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19/05/2023
Ricerca e innovazione

Speech Recognition Group: le tecnologie di intelligenza artificiale applicate al linguaggio

Lo Speech Recognition Group è il gruppo di ricerca del Politecnico che si occupa di riconoscimento automatico della voce, con particolare riferimento all’individuazione della lingua e del parlatore. Diretto dal professor Sandro Cumani, il team lavora sui metodi di intelligenza artificiale che combinano tecniche di apprendimento automatico classiche e modelli neurali. L’attività di ricerca si concentra, pertanto, sulla maggior parte degli aspetti del riconoscimento vocale, dello speaker e del linguaggio, studiando le tecniche di elaborazione dei segnali acustici, della fonetica e della modellazione lessicale.

Per gli importanti risultati raggiunti, il gruppo è stato invitato dal National Institute of Standards and Technology (NIST) a prendere parte a una competizione che ha coinvolto i principali gruppi di ricerca del settore a livello mondiale, sia pubblici che privati. Nello specifico, la gara promossa dal NIST (NIST LRE 2022) ha posto come obiettivo l’individuazione della lingua parlata in una serie di frasi fornite dagli organizzatori, utilizzando i modelli addestrati dai diversi partecipanti a partire dai dati forniti nel corso dell’evento. Al termine della competizione, gli organizzatori hanno stilato una graduatoria sulla base di specifiche metriche: criteri usati per valutare la qualità dei sistemi di riconoscimento proposti dai diversi enti in gara.

Il Politecnico ha accettato l’invito, partecipando al concorso con un team costituito per l’occasione da membri del gruppo di ricerca e da docenti di altre università: per il Politecnico il professor Cumani, il professor Andrea Bottino e il dottorando Salvatore Sarni; per l’Università di Enna Kore il professor Sabato Marco Siniscalchi.

Ottimo il risultato ottenuto per la squadra di Ateneo: su quattordici partecipanti - i migliori gruppi di ricerca sulla tecnologia di riconoscimento vocale nel mondo - il Politecnico è stato premiato con il secondo posto, mostrando così alla comunità scientifica l’importante lavoro portato avanti in Ateneo e ponendo le basi per future collaborazioni che sostengano gli sviluppi di uno studio in continua evoluzione.