Elaborazione grafica con raggio laser
27/07/2023
Ricerca e innovazione

Tutta una storia di persone e di tecnica

Immagine
Macchinari CEMAS

Questione di persone e di tempi di realizzazione. La storia del lavoro comune tra Politecnico e CEMAS Elettra, multinazionale con il quartier generale a Carmagnola è tutta qui. Ed è una bella storia.

“Tra il 2014 e il 2015 – racconta Michele Perlo, CEO di CEMAS -, cercavamo qualcuno che ci aiutasse ad affacciarci al mondo del laser per la saldatura dei polimeri, per allargare la nostra offerta di macchine. Avevamo sott’occhio la tecnologia laser che riusciva a spuntare quotazioni migliori anche perché era meno frequentata dalla concorrenza asiatica. Anzi, avevamo perso alcuni lavori perché privi della tecnologia giusta. Ho iniziato a cercare in rete e in particolare tra le informazioni fornite dalle università. In un primo momento sono capitato sul sito dell’università di Southampton a cui ho scritto senza ricevere risposta. Poi sono arrivato al Politecnico di Torino, che mi ha risposto”.

Perlo poi aggiunge: Solo dopo ho conosciuto Luciano Scaltrito che prima di tutto mi ha spiegato come non solo a Southampton si studiasse il laser. Da lì è nato tutto. Nel gennaio del 2015 abbiamo iniziato a lavorare insieme per rispondere ad una prima commessa che arrivava da una società del Gruppo Marelli”.

Intesa tra persone, quindi, che lo stesso Scaltrito (docente del Dipartimento Scienza Applicata e Tecnologia – DISAT del Politecnico) spiega: “Abbiamo cominciato con una macchina per la saldatura laser, con i primi test e poi con la prototipazione e i primi investimenti. Prima di allora, in CEMAS, seppur chiari gli obiettivi e le richieste dal mercato non erano disponibili le conoscenze e le risorse umane da dedicare”. Il lavoro tra Politecnico e azienda comincia quindi con un percorso comune di progettazione e con il finanziamento di una borsa di dottorato di ricerca interamente sostenuta dall’azienda. “Noi – dice adesso Scaltrito -, ingegnerizzavamo la sorgente laser e loro costruivano le parti di guida ottica della macchina. Nell’ottobre del 2016 CEMAS presenta la prima macchina per saldatura laser ad una fiera del settore. Certo, quella era una macchina ancora prototipale: ci sono voluti ancora due anni per arrivare al prodotto affidabile come atteso dal settore automotive ‘premium quality’”

Perlo e Scaltrito, quindi, iniziano a cercare fonti di finanziamento: partono dai bandi regionali Manunet (finanziati da fondi europei del Programma Horizon 2020 Azione ERA-NET COFUND) per poi arrivare ad altre possibilità come piattaforma tecnologica di filiera PiTeF e bando IR2 dedicato all’industrializzazione dei risultati della ricerca (entrambi finanziati dalla Regione Piemonte attraverso fondi POR-FESR 2014-2020). CEMAS estende il campo di applicazione delle proprie macchine laser e in collaborazione con la Vichay Semiconductors, che ha un laboratorio di ricerca presso la Cittadella Politecnica, sviluppa un primo prototipo di macchina per trattamento termico dei semiconduttori.

La collaborazione tra CEMAS e Politecnico non si ferma quindi a una macchina per la saldatura laser. “Nel tempo – dice ancora Scaltrito -, abbiamo aggiunto una nuova tecnologia di saldatura simultanea multifibra. Dalla prima macchina siamo arrivati a quattro tipologie diverse in grado di soddisfare più esigenze. L’azienda ha poi deciso, attorno al 2020 di provare a investigare nuovi mercati”. È da lì che Politecnico e azienda avviano progetti per arrivare all’integrazione di sorgenti laser, per applicazioni nell’ambito della microelettronica, dedicati al trattamento termico localizzato dei semiconduttori, tecnicamente identificato come “laser aneealing”, i primi risultati vengono brillantemente raggiunti nel trattamento del silicio. “In questo ambito – aggiunge Scaltrito – siamo riusciti a progettare e realizzare un processo per ‘attivare la specie drogante’ nei semiconduttori su wafer di silicio sottili senza interferire con i dispositivi elettronici precedentemente fabbricati. L’uso del laser rende questo processo rapidissimo e l’unica via possibile per il trattamento termico di wafer sottili con dispositivi già realizzati – ‘post processing’. Con CEMAS siamo riusciti a realizzare una macchina laser, seppur in scala prototipale, in grado di effettuare questa lavorazione e che ha ottenuto risultati migliori rispetto all’unico concorrente mondiale ad oggi esistente. Un mercato che CEMAS intende penetrare attraverso l’ingegnerizzazione di questa macchina di processo.”

Ricerca, dunque, e produzione. Ma non solo. Politecnico e CEMAS hanno anche realizzato nel tempo una forte collaborazione anche sul fronte della formazione dei giovani attraverso una serie di dottorati di ricerca. “L’azienda – viene spiegato oggi da Perlo -, è cresciuta anche in termini di occupazione proprio in virtù del lavoro fatto con il Politecnico”.

Ma quali scogli sono stati superati? Perlo non ha dubbi: “Noi come impresa abbiamo trovato risposte tempestive e adeguate alle nostre esigenze. Certamente ci sono state difficoltà, ma gli scogli sono stato superati insieme. Tutto davvero dipende dalle persone”. Mentre Scaltrito dice: “Se le aziende si affidassero alla collaborazione con il mondo della ricerca come ha fatto CEMAS, il Politecnico potrebbe diventare molto più forte nella generazione di innovazione. Ma è una questione di intesa a cui segue la volontà di affidarsi alla ricerca”. E non solo. Scaltrito infatti aggiunge: “È necessario riuscire ad individuare chiaramente le necessità dell’impresa e i tempi di realizzazione delle risposte tecniche adeguate a permettere all’azienda di andare sul mercato al più presto e poi aggiungere eventuali ottimizzazioni necessarie”.