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30/10/2025
Ricerca e innovazione

Immaginare nuovi scenari urbani per Lisbona

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Studenti e docenti delle istituzioni internazionali coinvolte nell'iniziativa

La riqualificazione della vasta area urbana della Coroa Norte di Lisbona, resa disponibile dalla prevista disattivazione dell'Aeroporto Humberto Delgado, ha stimolato un'ampia collaborazione accademica internazionale, includendo, tra i partner interessati, anche il Politecnico. Questo sforzo si è concretizzato in un Blended Intensive Program (BIP) 2025 finanziato nell'ambito del programma Erasmus+ e incentrato sull’approccio di ricerca "Nature-based Urban Planning for Societal Transitions".

In rappresentanza dell’Ateneo, hanno partecipato all’iniziativa Claudia Cassatella e Enrico Gottero, rispettivamente docente e assegnista di ricerca presso il Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST. L'obiettivo del programma era creare un laboratorio di idee per formulare raccomandazioni strategiche capaci di offrire una visione ispiratrice per il territorio. La trasformazione di quest'area, vasta e centrale, è vista infatti non solo come un cambio di uso del suolo, ma come un momento critico per affrontare la crisi climatica, la frammentazione ecologica e la vulnerabilità territoriale della Città. Il laboratorio ha quindi visto la partecipazione ai lavori dell’amministrazione della direzione urbanistica di Lisbona e di altri stakeholder, che hanno poi ulteriormente discusso, a settembre scorso, i risultati emersi dal processo strategico coordinato dalla Fondazione Fundacao Serra Henriques

I progetti sviluppati in questo laboratorio interdisciplinare – che ha coinvolto studenti e docenti di diverse istituzioni internazionali partner (oltre alle università di Lisbona e Torino, la Ghent University e la Royal Institute of Technology in Stockholm) – hanno prodotto scenari innovativi che affrontano sfide urgenti del territorio come la crisi abitativa e la resilienza ambientale. 

Gli e le studenti del Politecnico (pianificatori e paesaggisti), insieme ai colleghi e alle colleghe degli altri atenei coinvolti, hanno quindi sviluppato quattro scenari progettuali: “Area di Opportunità – Un Catalizzatore di Trasformazione Socioeconomica”; “Da Dentro a Fuori, Da Fuori a Dentro”; “Dai Voli di Collegamento ai Luoghi di Collegamento”“Torre di Controllo Climatico – Chiudere il Gap Eco-Climatico”.

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Immaginare scenari innovativi per affrontare le sfide del territorio
Area di Opportunità – Un Catalizzatore di Trasformazione Socioeconomica 

Questo scenario strategico mira a riposizionare l'area dell'aeroporto come un nuovo polo metropolitano, capace di riequilibrare lo sviluppo socioeconomico di Lisbona. La proposta risponde alla concentrazione di attività economiche nell’area storica della Città e alla carenza di zone produttive nelle periferie. Il progetto si fonda su un ecosistema urbano multifunzionale strutturato su tre pilastri interdipendenti: le industrie leggere e creative (come Innovation Labs e centri di produzione locale), l'economia basata sulla conoscenza (centri di ricerca, startup digitali e poli tecnologici), e lo sviluppo inclusivo (programmi di riqualificazione professionale, integrazione dei quartieri informali e abitazioni a uso misto). 

Da Dentro a Fuori, Da Fuori a Dentro

Questa proposta affronta la trasformazione urbana nell'esperienza vissuta e percepita dai residenti, focalizzandosi sul territorio dell'aeroporto dalla sua periferia sociale verso l'interno. La metodologia ha incluso una comunicazione diretta con la comunità locale, attraverso oltre 35 indagini e interviste approfondite in aree adiacenti come Olivais, Alvalade, Santa Clara, Lumiar, Prior Velho e Camarate. L'analisi della percezione spaziale ha evidenziato una sensazione di isolamento e scarsa accessibilità nell'estremità nord (vicino a Prior Velho e Camarate), in netto contrasto con la calma e la sicurezza percepite nelle aree a sud (Olivais e Alvalade). L'aeroporto stesso è stato percepito come una "barriera fisica rigida" con punti di collegamento minimi. Per superare questa frammentazione, il progetto propone la riutilizzazione di strutture simboliche dell'aeroporto, come la torre di controllo o i terminal, trasformandole in spazi culturali e pubblici con programmazione locale anche per attenuare i confini tra i gruppi sociali. 

Dai Voli di Collegamento ai Luoghi di Collegamento

Questo scenario si concentra sulla necessità di riconnettere un tessuto urbano frammentato causato dalla presenza dell'aeroporto, proponendo una strategia territoriale integrata centrata sulla connettività fisica, sui corridoi ecologici e sulla transizione verso una mobilità sostenibile. Dopo un'analisi che ha incluso la valutazione HYPE (evidenziando opportunità come il riutilizzo delle piste e rischi come la dipendenza dall'automobile), la proposta ha esplorato tre modelli di trasformazione per le infrastrutture viarie: la connettività di superficie e sotterranea (ispirata al Big Dig di Boston), la riconversione delle vie veloci in boulevard alberati con priorità pedonale (Ruas, não Estradas, come Av. JFK in Lussemburgo), o la rimozione totale delle vie principali per creare un asse di mobilità ecologica (Raízes sobre Estradas, ispirato a Cheonggyecheon a Seul). Elemento centrale è la creazione di un corridoio verde strutturante che si estenda da Campo Grande fino al Fiume Trancão, promuovendo la biodiversità e la ventilazione. Le migliorie al trasporto pubblico includono la riattivazione della linea storica del tram, l'integrazione delle linee della metropolitana e la creazione di interfacce intermodali. 

Torre di Controllo Climatico – Chiudere il Gap Eco-Climatico

Questo progetto affronta la vulnerabilità climatica dell'area dell'aeroporto con una strategia di adattamento graduale basata sul metodo di pianificazione Dynamic Adaptation Pathways Framework (DAPF), focalizzato sulla resilienza ambientale. Sulla base di proiezioni e modelli idrologici, sono stati identificati tre rischi principali: inondazioni (a causa di superfici impermeabili a monte), isola di calore urbana (aggravata dalla potenziale densa occupazione) e perdita di biodiversità. La strategia di risposta, articolata in tre fasi, ridefinisce il verde come un’infrastruttura critica, trasformando così l'aeroporto disattivato in un sistema vivo di adattamento, che mitiga il rischio e rigenera gli ecosistemi in sintonia con i limiti ambientali.

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Un laboratorio interdisciplinare per progettare quattro scenari di rigenerazione urbana
L'esperienza di Torino come riferimento

Lo sviluppo di proposte progettuali durante il workshop on-site è stato preceduto da una fase di confronto internazionale basato sull’approccio innovativo del Nature-based Planning, neologismo che integra, in un quadro spaziale e temporale più complesso, il tema delle Nature-based Solutions. Per il Politecnico, Claudia Cassatella e Enrico Gottero hanno contribuito al confronto con la loro esperienza di lavoro, presentando il processo di pianificazione e realizzazione dell’infrastruttura verde e blu dell’area metropolitana torinese e, in particolare, il caso della rigenerazione urbana delle aree industriali dismesse lungo il fiume Dora a Torino. Un caso che ha dimostrato come la riqualificazione possa coordinare il piano normativo con iniziative strategiche, incluse le partnership pubblico-private per la gestione delle infrastrutture verdi multifunzionali.

I progetti studenteschi per Lisbona riflettono l'impegno a immaginare un futuro urbano che integri le soluzioni basate sulla natura (NBS) come "fondamenti strutturali" di qualsiasi strategia di sviluppo sostenibile, garantendo che la Città sia più resiliente, socialmente inclusiva e capace di affrontare le complesse sfide del nostro tempo. 

“La partecipazione a questo Blended Intensive Program è stata un'esperienza formativa di eccezionale valore – commenta Alice Garelli, studentessa magistrale in Pianificazione urbanistica e territoriale – Innanzitutto, il caso studio della riconversione dell'aeroporto di Lisbona è stato estremamente sfidante, sia per le dimensioni dell'area sia per la natura unica dell'intervento: un tema che difficilmente si incontra nei percorsi universitari tradizionali e che ci ha spinto fin da subito a integrare approcci diversi. Abbiamo intervistato un'ampia gamma di attori – abitanti, politici, operatori sociali, docenti universitari e lavoratori – che hanno mostrato un profondo interesse per il tema, rispondendo approfonditamente ai nostri questionari e interviste. Questo approccio ci ha permesso di acquisire una conoscenza del territorio dettagliata e insostituibile, rendendo il lavoro progettuale più radicato”.

“Abbiamo volutamente mescolato studenti e docenti dei quattro atenei nei gruppi di lavoro, rendendolo più complesso ma anche più stimolante – aggiunge la professoressa CassatellaI partner ci hanno chiesto di poter svolgere la prossima edizione del BIP a Torino, che avrà luogo nella primavera del 2026. Sottoporremo all’attenzione di un così ricco e qualificato gruppo di giovani le sfide del nostro territorio”.