Queering Universities
11/06/2025
In Ateneo

Per la Pride Week il Politecnico si interroga sui meccanismi di diffusione dell’odio

In occasione della Pride Week, il 5 giugno si è tenuto l’evento "Queering Universities. Conoscere e decostruire i meccanismi di diffusione dell’odio on e offline", promosso dal Centro Studi di Genere e dal Gender Research coordination Group (GReG) del Politecnico, insieme al Comitato Unico di Garanzia (CUG) di Ateneo.

L’iniziativa, ospitata nella suggestiva Sala dello Zodiaco del Castello del Valentino, si è proposta di esplorare le modalità con cui odio e stereotipi si diffondono nei mezzi di comunicazione – online e offline – con l’obiettivo di comprenderne le dinamiche e creare contro-narrazioni capaci di scardinare norme egemoniche e discriminatorie.

L’evento è stato introdotto da Greta Temporin, dottoranda in Gestione, Produzione e Design al Politecnico, e aperto dai saluti istituzionali di Tania Cerquitelli - in rappresentanza del Rettore - Arianna Montorsi, direttrice del Centro Studi di Genere, e Alessandra Colombelli, presidente del CUG. Sono intervenute per il Politecnico Tatiana Mazali, professoressa associata di Sociologia dei processi culturali e comunicativi (dipartimento DIST) e Giulia Beltramino, dottoranda in Gestione, Produzione e Design, insieme a Francesca Tampone, dottoranda in Analysis of Social and Economic Processes  presso l'Università di Milano-Bicocca.

L’incontro ha offerto uno sguardo critico sulle modalità con cui si diffondono odio, stereotipi e narrazioni escludenti nei media e nei social network, mettendo in luce le dinamiche strutturali e intersezionali alla base dei discorsi discriminatori. 

Numerosi gli spunti emersi anche dal confronto con il pubblico. Si è discusso del ruolo delle narrazioni sulla mascolinità nel perpetrare stereotipi e meccanismi discriminatori, del fatto che la violenza viene ancora percepita come un problema di chi la subisce, e del ruolo che l’anonimato gioca nel perpetuare l’odio online.

L’evento ha rappresentato un’importante occasione di dialogo e ha evidenziato quanto sia urgente lavorare alla costruzione di narrazioni alternative, capaci di includere, rappresentare e valorizzare soggettività troppo spesso marginalizzate. Per farlo, è fondamentale comprendere a fondo il funzionamento dei discorsi d’odio. Solo attraverso uno sguardo collettivo e intersezionale è possibile elaborare contro-narrazioni efficaci, in grado di trasformare immaginari e pratiche quotidiane, dentro e fuori le università.