La campionessa Martina Caironi al Politecnico
Il Politecnico si conferma un centro di eccellenza non solo per la formazione ingegneristica, ma anche per la promozione di collaborazioni capaci di unire innovazione tecnologica, sport e inclusione sociale. Sabato scorso, 30 novembre, l'Ateneo ha avuto l’onore di ospitare Martina Caironi, vincitrice della medaglia d’oro nei 100 metri alle ultime Paralimpiadi di Parigi, che ha incontrato gli e le studenti del terzo anno del Corso di Laurea in Ingegneria Biomedica. L’incontro, tenutosi nell’ambito di una lezione dedicata all’evoluzione tecnologica delle protesi per amputati, ha visto il contributo dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide, azienda leader nel settore delle protesi e unico centro accreditato in Piemonte per il ginocchio bionico Genium X4, utilizzato dalla stessa campionessa lombarda.
Martina Caironi, nel suo intervento, ha condiviso la sua esperienza di vita e sportiva, raccontando come la tecnologia protesica abbia giocato un ruolo cruciale nella sua carriera di atleta. “Ogni passo è un risultato di innovazione e passione. Grazie a tecnologie all’avanguardia posso continuare a superare i miei limiti. È veramente importante avere le tecnologie adeguate, non solo per la vita sportiva, ma anche e soprattutto per la propria quotidianità”, ha affermato l’atleta.
Da diversi anni l’Officina Ortopedica Maria Adelaide condivide la sua esperienza nel campo delle protesi all’interno dell’insegnamento tenuto dalla professoressa Cristina Bignardi del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale – DIMEAS. “Collaboro con l’Officina Ortopedica Maria Adelaide dall’inizio degli anni ’90 nell’ambito di progetti sia didattici sia di ricerca – spiega la professoressa Bignardi – All’Officina mi lega uno dei primi Progetti Europei di carattere Biomeccanico in cui venne coinvolto il Politecnico di Torino, dedicato all’ingegnerizzazione di corsetti per scoliosi. L’evoluzione delle protesi per amputati è rapida e continua. Grazie all’intervento del dottor Roberto Ariagno ogni anno riesco ad offrire ai miei studenti quanto di più aggiornato ci sia su questo tema. I giovani hanno inoltre l’opportunità di vedere dal vivo come funzionano le mani mioelettriche, dove i movimenti articolari delle dita sono azionati dall’attività elettrica di gruppi muscolari residui nel moncone, e di confrontarsi con portatori di protesi, spesso giovani, che li coinvolgono emotivamente raccontando la loro esperienza. In ultimo l’intervento del dottor Ariagno ha anche lo scopo di illustrare uno dei contesti lavorativi dove la competenza dell’Ingegnere Biomedico costituisce un valore aggiunto”.
La lezione ha rappresentato un'importante occasione per la popolazione studentesca del Politecnico di approfondire il legame tra ricerca, tecnologia avanzata e miglioramento della qualità della vita. Durante la lezione Roberto Ariagno, direttore Officina Ortopedica Maria Adelaide, ha presentato anche la mano bionica COVVI, un esempio di avanguardia tecnologica nel campo delle protesi funzionali.