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Lun 15 Apr
Seminari e Convegni

Transurbanizzazione. Ghetti e reticoli migratori

Lunedì 15 aprile 2024 Marco Omizzolo terrà l'evento dal titolo "Transurbanizzazione. Ghetti e reticoli migratori". L'incontro fa parte del Ciclo di seminari "Dagli asparagi in poi". Temporalità migranti tra geografie instabili e pratiche produttive del Progetto di Ricerca “CAMP-FORM(S) –Al di là del campo. Indagare opacità, forme e visioni del superamento come logica territoriale, coordinato dai professori Antonio Stopani e Camillo Boano.

L’intervento propone di ritornare sul fenomeno di "transurbanizzazione", concetto coniato per rendere conto delle trasformazioni dell’organizzazione sociale e urbana-rurale dell’Agro Pontino, che dal XX nel XXI secolo, sfumavano grazie all’implicita azione organizzatrice di immigrati sikh. Nella crisi della dicotomia "società urbana-società rurale", dei modelli gerarchici "centro urbano-periferia rurale", la "transurbanizzazione" permetteva di cogliere gli effetti del dispiegarsi di reticoli migratori, l’emergere di impreviste urbanità polifunzionali, mobili e apparentemente effimere. È all’interno di un modello insediativo disperso – le cui funzioni sono cumulativamente o singolarmente produttive e residenziali – che si è affermato un caporalato sikh costituendosi come chiave di volta dell’inserimento nel mercato del lavoro agricolo attraverso rapporti sociali transnazionali che coinvolgono le famiglie nel Punjab.

Tracciare una mappa concettuale dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni - caratterizzati dalla refugizzazione delle politiche migratorie a discapito di quelle imperniate sui decreti-flusso che avevano favorito il preponderante insediamento di comunità sikh nella provincia di Latina – significa studiare le trasformazioni dei rapporti di lavoro e delle nuove forme assunte dalle attività di intermediazione in rapporto ai modelli insediativi non sempre riconducibili ad isolati segreganti. In questo senso, il caso dell’Agro Pontino è pensato come un caso-studio per mettere in prospettiva le proprie dinamiche ad altri territori contraddistinti da insediamenti informali, chiamati "ghetti".

Biografia

Marco Omizzolo, sociologo, ricercatore Eurispes, presidente della cooperativa In Migrazione e di Tempi Moderni a.p.s., si occupa di studi e ricerche sui servizi sociali, sulle migrazioni e sulla criminalità organizzata. È autore di saggi e ricerche nazionali ed internazionali in particolare sullo sfruttamento del lavoro in agricoltura dei lavoratori stranieri. Collabora con il master “Immigrazione. Fenomeni migratori e trasformazioni sociali” dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e con redazioni di quotidiani e riviste italiane. Ha pubblicato recentemente “La Quinta Mafia” (RadiciFuture editore) e “Sotto padrone. uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana” (Feltrinelli).

Prossimi appuntamenti:
  • 4 Marzo 2024 - Marco Buttino, La società migrante africana
  • 20 Marzo 2024 - Timothy Raeymaekers, Il Confine Naturale
  • 15 Aprile 2024 - Marco Omizzolo, Transurbanizzazione. Ghetti e reticoli migratori
  • 29 Maggio 2024 - Seminario di ricerca
Il Ciclo di seminari chiama a raccolta diverse generazioni di studiosi e studiose che, negli ultimi 20 anni, hanno analizzato sotto luci disciplinari diverse il nesso tra migrazioni, organizzazione delle relazioni lavorative e agrocapitalismo. Nel rinnovato interesse per i mutamenti economici e territoriali delle campagne nei paesi mediterranei, numerose ricerche hanno evidenziato le complesse connessioni tra due tipi di informalità: quella degli intermediari tra produttori e manodopera (che il discorso pubblico identifica come ‘caporali’), e quella degli insediamenti dove risiedono i lavoratori in attesa del reclutamento (designati tra l’altro come ‘ghetti’ o ‘campi’ nei discorsi politico e mediatico).

Il Ciclo intende stimolare una riflessione critica sulla relazione tra queste due tipologie di informalità, interrogando gli strumenti con cui le politiche pubbliche si sono proposte di sradicare la prima attraverso la distruzione delle seconde, e la loro sostituzione con altrettante forme insediative isolate e spesso temporanee. Esso mira a proporre ai partecipanti di interrogare l’eterogenea materialità di tali insediamenti auspicando che tre prospettive di ricerca siano messe in tensione.

La prima caldeggia la necessità di un approccio diacronico degli insediamenti informali prendendo in considerazione tanto la loro proliferazione quanto la loro evoluzione verso caratteri sempre meno temporanei e stagionali. La seconda sollecita un’indagine approfondita della forma urbana degli insediamenti informali, del loro "fare" e "farsi città", delle attività e delle socialità che ne organizzano lo spazio e gerarchizzano gli usi. Infine, gli incontri prenderanno in considerazione le politiche pubbliche adottate finora, con l'idea che ogni intervento politico meriti di essere preparato con una descrizione attenta degli oggetti su cui intende intervenire, e dalla comprensione delle dinamiche mutevoli che li caratterizzano.

Per maggiori informazioni contattare antonio.stopani@unito.it