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Mer 18 Dic
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Progettare ecologie fluviali

Le acque dolci costituiscono solo lo 0,01% dell'acqua mondiale e circa solo lo 0,8% della superficie terrestre. Eppure, questa piccola frazione di acqua globale supporta almeno 100.000 specie su circa 1,8 milioni, quasi il 6% di tutte le specie catalogate.

Tale biodiversità, però, è in forte calo, a un tasso maggiore di quello che ha luogo negli ecosistemi terrestri. Le zone umide sono diminuite tre volte più velocemente delle foreste e le popolazioni di vertebrati di acqua dolce sono diminuite dell'84% dal 1970 secondo il Living Planet Report 2020 del WWF. Questo vuol dire che un terzo di tutte le specie di acqua dolce è a rischio di estinzione, incluso il 30% dei pesci di acqua dolce. Tra le principali cause della perdita di biodiversità vi è l'alterazione del flusso creata da dighe e altre costruzioni umane, spesso correlate alla produzione di energia idroelettrica, utile anche per affrontare la crisi climatica.
Come è possibile convivere noi umani con altre specie? Come è possibile progettare tenendo conto delle loro esigenze? E come sensibilizzare chi progetta aree fluviali o su aree fluviali, così come i cittadini e le cittadine chi vivono nei loro pressi alla rilevanza e fragilità di queste aree? E come dunque progettare delle ecologie che permettano a ciascuna specie di essere sensibile alle altre?

Intervengono: Jessica Bianchera (critica d'arte e curatrice), Claudio Comoglio (ingegnere ambientale, Politecnico di Torino), Lara Giordana (antropologa, Politecnico di Torino), Oriana Persico (artista), Micol Rispoli (architetta, Politecnico di Torino)
Modera: Carlo Vincenzo Camporeale (professore, Politecnico di Torino)

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