La rigenerazione territoriale nei progetti degli architetti di domani
Un piccolo comune molisano si è trasformato in un laboratorio sperimentale a cielo aperto grazie alla collaborazione tra il Comune di Castel del Giudice, paese in provincia di Isernia, e i Dipartimenti di Architettura e Design-DAD e di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST del Politecnico.
Il progetto, inserito all’interno delle iniziative previste dal “Bando Borghi” per la rigenerazione territoriale e lo sviluppo sostenibile finanziato dal PNRR con 20 milioni di euro, ha preso le mosse nel mese di ottobre scorso, quando cinquanta studenti e studentesse dell’Atelier Città e Territorio del corso di Laurea Triennale in Architettura approdarono per il loro viaggio-studio nel Molise: quattro giornate per conoscere abitanti, ascoltare ingegneri e amministratori locali e affrontare in chiave progettuale il tema della fragilità socio-spaziale dei territori di margine. Tornati in aula, gli studenti hanno ampliato i concept elaborati sul campo e il giorno degli esami, l’8 febbraio 2024, hanno presentato gli esiti dei loro lavori all’attenzione del Sindaco Lino Gentile di Castel del Giudice, del Responsabile dell’Area Tecnica Rosita Levrieri e della comunità dei Castellani della diaspora residenti a Torino.
Gli studenti sono stati chiamati a ragionare su due assi caratterizzanti il processo di rigenerazione di Castel del Giudice: su scala più ampia, il ripensamento degli spazi aperti del centro storico e dei vuoti urbani lasciati da calamità naturali come il terremoto del 1984; sulla scala architettonica, la progettazione di due opere strategiche per il futuro del paese, l’Ostello e il Social Housing.
L’Atelier è stato coordinato dai docenti Antonio De Rossi (Composizione Architettonica e Urbana), Chiara Giverso (Statistica) e Loris Servillo (Urbanistica) con la collaborazione dei dottorandi Mauro Fontana, Federica Serra e Matteo Tempestini.
“Stiamo lavorando nel Comune di Castel del Giudice in Molise – affermano Antonio De Rossi e Loris Servillo – sotto due profili: la didattica, e il supporto alla comunità nel Bando Borghi linea A. Le due cose si intrecciano, e ciò è importante. Da un lato facendo provare agli studenti un'esperienza di lavoro reale. Dall'altro lato affinando progressivamente i progetti iniziali della candidatura, puntando su abitabilità, dimensione sociale/produttiva e cultura, immaginando progettualità anche minimali (come il piano delle legnaie, o degli spazi dove trasformare i prodotti agricoli) che non snaturino gli usi tradizionali e familiari all'interno dell'insediamento storico”.
Le nuove generazioni di architetti hanno progettato nuove forme abitabilità, welfare ed economia. Questa esperienza per loro non solo ha rivestito un'importanza fondamentale dal punto formativo rendendoli partecipi e protagonisti del futuro, ma si è anche dimostrata importante per la Terza Missione dell'Ateneo, confermando ancora una volta il ruolo imprescindibile delle istituzioni accademiche nel favorire cambiamenti positivi per lo sviluppo del territorio e l'innovazione sociale a livello locale.