Foto di un macchinario di test per microchip messo a punto dall'azienda SPEA
29/06/2023
Ricerca e innovazione

Da Politecnico e SPEA elettronica “a prova di test”

La storia delle relazioni tra il Politecnico e l’azienda SPEA di Volpiano (TO), serve per capire quanto di buono può scaturire dalla collaborazione tra ricerca e impresa.

Un percorso virtuoso che non si esaurisce in un solo progetto ma che anzi si autoalimenta con sempre nuove iniziative e traguardi successivi da raggiungere insieme. Traguardi che fanno crescere l’impresa. Tutto fino a delineare una collaborazione organica basata su un rapporto di fiducia reciproca.Tutto inizia circa 30 anni fa: SPEA aveva un bisogno di ricerca di personale e di tirocini”, dice il Vice Rettore alla Ricerca Matteo Sonza Reorda che aggiunge: “Si tratta di un’attività che facciamo ancora oggi con SPEA e alla quale nel tempo si è aggiunto molto altro”.

SPEA dal 1976 progetta e realizza macchinari automatici per il collaudo di dispositivi elettronici, come microchip, wafer, sensori, MEMS, schede elettroniche, moduli di potenza e batterie per veicoli elettrici e dispositivi destinati al mercato di consumo. Le macchine di SPEA contribuiscono a garantire l’affidabilità e la qualità dell’elettronica usata in automobili, smartphone e tablet fino ai più complessi dispositivi in ambito aerospaziale, medicale e per la difesa.

SPEA è, in altri termini, la tipica impresa non troppo nota al grande pubblico ma che riveste un’importanza fondamentale per molte filiere industriali alla base di numerosi prodotti anche di uso comune. Con sede a Volpiano, SPEA conta ad oggi circa mille dipendenti e integra nella sua attività componenti tecnologiche molto diverse.

Negli anni – dice il professor Sonza Reorda -, siamo passati da un progetto a un altro coinvolgendo di volta in volta dipartimenti diversi del Politecnico”. Solo per fare qualche esempio, SPEA e Politecnico hanno lavorato e lavorano insieme per la manutenzione predittiva delle macchine di collaudo, un’attività fondamentale per prevenire il fermo degli impianti (per capire meglio, basta pensare che SPEA ha ormai oltre 11mila macchinari installati nel mondo). Altre ricerche hanno riguardato il collaudo di dispositivi ottici, l’ottimizzazione dei movimenti delle sonde, il progetto dei sistemi per movimentare i dispositivi da collaudare e per il collaudo di dispositivi MEMS. Impresa e ricerca si stanno anche organizzando per realizzare una collaborazione rivolta al mondo dei semiconduttori.

Nel tempo sono stati così coinvolti i Dipartimenti di Automatica e Informatica- DAUIN, di Ingegneria Elettronica e Telecomunicazioni-DET, di Ingegneria Gestionale e della Produzione-DIGEP, di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale-DIMEAS e di Scienza Applicata e Tecnologia-DISAT. Il professor Sonza Reorda precisa: “Il punto cruciale è di fatto uno solo: in SPEA l’attività è giustamente pilotata dal cliente e dal mercato; noi diamo una mano all’azienda ad avere una visione di medio-lungo periodo orientata però sempre alle ricadute della ricerca sull’operatività. In questo modo, l’azienda sa di avere al suo fianco una struttura in grado di sostenerla in ogni nuovo progetto che deve essere messo in piedi per rispondere al mercato. Si tratta di qualcosa che può essere replicato in tutte le realtà aziendali”.

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Foto del Rettore Guido Saracco insieme a Luciano Bonaria vestiti con toghe da cerimonia
Il Rettore Guido Saracco con Luciano Bonaria alla cerimonia di conferimento della Laurea Honoris Causa

Collaborazione di lungo corso, quindi, quella tra Politecnico e SPEA, che ha avuto a febbraio 2023 un’altra importante tappa con il conferimento della Laurea Honoris Causa in Ingegneria Meccatronica a Luciano Bonaria - fondatore e guida dell’azienda - e che proseguirà con una cooperazione ancora più integrata tra SPEA e Politecnico basata sulla fiducia tra produzione e ricerca che si alimentano reciprocamente.

E che proprio nelle parole di Bonaria trovano la migliore motivazione: “SPEA ha avviato consistenti programmi di espansione delle sue attività di ricerca e sviluppo, di produzione e di cooperazione con il Politecnico di Torino, per continuare a primeggiare nell’ambito della futura crescita tecnologica mondiale. Le aziende avranno sempre più bisogno di un consistente numero di talenti, che i nostri Atenei dovranno essere capaci a formare, con competenze specifiche e interdisciplinari in meccanica, elettronica, informatica, economia e gestione d'impresa. In particolare, serviranno moltissimi ingegneri con competenze interdisciplinari di alto ed altissimo livello, per effettuare le complesse attività di ricerca, di studio, di progettazione, di realizzazione, di validazione e di messa in opera, previste per ogni nuovo dispositivo che deve essere testato”. Bonaria quindi allarga il suo pensiero sottolineando: “SPEA è orgogliosa di inventare e produrre macchinari essenziali per il settore medicale, che contribuiscono a salvare vite umane e macchinari essenziali per il settore delle infrastrutture critiche che presiedono la vita nel mondo”.

Il presidente di SPEA quindi conclude con un esempio: Pensate se si dovesse danneggiare la scheda di un computer che controlla un aeroporto o un sistema di difesa…Il mondo non può essere riempito da chip che si rompono. Io sogno un polo industriale per le tecnologie legate al collaudo di dispositivi e sistemi elettronici”. Un polo che a Torino potrebbe davvero nascere.