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22/10/2025
Ricerca e innovazione

Architettura per un mondo surriscaldato: il DAD alla 14esima BIASP

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Pannello del DAD
“Adapting the Built Legacy” il progetto del DAD in mostra alla Biennale Internazionale di Architettura

Che risposta può dare l’architettura a un mondo che cambia, segnato da crisi ambientali, climatiche e sociali? È questa la domanda che ha guidato la 14ª Biennale Internazionale di Architettura di San Paolo – Architectures for an Overheated Planet conclusasi il 19 ottobre 2025 presso il Parco Ibirapuera di San Paolo (Brasile), che quest’anno ha ospitato anche il Concorso Internazionale delle Scuole di Architettura e Urbanistica.

Tra le oltre 130 proposte provenienti da tutto il mondo, soltanto 30 sono state selezionate dalla giuria, e tra queste figura il progetto del Dipartimento di Architettura e Design-DAD intitolato “Adapting the Built Legacy: Unlocking the Reuse Potential of Dismissed Buildings in Post-Industrial Cities”.

Il progetto, inserito nell’asse tematico “Refurbishing More and Building Green”, affronta la questione del riuso adattivo degli edifici obsoleti e della riduzione delle emissioni di gas serra legate alla costruzione e all’utilizzo degli edifici, proponendo strategie sostenibili di rigenerazione urbana.

Il progetto Adaptive Reuse of the Built Legacy raccoglie oltre 40 proposte di design sviluppate da 130 studenti internazionali, organizzati in team lungo tre anni accademici. I lavori si concentrano sul riuso di edifici e siti urbani dismessi nella città di Torino, selezionati tra 20 immobili del patrimonio comunale e altre aree di rilevanza urbana. Un lavoro che integra ricerca e didattica in un approccio interdisciplinare che combina progettazione architettonica e urbana, tecnologia dell’architettura e meccanica strutturale.

L’obiettivo è trasformare il patrimonio edilizio esistente in risorsa per la rigenerazione culturale, sociale ed ecologica della città, promuovendo l’idea che le nuove funzioni devono seguire le forme esistenti. 
Alla Biennale sono stati presentati quattro progetti relativi a tre siti torinesi, documentati attraverso modelli fisici, disegni critici e sezioni di progetto.

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padiglione allestito
Interno del padiglione allestito nel Parco Ibirapuera di San Paolo

Il team è composto dalla professoressa referente del progetto Elena Guidetti, dal direttore del Dipartimento Michele Bonino, dal docente referente del corso di laurea magistrale in Architecture for Heritage Emanuele Morezzi e dal professore titolare del corso Adaptive Reuse of the Built Legacy Matteo Robiglio del Dipartimento di Architettura e Design-DAD, dal professore Tomà Berlanda del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST e dal professore Amedeo Domenico Bernardo Manuello Bertetto del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica-DISEG.
A cui si aggiungono i tutor e collaboratori del corso che hanno curato la candidatura: Necdet Ayik, Ebru Emirbayer e Ludovica Rolando.

I progetti inclusi sono stati selezioni tra i team di studentesse e studenti internazionali che hanno partecipato alle ultime due edizioni del corso: Camila Cadena, Marvin Gronski, Nour Tabet, Melis Guher Ferah, Sahar Tajzadeh, Ahmet Can Basak, Shadi Masihi Pour, Kosar Mohammadi, Jessica Sagar, Laura Zotaj, Parisa Abna, Mahtab Fallah, Fatameh Zarnoosheh e Belynda Aggad

La partecipazione del Politecnico di Torino alla 14ª edizione della Biennale di San Paolo, una delle principali piattaforme di dibattito sulla cultura architettonica in Sudamerica, con una partecipazione all’inaugurazione di più di 3500 visitatori e visitatrici per una stima di più di 300.000 ingressi nel corso dell’evento, conferma ancora una volta l’impegno dell’Ateneo nella promozione della sostenibilità, del riuso e dell’innovazione progettuale, valorizzando il contributo della formazione universitaria italiana nel dibattito architettonico internazionale.

La professoressa Elena Guidetti conclude: “Attraverso i progetti di riuso adattivo dei nostri studenti abbiamo voluto mettere alla prova le pratiche sviluppate al Politecnico di Torino, aprendole al confronto con le esperienze dell’America Latina per generare nuove connessioni e favorire ibridazioni.”