RISCHIO CHIMICO
Il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare i rischi per la salute di ogni lavoratore o lavoratrice, presenti nei luoghi di lavoro, e tra questi c’è anche quello da esposizione ad agenti chimici.
La valutazione del rischio chimico parte dal censimento delle sostanze e miscele utilizzate dal lavoratore o lavoratrice.
Per la raccolta delle informazioni, relative a sostanze chimiche utilizzate dal lavoratore o lavoratrice del Politecnico di Torino, essi sono tenuti a compilare la SIR on-line (Scheda Individuale di Ricognizione dei pericoli lavorativi), che è stata implementata sulla piattaforma Safety Live. L’utente si collega alla piattaforma, sceglie ‘Rischio lavorativo’, e apre la sezione rischi chimici, cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione.
Per identificare gli agenti chimici pericolosi ci si basa sulle informazioni scritte nelle Schede di Sicurezza (SDS) degli agenti chimici utilizzati. Nelle SDS sono anche scritte tutte le informazioni chimico-fisiche e tossicologiche, e quelle utili per la gestione delle sostanze e i corretti modi di utilizzo, sia per la salute e sia per l’ambiente.
La SDS è fornita dal produttore (come previsto dal regolamento Reach dell’Unione Europea) in formato cartaceo o elettronico, nella lingua del Paese destinatario e si sviluppa in 16 punti.
In particolare i dati che i lavoratori o le lavoratrici del Politecnico devono inserire nella SIR on-line, si possono trovare nelle SDS nelle sezioni:
1: Nome del prodotto, N. CAS (identificativo numerico che individua in maniera univoca una sostanza chimica).
2: Identificazione dei pericoli; le frasi H o “Indicazioni di pericolo” (Hazard Statements) sono composte dalla lettera H seguita da tre numeri, di cui il primo indica il tipo di pericolo (2 pericolo fisico; 3 pericolo per la salute; 4 pericolo per l’ambiente). Nella compilazione della SIR si inseriscono le indicazioni di pericolo H che iniziano con 2 e 3.
La valutazione del rischio di ogni agente chimico, si basa anche sulle quantità utilizzate, il tempo di esposizione, l’ambiente di lavoro, i DPI individuali e collettivi utilizzati; tali informazioni sono altresì inserite dall’utente.
RISCHIO CANCEROGENO, MUTAGENO E TOSSICO PER LA RIPRODUZIONE.
Gli Agenti cancerogeni sono quelle sostanze o miscele che causano il cancro o ne aumentano l’incidenza.
Gli agenti mutageni sono quelli di cui è accertata la capacità di causare mutazioni ereditarie nelle cellule germinali umane o da considerare come capaci di causare mutazioni ereditarie nelle cellule germinali umane
Le sostanze tossiche per la riproduzione o reprotossiche, sono quelle che hanno effetti nocivi sulla funzione sessuale, sulla fertilità di uomini e donne adulti, nonché sullo sviluppo della progenie, e gli effetti si manifestano dopo l’esposizione a una sostanza o miscela. (CLP)
COSA FARE OGNIQUALVOLTA SI INTENDA UTILIZZARE UN NUOVO AGENTE CANCEROGENO, MUTAGENO E TOSSICO PER LA RIPRODUZIONE IN LABORATORIO
ATTENZIONE! prima dell’acquisto di un agente cancerogeno/mutageno/tossico per la riproduzione è necessario richiedere l’autorizzazione all’uso , da inviare al Servizio Prevenzione e Protezione, che dovrà essere firmata, (dopo vari passaggi) dal Rettore.
Nel modulo di autorizzazione è richiesta la possibilità di sostituire l’agente cancerogeno/mutageno/tossico per la riproduzione.
Questo perché le misure di prevenzione hanno come obbiettivo quello di ridurre la probabilità che ci si possano generare dei danni alla salute del lavoratore o lavoratrice.
A tale proposito la normativa prevede che gli agenti CANCEROGENI (H350), MUTAGENO (H340) E TOSSICO PER LA RIPRODUZIONE (H360) siano sostituiti con altri non pericolosi o meno pericolosi per la salute. Con questa azione si eliminerebbe il rischio direttamente alla fonte. Nel caso non sia possibile, si deve ridurre il numero dei lavoratori o lavoratrici esposti o si devono introdurre nell’ambiente di lavoro, procedure o sistemi di lavorazione che riducano i rischi. Un ruolo fondamentale è anche occupato dalla formazione e informazione dei lavoratori o lavoratrici esposti o potenzialmente esposti.
Dopo l’approvazione dell’autorizzazione all’uso, il lavoratore o lavoratrice dovrà compilare la SIR on-line (Scheda Individuale di Ricognizione dei pericoli lavorativi), che è stata implementata sulla piattaforma Safety Live. L’utente si collega alla piattaforma, sceglie ‘Rischio lavorativo’, e apre la sezione rischi chimici, cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione.
Sorveglianza sanitaria
La valutazione del rischio degli agenti chimici, cancerogeni, mutageni, tossici per la riproduzione sarà messa a disposizione del Medico competente che deciderà a quale tipo di sorveglianza sanitaria si dovrà sottoporre il lavoratore o lavoratrice.
ATTIVITÀ IN LABORATORIO
Per quanto concerne:
- Norme di comportamento da seguire in laboratorio;
- Dispositivi di protezione tecnica (banchi aspiranti, cappe, glove box) sotto cui è necessario lavorare in funzione della tossicità e dello stato fisico dell’agente, compatibilmente con l’attività da svolgere [le cappe a ricircolo non sono idonee per manipolare agenti cancerogeni, infiammabili e radioisotopi];
- Dispositivi di Protezione Individuale da adottare in funzione delle caratteristiche fisico-chimiche e della tossicità dell’agente da manipolare;
- Caratteristiche degli armadi per lo stoccaggio degli agenti chimici;
fare riferimento alla ‘Guida alla sicurezza nei laboratori chimici ’.
Per quanto concerne l'utilizzo di agenti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione, si ricorda che è necessario inviare trimestralmente, a infermeria@polito.it e in copia a servizio.prevenzione@polito.it, per ciascun utilizzatore, il registro personale di utilizzo dell’agente cancerogeno ().
Nota: per quanto riguarda i sistemi di aspirazione, nel caso in cui si tratti di cappe a ricircolo o di cappe ad estrazione totale, dotate di filtri, è necessario verificare la corrispondenza tra i tipi di filtri e gli agenti da manipolare: se i filtri sono a carboni attivi, essi sono idonei per gas e vapori, se invece i filtri sono HEPA, essi sono idonei per le polveri. Analogamente è necessario verificare l’idoneità dei dispositivi di protezione individuale delle vie aeree in relazione agli agenti manipolati: un facciale filtrante non protegge dai vapori, protegge solo dalle polveri.
E’ inoltre necessario verificare che le cappe siano sottoposte a manutenzione periodica, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio della velocità frontale dell’aria di aspirazione [in base a quanto indicato nella norma EN 14175] e il ricambio dei filtri. Il manutentore deve rilasciare certificazione scritta delle verifiche periodiche che va conservata e, se richiesta, trasmessa al Servizio Prevenzione e Protezione.
GESTIONE DEI RIFIUTI PERICOLOSI
I rifiuti prodotti dalle attività di ricerca devono essere raccolti correttamente, suddivisi in base al codice CER (‘Catalogo europeo dei rifiuti’) di riferimento e alla classe di pericolo, all’interno di appositi contenitori, di adeguata resistenza e con vaschetta di contenimento in caso di rifiuti liquidi. Sui contenitori deve essere apposta un’etichetta identificativa del rifiuto, del codice CER e della classe di pericolo. E’ severamente vietata la miscelazione di diverse tipologie di rifiuti.
Per la gestione dei rifiuti è comunque necessario fare riferimento al referente del Dipartimento che si occupa del loro smaltimento.