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28/11/2025
Campus Sostenibile

Crisi climatica, la voce del Politecnico alla COP30

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L'incontro annuale della Network of Networks a COP30

Si è chiusa lo scorso 22 novembre la trentesima Conferenza delle Parti, la COP30, che si è svolta nello stato brasiliano del Parà, nella città di Belém, ai confini con la foresta amazzonica.

In un momento storico in cui la crisi climatica supera sempre più spesso i confini del dibattito scientifico e condiziona le politiche economiche, sociali e industriali, la COP30 ha rappresentato un appuntamento fondamentale per mantenere vivo il confronto multilaterale e la possibilità di raggiungere un nuovo accordo tra le Parti che nel 1992, a Rio de Janeiro, aderirono alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC). A 10 anni dall’Accordo di Parigi, le aspettative per la COP30 erano molto alte, e sebbene i lavori svolti tra il 10 il 22 novembre non abbiano soddisfatto tutte le attese, alcuni elementi positivi sono comunque emersi: è stato confermato il riferimento alla soglia di 1.5° C prevista dall’Accordo di Parigi e, nel “Global Goal on Adaptation”, si è compiuto un passo avanti nel rafforzamento delle misure di adattamento, confermando la volontà di triplicare i finanziamenti destinati a questo ambito. Rimangono ancora aperte questioni cruciali, come l’assenza nel testo finale di un riferimento esplicito alle fonti fossili e di una roadmap dettagliata per dare concretezza al “transitioning away” dai combustibili fossili, concordato a Dubai nel 2023. 

Eppure i report dell’IPCC e le analisi e approfondimenti degli scienziati e scienziate del clima mostrano un quadro chiaro: la curva delle emissioni globali non diminuisce alla velocità necessaria, gli impatti del riscaldamento globale sono già evidenti e la finestra temporale per mantenere l’aumento della temperatura entro 1,5°C, come richiesto nell’Accordo di Parigi, si sta drasticamente riducendo. 

In questo scenario, serve un cambio di passo concreto, fondato su azioni credibili, misurabili e basate sull’evidenza scientifica. Proprio per questo, il ruolo della ricerca, della formazione e dell’innovazione è oggi più cruciale che mai. La partecipazione alla COP30 da parte del Politecnico, che fin dalla COP26 di Glasgow partecipa come “observer” accreditato presso l’UNFCCC, è motivata proprio da questa esigenza: portare competenze, dati, strumenti, evidenze e visioni capaci di contribuire alla definizione delle politiche climatiche globali.

Nei Padiglioni della Blue Zone della COP30, parallelamente alle negoziazioni condotte dai rappresentanti governativi sui temi al centro dell’agenda della Presidenza brasiliana, il Politecnico ha portato, insieme ad altri atenei internazionali, il nuovo Padiglione Higher Education for Climate Action, presente per la prima volta nella storia delle COP, completamente dedicato al ruolo strategico delle università. La presenza del Padiglione alla COP è stata resa possibile grazie al lavoro di rete di oltre cinque anni, e il contributo del Politecnico è stato valorizzato anche dalla presenza del logo, testimonianza del valore strategico della collaborazione tra le università nel fronteggiare la crisi climatica e nel rafforzare l’impatto della ricerca e della formazione a livello globale. 

In questo Padiglione la Vicerettrice per Campus sostenibile e Living Lab Patrizia Lombardi il 13 novembre ha presieduto il panel Sport, Climate, and Community: Advancing Sustainable Development through Academiaportando l’esperienza del progetto Sporty Campus del Politecnico, e condividendo con gli altri relatori di università italiane ed estere le riflessioni sul ruolo dello sport come leva di sviluppo territoriale sostenibile e di innovazione sociale, per promuovere resilienza urbana e inclusione. Nello stesso Padiglione, il 17 novembre, Mariachiara Zanetti, Vicerettore per le Politiche territoriali, nazionali ed europee, ha moderato l’evento High level formation in climate change performed by higher education institutions: learning by doing, a cui ha partecipato anche Vincenzo Riggio, docente presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI, evidenziando l’importanza dell’apprendimento esperienziale e dei percorsi formativi avanzati per preparare le nuove generazioni ad affrontare le sfide della transizione climatica.

Un altro “side event”, organizzato l’11 novembre dal Politecnico con l’Università Bocconi negli spazi dedicati agli eventi ufficiali della Conferenza, ha riguardato il tema della Local climate finance for a just transition to carbon neutral and resilient cities. In questa occasione, la Vicerettrice Patrizia Lombardi ha illustrato il significativo contributo dell’Ateneo al Climate City Contract della Città di Torino, nell’ambito della Missione “100 Climate-Neutral and Smart Cities” della Commissione Europea, che mira a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030.

L’Ateneo è stato protagonista anche di altri due eventi entrambi sul tema delle Nature based solutions, questa volta nel Padiglione dell’Italia.  In particolare, il 12 novembre la Vicerettrice Lombardi è intervenuta nel panel Nature-Based Solutions for Resilient and Carbon Neutral Urban Areas presieduto dall’Università Bocconi, mentre il 15 novembre il Politecnico ha coordinato, insieme all’Università del Piemonte Orientale, l’evento della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS) dal titolo Universities for Adaptation: nature-based solutions and skills for resilience, presieduto e moderato dalla Vicerettrice Lombardi in qualità di delegata ai rapporti internazionali della RUS, ha portato l’esperienza del Politecnico sulle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici.

Oltre agli eventi in programma, la Vicerettrice Lombardi è stata inoltre invitata a intervenire dalla Global Alliance for Sustainable Energy, di cui il Politecnico è membro fondatore, all’evento Accelerating Zero & Low Emission Technologies in Hard-to-Abate Sectors, presso il Padiglione del Global Renewables Hub; alla presenza di esperti del settore, il dialogo si è concentrato sullo sviluppo di strategie di decarbonizzazione e sull’impiego su larga scala delle energie rinnovabili, mettendo al centro il tema dell’armonizzazione degli standard per la misurazione dello Scope 3 e dell’integrazione di solidi principi ESG lungo le catene del valore dell’energia.

La presenza del Politecnico alla COP30 conferma la volontà dell’Ateneo di assumere un ruolo attivo nel dibattito internazionale e di contribuire con competenze scientifiche e tecnologiche allo sviluppo di soluzioni efficaci contro la crisi climatica e alla policy advocacy su questi temi. Ricerca, innovazione, formazione, valorizzazione della conoscenza, living lab e policy advocacy: sono questi gli strumenti attraverso cui il Politecnico continua a lavorare per un futuro più sostenibile, equo e resiliente, mettendo al centro giovani e competenze.