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19/05/2025
Ricerca e innovazione

Cycling Waterways, mobilità sostenibile lungo i corsi d’acqua

Favorire lo sviluppo di politiche per promuovere la mobilità sostenibile lungo i corsi d’acqua. È questo l’obiettivo del progetto Cycling Waterways che coinvolge sei regioni europee e che, per l’Italia, ha visto la partecipazione della Regione Piemonte, dell'Associazione irrigua Ovest Sesia e del Politecnico di Torino. L’iniziativa, che è oggi nel pieno del suo svolgimento, è uno dei migliori esempi di collaborazione inter-istituzionale per il rilancio e la fruizione del territorio oltre che per la tutela dell’ambiente.

Cycling Waterways – finanziato nell’ambito dell’iniziativa Interreg Europe con circa 1,5 milioni di euro – mira ad affrontare le sfide comuni e a lavorare in modo collaborativo per superarle, condividendo esperienze e conoscenze e sviluppando strumenti politici che migliorino la ciclabilità e l’accessibilità dei corsi d’acqua per scopi di mobilità sostenibile. Ed è proprio l’esperienza che è stata costruita in Italia a fornire uno degli esempi più importanti. 

“Il progetto nasce da una lunga storia di ricerca e studio: al Politecnico dal 2012 ci occupiamo del ruolo delle infrastrutture storiche nei progetti di ciclabilità a livello territoriale – spiega Riccardo Palma, docente presso il Dipartimento di Architettura e Design-DAD – In particolare, tutto è iniziato da uno studio di fattibilità per la Ciclovia del Canale Cavour realizzato in collaborazione con la Coutenza Canali Cavour di cui fanno parte le Associazioni Irrigue Ovest Sesia e Est Sesia, e commissionato dal Parco Fluviale del Po”

Questa collaborazione ha permesso di cogliere un problema cruciale da risolvere: per poter utilizzare queste infrastrutture come ciclovie, è necessario regolamentare la sicurezza della circolazione. Nel nostro Paese non esiste un regolamento nazionale, ogni regione disciplina in modo diverso il tema: un problema di non poco conto, al quale si aggiunge la preoccupazione, comprensibile, delle responsabilità che le ciclovie determinano. “Il tema e il problema si prestavano perfettamente per un progetto Interreg che permettesse uno scambio di esperienze e di buone pratiche con altri Paesi, dove potrebbero già essere state elaborate soluzioni o riflessioni al riguardo – spiega il professor PalmaQuesto tipo di progetti, inoltre, consente dopo quattro anni di richiedere un finanziamento ulteriore per realizzare un’iniziativa pilota di sperimentazione di buone pratiche”.

Il Politecnico ha quindi costruito un partenariato adatto allo scopo e svolge nel progetto il ruolo di Advisory Partner, coordinatore scientifico dell'attività, alla quale contribuiscono anche, per l’Italia, la Regione Piemonte e l’Associazione di Irrigazione Ovest Sesia. 

La presenza di un consorzio irriguo è di particolare rilievo. “I consorzi come il nostro hanno il compito di gestire dei corsi d’acqua e le loro pertinenze che sono parte del demanio idrico dello Stato e quindi proprietà pubbliche”, spiega Diego Terruzzi, Direttore dell'Associazione irrigua Ovest Sesia, che aggiunge: “Non si tratta quindi solo di contenitori dove scorre l’acqua, ma di sistemi infrastrutturali costituiti anche dalle sponde e dalle strade (alzaie) che vi corrono sopra. Si tratta di strutture inizialmente adibite alla manutenzione del corso d'acqua e non destinate ad altri usi”. Terruzzi tuttavia precisa subito: “Noi crediamo molto nell’uso plurimo delle alzaie che possono essere strumenti importanti per la valorizzazione del territorio, per la maggiore conoscenza delle nostre imprese e dei loro prodotti”.

Da qui l’importanza del coinvolgimento della Regione Piemonte. “La nostra Direzione si occupa degli investimenti nell'ambito dei trasporti e delle infrastrutture e quindi anche dello sviluppo delle vie ciclabili. L’entrata nel progetto è stata per noi un passo importante anche per portare all’attenzione a livello nazionale il tema della gestione e manutenzione delle ciclovie”, spiega Michele Marino, responsabile del Settore “Investimenti Trasporti e Infrastrutture” della Direzione Opere Pubbliche, Difesa Del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica della Regione Piemonte. 

Marino precisa inoltre l’utilità, per un Ente pubblico, di essere partner di un progetto di questo tipo: l’occasione per conoscere e comprendere buone pratiche svolte da altre istituzioni simili in Europa, verificare se vi sono margini di miglioramento nell’uso delle risorse finanziarie messe a disposizione, e appurare se quanto realizzato incontra le esigenze delle persone che possono fruire di queste ciclovie. 

“Dal nostro punto di vista – aggiunge Marinoc'è un problema di policy che Cycling Waterways ci può aiutare ad affrontare”. Un punto cruciale per la Regione che nel 2023 ha approvato un Piano regionale della mobilità ciclistica (PRMC) che prevede 28 ciclovie per circa 3000 km di rete ciclabile da realizzare con tutta una serie di indicazioni in termini di linee guida, caratteristiche della segnaletica, modalità di fruizione, vincoli per chi la percorre e per le zone che sono interessate al percorso. “Si tratta di interventi complessi che richiedono il lavoro congiunto di numerosi settori della Regione Piemonte e anche l’apertura di tavoli di confronto con altre Regioni, in particolare quelle confinanti. Il progetto ci ha permesso di attivare una consulenza per studiare soluzioni al tema della sicurezza lungo i corsi d’acqua”, aggiunge Cristina Fabrizio, funzionaria regionale nello stesso settore di Marino e responsabile della gestione e attuazione di piani e programmi di investimento relativi alle reti e infrastrutture per la ciclabilità.

Lo scopo degli strumenti Interreg Europe è così riassunto da Irene Ruiz Bazan, ricercatrice presso il DAD e componente del gruppo di lavoro del progetto: “L'interscambio di conoscenze, esperienze e buone pratiche è l’elemento fondamentale del progetto. Seguendo questo metodo Cycling Waterways assume una vera rilevanza per tutti i partecipanti che lavorando insieme e condividendo le diverse attività possono arrivare a risultati notevoli e soluzioni innovative. Si tratta di un salto di qualità del lavoro sul territorio che deve essere valorizzato e che può essere applicato anche in altre situazioni”

In Cycling Waterways, in altri termini, ogni soggetto partecipante mette a disposizione le proprie conoscenze ma apprende moltissimo anche dalle conoscenze degli altri. Con un obiettivo comune: migliorare la fruibilità del territorio e la sua compatibilità con l’ambiente.