La classificazione sistematica delle rocce

Le rocce magmatiche

Le rocce magmatiche si formano dalla solidificazione del magma, massa fusa ricca di elementi volatili, proveniente da zone relativamente profonde della Terra. Le numerose varietà di rocce magmatiche esistenti in natura non derivano da altrettanti specifici magmi originari, bensì da pochi magmi, detti "capostipiti", attraverso processi di progressiva differenziazione. 

Si distinguono tre raggruppamenti di rocce:

Si generano da magmi che si raffreddano molto lentamente in masse di notevole estensione all'interno della litosfera, a profondità variabili da 1 a oltre 10 km sotto la superficie terrestre.

Il lento raffreddamento del fuso magmatico permette la totale cristallizzazione della massa, e in genere i cristalli dei vari componenti mineralogici raggiungono dimensioni ben visibili ad occhio nudo (da 1 mm fino a 3 cm e oltre).

Tra le più comuni rocce intrusive si trovano i graniti, le sieniti, i gabri, le dioriti.

Si formano in genere a bassa profondità nella crosta terrestre, costituendo corpi di dimensioni limitate che si raffreddano più rapidamente rispetto alle rocce intrusive. La cristallizzazione dei fusi di solito è completa e la granulometria è minuta, spesso non visibile a occhio nudo o con lenti di modesto ingrandimento.

Tra le più comuni rocce ipoabissali troviamo le pegmatiti, le apliti e i diabasi.

Dette anche rocce vulcaniche, si formano quando il magma (che in questo caso è detto lava) affiora sulla superficie terrestre e provoca un'eruzione vulcanica e una o più colate. 

Il conseguente rapido raffreddamento genera una cristallizzazione totale del fuso, normalmente con granulometria molto fine (inferiore a 0,1 mm), oppure la formazione di una roccia completamente vetrosa o anche di rocce in parte cristalline e in parte costituite da vetro. Tutte le rocce vulcaniche possono inoltre contenere grandi cristalli formatisi all'interno del magma prima della fase eruttiva.

Tra le più comuni rocce vulcaniche si trovano i basalti, i porfidi quarziferi e le ardesiti.

Le rocce sedimentarie

Le rocce sedimentarie sono il prodotto della trasformazione di rocce affioranti sulla superficie terrestre a opera di agenti esogeni, come agenti atmosferici, acque superficiali, ghiacciai, attività marine, forza di gravità.

In base al loro processo di formazione le rocce sedimentarie si dividono in cinque categorie: 

Formate da frammenti di rocce preesistenti (clasti) disgregate meccanicamente e depositate dopo aver subito un certo trasporto. La classificazione di questo gruppo si basa essenzialmente sulla dimensione dei clasti e non tiene conto né dell'ambiente di sedimentazione, né della morfologia dei granuli.

Esempi di rocce sedimentarie sono le sabbie (incoerenti), le arenarie (coerenti), usate come materiale da costruzione, le ghiaie, le argille, i conglomerati.

Derivano dalla precipitazione di sostanze presenti in soluzioni acquose per modificazione dell'ambiente chimico, per sovrasaturazione dovuta all'evaporazione e, in alcuni casi, per l'azione di agenti biologici.

La suddivisione di questo gruppo si basa sulla composizione chimica dei precipitati: si distinguono rocce a chimismo essenzialmente carbonatico (dolomie, calcari, travertini, alabastri ecc.), siliceo (diaspri, calcedoni, agate), manganesifero, ferrifero, solfatico (gessi, anidriti), aloide (salgemmi, silviti, ecc.). 

 

Si originano per accumulo di sostanze prevalentemente organiche, vegetali e/o animali. Un sistema di classificazione adottato per queste rocce le suddivide in biogene, costituite da accumuli di gusci o da parti di strutture scheletriche prodotte direttamente da organismi viventi, e organiche, costituite dai prodotti della trasformazione di componenti biologici di tipo strettamente organico.

Altri sistemi classificativi delle rocce organogene si basano invece sul chimismo dei sedimenti, in parte supportato da criteri genetico-ambientali. Si distinguono così le rocce carbonatiche (calcari, dolomie), silicee (diatomiti, selci, radiolariti), ferrifere (ferri di palude), fosfatiche (fosforiti) e carboniose (carboni e petroli).

Comprendono le rocce derivate dall'accumulo di prodotti di eruzioni vulcaniche (mescolate o meno ad eventuale altro detrito) e per questo motivo vengono considerate a metà strada tra le rocce magmatiche effusive e le rocce sedimentarie.

tra le più comuni si trovano i tufi e le ceneriti.

Livelli superficiali della crosta terrestre che derivano dall'alterazione di un substrato roccioso a causa dell'azione di fattori fisici, chimici, biologici e, spesso, per l'intervento umano.

Le rocce metamorfiche

Le rocce metamorfiche derivano da una serie di processi in cui le rocce che vengono a trovarsi al disotto della superficie terrestre sono sottoposte a variazioni di temperatura e/o pressione.

Rocce che derivano dalla trasformazione essenzialmente termica (metamorfismo di contatto) di rocce preesistenti che sono venute a trovarsi a contatto con un corpo magmatico di alta temperatura attorno al quale avvengono fenomeni di ricristallizzazione. La zona interessata prende il nome di aureola metamorfica

Tra le rocce più significative si segnalano i marni e gli skarn.

Si tratta di rocce prodotte da un metamorfismo di dislocazione, localizzato per lo più in prossimità di faglie o di sovrascorrimenti. 

Si originano per metamorfismo regionale, caratterizzato dalla presenza di intense pressioni e di variazioni di temperatura. Questo tipo di metamorfismo è il più diffuso in natura e interessa vaste aree della crosta terrestre. 

Tra le più comuni si ricordano gli gneiss, i micascisti e le anfiboliti.

Sono rocce estremamente rare, caratterizzate da elevatissime pressioni e temperature, che derivano dall'impatto di meteoriti su rocce terrestri.

Si generano per fusione parziale di una roccia metamorfica soprattutto a causa di elevate temperature. 

Questo fenomeno, limite estremo del metamorfismo regionale, porta alla formazione di rocce miste, costituite da una parte di neoformazione, prodotta dalla fusione, e da una parte pressoché non modificata della roccia originaria.