
In Ateneo la prima doctoral network school del progetto europeo ReBone
Quattro giorni di lezioni, laboratori e confronto internazionale per formare la nuova generazione di ricercatori e ricercatrici nel campo dei biomateriali.
È questo lo spirito con cui, dal 15 al 18 settembre 2025, il Politecnico ha ospitato la prima network school del progetto europeo ReBone, Doctoral Network finanziato dal programma Europe Horizon Marie Skłodowska-Curie (MSCA-DN), dedicato alla progettazione, realizzazione e analisi di impianti ossei bioattivi e personalizzati in vetro e ceramica. Coordinata dalla professoressa Enrica Vernè e dal professor Francesco Baino del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia-DISAT, l’iniziativa ha rappresentato un momento di formazione e confronto di alto livello per i giovani ricercatori coinvolti nel progetto.
ReBone è un progetto multidisciplinare che punta a migliorare i trattamenti dei difetti ossei di dimensioni critiche attraverso lo sviluppo di impianti bioattivi personalizzati. L’approccio innovativo combina strumenti avanzati di progettazione computazionale con modellazione in silico, tecniche di caratterizzazione di ultima generazione e metodologie di validazione sperimentale.
L’obiettivo è creare dispositivi che uniscano resistenza meccanica, proprietà fisico-chimiche ottimali e capacità di osteointegrazione, adattandosi alle esigenze anatomiche e cliniche di ciascun paziente.
La scuola, della durata di quattro giorni, ha offerto ai dieci dottorandi coinvolti nel progetto – tra cui Maria Erato Pianou del Politecnico – un percorso formativo intensivo articolato su due fronti: le competenze tecnico-scientifiche (hardskills) e quelle trasversali (softskills).
“Partecipare alla Network School del Politecnico di Torino è stata per me un’esperienza estremamente formativa e gratificante -racconta Maria Erato Pianou - Il programma ci ha dato l’opportunità di conoscerci e interagire a fondo, non solo attraverso le presentazioni accademiche, ma anche grazie ad attività che hanno rafforzato lo spirito di squadra e creato un vero senso di comunità all’interno del network di dottorato. Le presentazioni ci hanno permesso di approfondire i rispettivi progetti, offrendoci una visione più chiara dei diversi approcci e delle direzioni di ricerca intraprese.”
Non solo lezioni frontali e prove in laboratorio: la scuola è stata una preziosa occasione di confronto tra dottorande e dottorandi, supervisori e partner associati del progetto. Grazie agli interventi dei membri del consorzio, i partecipanti hanno potuto discutere lo stato di avanzamento dei progetti individuali, fare il punto sulla ricerca complessiva e verificarne l’allineamento con gli obiettivi e le milestone di ReBone.
La dottoranda Maria Erato Pianou aggiunge: “Per me è stato particolarmente significativo mostrare ai colleghi ciò su cui sto lavorando qui al Politecnico, dando loro l’occasione di vedere la mia ricerca in azione e comprenderne meglio il contesto e gli obiettivi. Questo scambio di conoscenze ha stimolato discussioni preziose e ci ha aiutato a capire come i nostri contributi individuali si inseriscano nel quadro più ampio del progetto. Allo stesso tempo, le conversazioni informali e i momenti di confronto con i supervisori hanno offerto nuove prospettive, incoraggiandoci a immaginare possibili collaborazioni e iniziative capaci di rafforzare l’impatto del nostro lavoro. Nel complesso, la scuola è riuscita a coniugare l’approfondimento scientifico con una forte connessione tra di noi, lasciandoci motivati e ispirati per i prossimi passi del nostro percorso di ricerca.”
Sul piano tecnico, le lezioni e le attività pratiche hanno approfondito le tecniche di additive manufacturing (stampa 3D) per dispositivi biomedici in materiale ceramico e vetroso, con particolare attenzione al robocasting e alla stereolitografia di materiali bioattivi.
Sono state inoltre presentate metodologie di sintesi e caratterizzazione avanzata di ceramici bioattivi, tecniche acustiche e microtomografiche per lo studio degli scaffold e approcci di modellazione computazionale per la progettazione personalizzata di impianti ossei.
Già nella prima giornata, i dottorandi e le dottorande hanno partecipato in laboratorio a una dimostrazione pratica di stampa 3D di materiali ceramici.
Accanto agli aspetti più strettamente scientifici, la scuola ha dedicato ampio spazio alle competenze trasversali. I partecipanti hanno seguito un workshop di comunicazione e outreach scientifico, con particolare attenzione all’uso dei social media, e un laboratorio di team building condotto da un docente certificato di improvvisazione teatrale. Hanno inoltre preso parte a un seminario sull’integrità della ricerca, tenuto da un esperto del CNR, che ha illustrato buone pratiche e comportamenti etici nella scienza.
Così concludono i docenti Enrica Vernè e Francesco Baino: “Seguendo lo spirito del progetto e sottolineandone i due pilastri – la creazione di una rete di dottorati che lavorano su tematiche inerenti alla rigenerazione ossea e la riduzione dei tempi di riabilitazione dei pazienti – vogliamo rilanciare lo slogan di ReBone: ‘Walk with us!’”