
Alla scoperta dell’architettura moderna tra le due sponde dell'Atlantico

“Vínculos inter-culturales entre Europa y América Latina: construyendo la arquitectura de la modernidad” – in italiano, Legami interculturali tra Europa e America Latina: costruire l'architettura della modernità – è il titolo della mostra che attraversa l’oceano Atlantico e invita a una riflessione approfondita sui progetti nati dagli scambi culturali tra i due continenti.
La mostra raccoglie gli esiti delle attività di eX_MoMo|Exchanges of Modern Movement, un gruppo di ricerca interuniversitario e interdisciplinare fondato nel 2020 presso l’Università di Belgrano a Buenos Aires e riconosciuto, in seguito ad accordi istituzionali, dal Politecnico di Torino, dall’Universitat Politècnica de Catalunya e dall’Universidad Politécnica de Madrid. Curatrice della mostra e responsabile della redazione del catalogo è Federica Ciarcià, docente dell’Universidad de Belgrano (UB-FAU) formatasi al Politecnico.
Tema centrale delle linee di ricerca del gruppo è aprire una nuova fase di dibattito sugli scambi all’interno del Movimento Moderno europeo e latinoamericano, focalizzandosi sugli autori, le opere e i progetti, che riguardano sia l’architettura che l’urbanistica, a partire dal patrimonio archivistico. La valorizzazione delle fonti d'archivio consente di esplorare i progetti nati dai flussi migratori di architetti, ingegneri e designer tra gli anni Venti e Settanta del XX secolo, che hanno vissuto esperienze accademiche e professionali tra Europa e America Latina, al fine di valorizzare e diffondere il patrimonio culturale, esito di questi incontri.
Inaugurata nell’agosto del 2022 a Buenos Aires, la mostra ha fatto tappa nel 2023 a Barcellona e nel 2024 al Castello del Valentino, sede storica del Politecnico, per poi volare sull’altra sponda dell’Atlantico: lunedì 17 marzo approderà a Bogotà, presso l’Università Jorge Tadeo Lozano con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Bogotà.
Il focus della mostra antologica è quello di proporre una riflessione sui progetti, realizzati o rimasti negli archivi, risultato degli scambi transatlantici, attraverso una nuova chiave di lettura. Gli architetti e le architette al centro delle analisi hanno varcato i confini fisici e progettuali, modificando il proprio sguardo verso il paese di origine e il contesto sociale e culturale con cui si confrontano. Quest’esperienza si è sostanziata in una progressiva evoluzione della loro percezione dell’architettura e del territorio, contribuendo allo sviluppo di un patrimonio che ben sintetizza identità, necessità locali e innovazione tecnologica, oltre a diventare testimonianza di questa fase di modernità condivisa.
La mostra si articola in 30 pannelli e una mappa GIS, esplorando le traiettorie transatlantiche di 105 architetti e architette. È suddivisa in cinque tematiche principali: Patrimonio compartido, come esito degli scambi interculturali tra i due continenti; Mujeres de la modernidad, che riconosce il contributo delle progettiste nel diffondere i principi del Movimento Moderno; Viaje de ideas, che esplora come le idee abbiano influenzato la reinterpretazione dell'architettura; Archivos del Movimiento Moderno, che riflette sulla preservazione e valorizzazione del patrimonio realizzato tra il 1920 e il 1970 tra Europa e America Latina; e infine la sezione integrata in questa nuova tappa espositiva, Patrimonio Colombiano, per scoprire l’eredità delle contaminazioni architettoniche in questa terra, accompagnato dalla realizzazione di modelli in scala, permettendo un maggiore riconoscimento e diffusione del patrimonio locale da parte della comunità accademica e cittadina.
“L'esito di un periodo come Visiting Professor Long Term, tra il 2020 e il 2021, presso il Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio, è stata l'istituzione di un gruppo interuniversitario che ha consentito lo sviluppo di una ricerca che affronta in modo inclusivo il patrimonio culturale degli scambi progettuali del XX secolo tra Europa e America Latina – commenta la professoressa Ciarcià - La mostra, giunta al Politecnico di Torino grazie alla collaborazione con il DAD e in particolare con la professoressa Annalisa Dameri e il professor Paolo Mellano, è stata il passo successivo all'organizzazione di due cicli di conferenze internazionali, cui hanno partecipato oltre quaranta studiosi, con il riconoscimento di Docomomo International, Fondation Le Corbusier, Canadian Centre for Architecture, Special Collection della Frances Loeb Library (GSD-Harvard), tra gli altri. Attualmente, l'oggetto di una nuova tappa di ricerca del gruppo è AMA - Archivos de las Mujeres Arquitectas: el caso de Carmen Renard, un'iniziativa che mira a colmare le lacune sugli archivi delle progettiste che hanno contribuito su vari fronti - architettura, design, interni e urbanistica - alla formazione del patrimonio culturale del Novecento tra i due continenti.”

Un contributo fondamentale alla mostra è stato dato proprio dalla professoressa Annalisa Dameri e dal professor Paolo Mellano del DAD, che hanno realizzato una monografia sulla figura di Vicente Nasi, architetto torinese e colombiano di adozione, su cui sono poche le notizie, spesso frammentate e contraddittorie: scordato dalla sua stessa generazione e da quella subito successiva, sino a pochi anni fa è stato praticamente assente dalla storiografia. Nasi è oggi riconosciuto come uno dei padri fondatori dell’architettura contemporanea in Colombia, sia per il suo incarico di docente alla Universidad Nacional de Colombia, sia per il suo ruolo di progettista. Ha lavorato per cinquant'anni, tra Colombia, Venezuela, Italia, Africa e Stati Uniti, unendo elementi dell'eclettismo e del razionalismo, camminando tra i ricordi del suo passato torinese e la ricerca della modernità.
Il DAD, nell'ambito della missione di internazionalizzazione dell’Ateneo, ha da anni ampliato gli orizzonti di ricerca attraverso scambi e collaborazioni con alcune delle principali università sudamericane. In questo continuo scambio di esperienze, prospettive e conoscenze, la curiosità è il motore che guida il lavoro del dipartimento. Grazie ai progetti del DAD, è possibile comprendere come le ibridazioni culturali e il dialogo tra diverse tradizioni architettoniche possano dare vita a un autentico melting pot di idee e pratiche architettoniche.
“Nell’ambito della missione di internazionalizzazione del Politecnico, dal 2016, abbiamo istituito un gruppo multidisciplinare di docenti e ricercatori del DAD, con il progetto “La Cultura della Città” (inizialmente finanziato da un bando della Compagina di San Paolo), aprendo nuovi fronti di investigazione verso figure di progettisti e casi di studio molto interessanti e per certi versi inediti. – sottolinea il professor Mellano – Il caso di Vicente Nasi, architetto torinese emigrato in Colombia, e là diventato uno dei precursori del Movimento Moderno con esempi di architetture di grande qualità, è uno di questi.”
Con questa ricerca – conclude la professoressa Dameri - e con quelle che verranno - stiamo per aprire un fronte su Giovanni Buscaglione, architetto salesiano, ancora imbrigliato nelle maglie di un eclettismo fuori tempo - crediamo di poter scrivere nuove pagine di una storia ancora incompleta, sicuramente non chiusa, per sensibilizzare la cultura architettonica, in particolare del mondo accademico e universitario, oltre che gli organismi ministeriali, le fondazioni culturali e gli archivi, a un impegno comune e a una fattiva assunzione di responsabilità nella “tutela operativa” di un Patrimonio, relativamente recente, ma straordinariamente importante per la Cultura della Città e del paesaggio latino-americano. Per questo motivo ci troviamo ora In Colombia ed Ecuador per sviluppare ulteriori progetti di ricerca e di cooperazione accademica.”