Foto dell'ingresso del padiglione centrale della Biennale di Architettura di Venezia
12/02/2025
Ricerca e innovazione

Costruire la Biennale di Venezia

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Foto dei Giardini della Biennale

Pubblico e addetti ai lavori arrivati da tutto il mondo a Venezia per la prossima edizione della Biennale Architettura (10 maggio-23 novembre 2025) potranno visitare il progetto del Dipartimento di Architettura e Design-DAD del Politecnico, che per l’edizione 2025 coordina il design e la curatela di un’installazione in uno dei punti più importanti della manifestazione, la facciata del Padiglione Centrale ai Giardini. 

Il progetto speciale Constructing la Biennale, elaborato dal DAD in collaborazione con il Barabasi Lab e il Center for Design della Northeastern University di Boston (USA), intreccia la progettazione architettonica con la ricerca scientifica, riunendo nel gruppo di lavoro architetti, grafici, esperti di network science, di information design e di data visualization, etnografi dell’architettura. 

Attraverso questo approccio interdisciplinare, Constructing la Biennale racconta il “dietro le quinte” della prossima Biennale di Architettura – “INTELLIGENS. NATURAL. ARTIFICIAL. COLLECTIVE”, curata da Carlo Ratti, alumnus del Politecnico di Torino – approfondendo il processo curatoriale come impresa collaborativa. Seguendo il lavoro del team curatoriale e utilizzando sia big-data sia strumenti etnografici, il progetto cattura la complessità che sta dietro alla “costruzione” di una Biennale.

Le Biennali sono fondamentali per il discorso in ambito architettonico, in quanto piattaforme per il dibattito, la critica e la visibilità a livello globale. Tuttavia, la loro complessità operativa e le dinamiche che ne determinano i risultati spesso sfuggono alle narrazioni tradizionali. 

A partire da una ricerca condotta sull’evoluzione storica della Biennale Architettura e la sua intricata ecologia, i dati dell’edizione attuale – per esempio il numero di architetti partecipanti, le dimensioni e la provenienza dei team, i progetti e i loro temi - sono stati elaborati in mappe e diagrammi. Il team curatoriale e i tanti altri attori che stanno contribuendo a questa edizione sono stati intervistati, seguiti, filmati. Il risultato è una inedita rappresentazione di una rete complessa di attori, opere e temi che si sono coagulati, stratificati (o dissipati) nel tempo. 

Emergono le negoziazioni, le mediazioni e gli sforzi tecnici invisibili, così come l'interazione tra reti globali, contesti locali e diplomazia interdisciplinare, che spesso rimane nascosta dietro lo spettacolo.

“Quest’anno il Padiglione Centrale ai Giardini è chiuso per lavori - spiega il professor Michele Bonino, direttore del DAD, a nome del gruppo di lavoro - Il nostro progetto prevede la realizzazione di una nuova facciata che avvolge quella in restauro, facendo da supporto alla narrazione del processo curatoriale per diagrammi, mappe, film e fumetti: il “grande cantiere” della Biennale si sovrappone, lasciandolo intravedere, a quello delle opere di restauro del suo luogo più iconico.” 

Il progetto è coordinato da Michele Bonino, direttore del DAD, insieme ad Albena Yaneva (etnografia dell’architettura) dello stesso dipartimento e Albert-László Barabási (network science) e Paolo Ciuccarelli (information design and data visualization) della Northeastern University. 

Il team è composto da Edoardo Bruno, Valeria Federighi, Camilla Forina, Monica Naso, Alp Arda (con Noah Lenz e Zhenyi Chai) Micol Rispoli, Alessandro Armando del DAD; Benjamin Blackwell della Manchester University; Todd Linkner, Matthew Blanco, Rodrigo Dorantes Gilardi, Yixuan Liu, Csaba Both, Alice Grishchenko e Daria Koshkina della Northeastern University. 

Partecipano inoltre al progetto: SABO. branding + digital; Multimedia Lab, DAD, Politecnico di Torino; Geomatics for Cultural Heritage Lab, DAD, Politecnico di Torino.