Nuova spedizione del GlacierLab al ghiacciaio del Rutor
Proseguono le ricerche del laboratorio GlacierLab del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI nell’ambito del progetto cambiamenti_climatici@polito. Un gruppo di ricerca è tornato, dal 18 al 20 luglio scorsi, sul ghiacciaio del Rutor (presso La Thuile, in Valle d’Aosta) insieme al personale di ARPA Valle d’Aosta, per effettuare una serie di rilievi per lo studio della situazione di questo prezioso ambiente naturale e la valutazione delle ricadute a valle del ritiro del ghiacciaio, per esempio negli invasi.
L’attività, oltre a consentire un costante monitoraggio del ghiacciaio, si basa su un approccio multidisciplinare per analizzare l'evoluzione idro-morfologica della zona proglaciale, ovvero quella parte di territorio che in epoca recente si è trovata libera dai ghiacci. Il monitoraggio del ritiro del ghiacciaio e del bilancio di massa è importante soprattutto perchè quantifica la forzante che innesca i fenomeni di deposito ed erosione della zona proglaciale e la continua formazione di suolo nudo, con conseguente avanzamento della vegetazione.. Questo è l’aspetto più innovativo della ricerca in corso, svolta nell’ambito del GlacierLab nel progetto cambiamenti_climatici@polito, che vede il DIATI tra i “Dipartimenti d’Eccellenza” riconosciuti dal Ministero dell’Università e della Ricerca per il periodo 2018-2022.
L’analisi è ancora in fase iniziale perché tali misure richiedono ripetizioni pluriennali.. Lo scopo finale è impostare il bilancio idrico e solido (di sedimenti) di tutta l'area proglaciale, anche per capire quando e dove quest'area si comporta come un accumulatore di sedimento e quando come un emettitore. Le misure di portata liquida sono quindi capillari, e non solo alla bocca del ghiacciaio; è stato inoltre aggiunto un turbidimetro e le misure geomatiche sono state estese a tutta l'area. Inoltre, la settimana precedente alla spedizione, grazie alla collaborazione con Free University of Bozen-Bolzano e CNR-IRPI, il ricercatore Velio Coviello si è occupato dell'installazione di geofoni che catturano il "rumore" prodotto dai sedimenti ghiaiosi che si trasportano sul fondo del torrente in uscita del ghiacciaio.
I nuovi rilievi effettuati nel corso della spedizione – a cui hanno partecipato per il Politecnico Alberto Cina, Stefania Tamea, Carlo Camporeale, Fabio Giulio Tonolo, Andrea Ajmar, Paolo Maschio, Nives Grasso, Elisabetta Corte, Myrta Macelloni, Valeria Longhi, in collaborazione con il personale di ARPA VdA (Umberto Morra di Cella e Michel Isabellon) - saranno confrontati con i modelli 3D realizzati negli anni 2020 e 2021 su tutto il bacino e con le misure eseguite storicamente da ARPA VdA.