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15/11/2024
In Ateneo

Immaginare, progettare, capire la città del futuro

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Il Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST del Politecnico e Università di Torino apre le porte del Castello del Valentino ospitando l'evento URBAN DESIRES: due giorni per riflettere sulla città “desiderabile”, tra criticità del presente e responsabilità del futuro

Come immaginiamo l’ambiente urbano di domani? A chi lasceremo un pianeta largamente urbanizzato, e in quali condizioni? Queste domande riguardano oltre il 50% della popolazione mondiale, cioè i 4 miliardi di persone che oggi vivono in aree urbanizzate. Un numero destinato a crescere nei prossimi anni, tanto che alcuni studi stimano che nel 2030 il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città.

A ipotizzare delle risposte è stato l’evento Urban Desires - Immaginare, Progettare, Capire la Città che nelle giornate di venerdì 8 e sabato 9 novembre ha animato gli spazi del Castello del Valentino, patrimonio UNESCO nell’ambito del sito Residenze Sabaude e sede dell’organizzatore dell’iniziativa, il Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST del Politecnico di Torino e dell’Università di Torino.

Due giornate di interventi, talk, dialoghi, mostre, living lab e altre attività in cui la voce degli esperti e delle esperte del DIST si è unita a quella di ospiti nazionali e internazionali di prestigio; il ricco palinsesto si è snodato in una serie di incontri sulla città “desiderabile”, tra criticità del presente e responsabilità del futuro, pensati e organizzati sulla base di tre assi tematici, tre orientamenti al fare per ridisegnare il presente: immaginare, progettare e capire.

Immaginare l'urbano è stato il primo esercizio per pensare alla città “desiderabile” in termini prospettici, propositivi e utopici, liberi dai limiti imposti dal presente e dalle cicatrici del passato. L’immaginazione è stata alimentata per dare colori e forme al futuro, concependolo come una storia con finali aperti capace di dar spazio alle differenze e alle singolarità di ciascuno.

Progettare la città ha significato definire il suo uso, e in funzione di questo, la pianificazione e la gestione degli scenari metropolitani che devono aderire ai cardini della sostenibilità, del benessere comunitario, dell’inclusione sociale, dell’autonomia energetica e della mobilità pubblica. 

Capire, infine, ha implicato la riflessione critica su metriche esistenti di valutazione, con l’intento di comprendere le esigenze di una città in evoluzione. Per farlo sono stati esplorati approcci dinamici e metodi di partecipazione dei diversi attori coinvolti, analizzando l’impatto di queste valutazioni in termini di politiche urbane e sviluppo territoriale.

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Grazie all'iniziativa, si è potuto approfondire le problematiche del cambiamento climatico e della gestione dell'acqua nelle città

Con l'apertura ufficiale l'8 novembre, Urban Desires ha avviato una discussione su un tema cruciale: l’ambiente urbano del domani. L'incontro inaugurale ha affrontato il rapporto tra le città e le università, analizzando come la presenza della popolazione studentesca influenzi gli spazi urbani e le dinamiche sociali. Successivamente, il dibattito dedicato alla città della notte mettendo a confronto Torino con Londra per esplorare le politiche della “night-time economy” e come una città possa trasformarsi, non solo di giorno, in un luogo vivibile e sicuro. A seguire, Andreina Seijas, esperta di politiche urbane, ha illustrato casi di successo provenienti da diverse città internazionali, fornendo un punto di vista innovativo su come adattare queste strategie avviate in America Latina, Europa e Stati Uniti alla realtà torinese. Infine, per ricordare che una città è il suo tessuto sociale, l’evento si è spostato allo Spazio Contrada Murazzi dove la musica elettronica ha animato le storiche arcate lungo il Po, trasformando l’architettura dei Murazzi - un tempo punto di approdo e snodo commerciale - in un luogo di aggregazione contemporanea, in cui suono ed energia collettiva si fondono con la bellezza del patrimonio architettonico torinese.

Il 9 novembre la manifestazione è proseguita con interventi incentrati sulla sostenibilità ambientale e la transizione energetica. Ad aprire la giornata, il contributo di Giovanni Maria Flick che ha esplorato il rapporto tra la tutela ambientale e l’innovazione, delineando l’importanza di trovare soluzioni in grado di armonizzare il progresso con la preservazione del paesaggio e delle risorse naturali. Nel pomeriggio, Marco Te Brömmelstroet, dell'Urban Cycling Institute di Amsterdam, ha approfondito il tema della mobilità ciclabile, illustrando le potenzialità della bici come strumento di trasformazione urbana e come stimolo per una mobilità più sostenibile. A seguire, gli interventi dedicati alle problematiche del cambiamento climatico e della gestione dell'acqua nelle città, insieme a un confronto tra il DIST e l’assessore all’urbanistica della Città di Torino Paolo Mazzoleni sulle possibili strategie di sviluppo per Torino Nord.

A fare da epilogo è stato il dialogo tra l’artista Tino Sehgal e gli esperti e le esperte del DIST, un momento conclusivo che ha permesso di riflettere su come l’arte e la creatività possano ispirare nuovi modelli di città, alimentando prospettive inedite per il design e la gestione dello spazio comune.

Parallelamente ai talk, Urban Desires ha proposto mostre e living lab, che hanno coinvolto i partecipanti in percorsi interattivi, esplorando temi come il cambiamento climatico e l'urbanizzazione sostenibile. I laboratori hanno rappresentato un'opportunità di confronto tra cittadini e ricercatori, promuovendo uno scambio di idee e suggerimenti pratici per il miglioramento della vita urbana.

Verso un public engagement costante sia in presenza che online: Urban Desires non finisce qui, ma ha inaugurato una piattaforma che il DIST intende portare avanti con nuovi appuntamenti. Il sito Urban Desires raccoglie e presenta le attività di divulgazione e sensibilizzazione del dipartimento, un punto di riferimento per riflettere insieme su come plasmare le città del futuro.