È del Politecnico la vincitrice del premio Giovani ricercatrici e ricercatori categoria “Clima”
La dottoressa Katinka Bellomo, ricercatrice del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI, ha vinto nella categoria “Clima” il prestigioso premio Giovani ricercatrici e ricercatori indetto dal Gruppo 2003.
Il progetto di ricerca presentato da Katinka Bellomo porta il titolo “Future climate change shaped by inter-model differences in Atlantic Meridional Overturning Circulation response” e ha come obiettivo valutare l’influenza dell’indebolimento del cosiddetto “Capovolgimento meridionale della circolazione atlantica” o AMOC (Atlantic Meridional Overtuning Circulation) sul clima globale, nel contesto dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo.
La cerimonia per il conferimento della terza edizione del premio si è tenuta il 6 novembre scorso a Roma, presso la sede del CNR. Un’edizione da record per il gran numero di candidature arrivate: ben 543 giovani provenienti da tutta Europa. I premi sono stati suddivisi in 10 aree di ricerca attuali e multidisciplinari: Agricoltura, Alimentazione, Biodiversità, Clima, Cybersecurity, Energia, Intelligenza artificiale, Big Data e High Performance Computing per la sostenibilità, Nuovi materiali, Salute, Astrofisica e Spazio.
Il Gruppo 2003, giunto al 20° anniversario di attività, raggruppa scienziati e scienziate che lavorano in Italia e che compaiono negli elenchi dei ricercatori più citati al mondo nella letteratura scientifica. Alla base del Gruppo ci sono la passione per la ricerca scientifica e l’obiettivo di attrarre giovani talenti alla ricerca promuovendone il merito.
“È con immenso orgoglio che accetto questo prestigioso riconoscimento da Scienza in Rete, che premia la ricerca fondamentale sui complessi meccanismi che regolano il clima, – spiega Katinka Bellomo – la ricerca di base svolge un ruolo cardine nel fornirci una comprensione più profonda e strategica per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici. Inoltre, il nostro lavoro consente all’Italia di essere una voce nei dibattiti internazionali riguardo alla grave crisi climatica che stiamo vivendo.”