Il Politecnico al Festival del Cinema di Venezia
Anche quest’anno, il Politecnico è approdato al Lido di Venezia per partecipare all’81esima Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica che si è svolta dal 28 agosto al 7 settembre scorsi.
Come per l’edizione passata, l’Ateneo ha partecipato in qualità di giudice della rete UNIMED - Unione delle Università del Mediterraneo, l’associazione che riunisce 168 università di 25 Paesi delle due sponde del Mediterraneo: tra i 18 membri della giuria, figuravano infatti Giuseppe Bruno e Samuele Peira, studenti del corso di laurea in Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione.
La giuria UNIMED ha assegnato l’Award for Cultural Diversity 2024, il premio per il film che meglio rappresenta la diversità culturale, alla pellicola del regista Brady Corbet dal titolo “The Brutalist”, il quale ha anche vinto il Leone d’Argento per la miglior regia. Il film incarna i valori di cui la giuria si fa portavoce e lo spirito del premio: comprensione tra le culture, lotta contro le discriminazioni e una riflessione sulle radici della violenza e del conflitto.
Attraverso la sua potente narrazione dell’America del dopoguerra, il lungometraggio affronta temi come l’antisemitismo, l’esperienza degli immigrati e le dinamiche brutali del capitalismo.
Raccontando la storia di un sopravvissuto ungherese all’Olocausto che naviga in un nuovo mondo complesso, il film dimostra come l’arte possa trascendere i confini, sfidando gli spettatori a confrontarsi con le proprie assunzioni su storia, identità e strutture sociali.
“Partecipare al Festival del Cinema in qualità di giudice ha rappresentato l'apice dello straordinario percorso di studi all'interno di Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione. – ha dichiarato Giuseppe Bruno – L'opportunità di contribuire in un contesto così prestigioso mi ha arricchito sia dal punto di vista della conoscenza dell'industria cinematografica e delle sue complessità, sia sul piano pratico del lavoro di giurato: ho imparato l’importanza di assegnare un premio con responsabilità, senza trascurare alcun dettaglio nella valutazione complessiva, e a collaborare con gli altri giurati, ascoltando e valorizzando le loro opinioni per arrivare a una decisione condivisa e motivata”.
E Samuele Peira aggiunge: “Questo è stato il primo grande festival a cui ho preso parte ed è stata una delle esperienze più preziose della mia vita. Se è vero che il cinema, in quanto arte, debba farsi promotore di grandi messaggi, allora questa edizione del festival è stata un esempio ineccepibile di questo proposito. Sono state proiettate storie da tutto il mondo, trattanti i temi della discriminazione razziale, dei diritti della donna, della libertà sessuale, oltre ad argomenti controversi quali l’aborto, l’eutanasia e la crescita di assenso dell’estrema destra. Insomma, si è respirato un forte senso civico e artistico nel festival, che è quello che di meglio possa ambire di fare l’arte.”
Il Festival di quest’anno ha portato con sé una novità: la collaborazione del Politecnico con Canon, la multinazionale giapponese partner ventennale della Mostra di Venezia attiva nella costante ricerca di tecnologie avanzate. Grazie alla collaborazione con Canon, i professionisti del settore hanno incontrato i talenti emergenti dell’ingegneria.
Da qualche mese, infatti, la Business Unit dell’Imaging di Canon Italia, di cui Giuseppe D’Amelio è Country Manager, ha avviato con l’Ateneo una collaborazione per formare e coinvolgere gli studenti del corso di Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione nella scoperta delle più innovative attrezzature foto e video realizzate dall’azienda. Attraverso seminari, masterclass e tirocini, i professionisti di Canon hanno mostrato anteprime e “test drive” nell’ambito del rinnovamento del parco camere del Visionary Lab e si sono avviate attività congiunte con il team Vertigo Lab di cui è referente la professoressa Tatiana Mazali del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST.
L’incontro tra Canon e Politecnico si inserisce in un contesto più ampio di impegno condiviso per l'innovazione della Settima Arte, un settore che per evolvere richiede strumenti sempre più sofisticati e la capacità di soddisfare i bisogni della modernità; per questo motivo, la collaborazione con Canon si sta concretizzando attraverso le varie opportunità che l’Ateneo mette a disposizione delle imprese, verso una interazione più articolata e strutturata.
Il Festival del cinema di Venezia si conferma terreno fertile per mettere in campo conoscenze acquisite sui banchi dell’università. Il Politecnico, grazie al lavoro del suo collegio ICM – che riunisce i corsi di Ingegneria informatica, del cinema e meccatronica – ha saputo cogliere con prontezza ed entusiasmo l’opportunità offerta dalla rete UNIMED e attraverso la collaborazione con Canon si alimenta la sinergia tra tecnologie e creatività, formazione e industria, fondamentale per garantire che il cinema mantenga la sua rilevanza culturale e il suo impatto sociale.
“Quest’anno abbiamo festeggiato i primi 20 anni del corso di studi in Ingegneria del cinema e dei mezzi di comunicazione. – dichiara la professoressa Tatiana Mazali – La nostra presenza al Festival di Venezia sancisce un bel risultato. Il corso è nato e cresciuto seguendo una idea precisa che oggi il comparto delle industrie creative ben incarna nei propri modelli di lavoro e di business: per guidare la creatività del futuro, per costruire storie ed esperienze oggi, è necessario possedere competenze digitali profonde. Tecnologie e creatività si nutrono l’una dell’altra. I nostri studenti e studentesse lo sanno molto bene, la rete delle nostre collaborazioni, tra cui Canon, anche!”