sviluppo per entrambe le parti. A oggi gli accordi di questo tipo attivi al Politecnico sono 54.

“L’Accordo – spiega Mattiazzo – è alla portata di ogni tipo d’impresa, sia in termini di dimensione che di settore, perché il vero discrimine è l’impegno concreto che l’azienda deve dimostrare in termini di idee-progetto. Per questo, chiediamo chiarezza di intenti, ma anche l’indicazione di una previsione economica necessaria per realizzarli. Questo non significa che l’impresa deve finanziare tutto l’Accordo di partnership, ma che deve impegnarsi per raggiungere il budget che occorre”.

Per il Politecnico le partnership hanno anche un significato di co-working. Mattiazzo spiega: “In questi anni abbiamo intrapreso notevoli investimenti edilizi per la creazione di una serie di luoghi in cui verranno, e in alcuni casi vengono già, svolte ricerca e didattica in ambiti molto specifici. Le imprese che entrano in partnership con noi, hanno la possibilità non solo di insediarsi in questi luoghi, ma anche di co-progettarli”.

Collaborazione, quindi, a tutto tondo, che ha anche ricadute puntuali come una modalità operativa più semplice nell’approccio a ogni servizio dell’Ateneo, la possibilità di fruire di un “referente scientifico” che aiuta l’impresa a muoversi nei diversi ambiti di attività del Politecnico e, infine, la possibilità di beneficiare di una maggiore snellezza nelle procedure contrattuali oltre che di una definizione chiara e precisa della ripartizione della proprietà intellettuale dei risultati della ricerca svolta in collaborazione con le imprese.

“Con gli Accordi di partnership - sottolinea Mattiazzo - siamo diventati una sorta di acceleratore di ricerca e di tecnologia: lavoriamo a più stretto contatto con il sistema industriale, ci poniamo al suo servizio, ma ne traiamo anche ispirazione. È una relazione tra pari quella che instauriamo”. Una condizione, quest’ultima, che si traduce nella creazione di una sorta di “Agorà politecnica” nella quale imprese e ricerca colloquiano, alla pari appunto, e dalla quale periodicamente nascono occasioni di incontro su temi specifici: momenti nei quali imprese e ricercatori approfondiscono dai rispettivi punti di vista pratica industriale e scientifica. Mattiazzo comunque avverte: “Non essere in un Accordo di partnership non significa non poter usufruire di quanto indicato nella nostra Carta dei servizi. L’accordo di partnership è la possibilità di una collaborazione più profonda, di una visione di medio-lungo periodo in cui sviluppare attività comuni e di rientrare a far parte della famiglia politecnica”.