Anagrafe della ricerca

La tutela degli addetti alle operazioni in cantieri in cui possa essere presente amianto è strettamente correlata ad evitare, quando possibile, qualsiasi accesso alle aree in cui è presente tale materiale o si sospetta che possa essere presente. In seconda battuta, quando l’esecuzione delle opere non possa prescindere dall’intervento umano nel cantiere, è indispensabile il corretto utilizzo di tutti i dispositivi di protezione previsti: stivali, tuta, maschera filtrante, occhiali, caschetto, etc… È poi essenziale assicurarsi che i dispositivi contaminati non escano dall’area segregata di cantiere, allo scopo di evitare di trasportare all’esterno fibre pericolose. A questo scopo è prescritto l’utilizzo di Unità di Decontaminazione Personale (UDP), tipicamente composte da tre locali: "Locale di Equipaggiamento” (spogliatoio sporco); “Locale Doccia” e “Locale Incontaminato” (spogliatoio Pulito)". Gli addetti al cantiere devono obbligatoriamente passare attraverso queste postazioni per procedere alla svestizione e alla pulizia prima di uscire nello spazio esterno. I passaggi della vestizione, durante la quale sono indossati i DPI, e della svestizione a fine lavoro sono particolarmente critici, e devono essere compiuti con la massima attenzione per evitare l’esposizione a pericoli. In queste fasi esiste il pericolo che per ridurre i tempi o per distrazione indotta dall’abitudine le operazioni di vestizione o decontaminazione siano svolte senza porre la necessaria cura, esponendo quindi al pericolo di inalare fibre pericolose. Per questa ragione si propone di sviluppare una UDP dotata di una postazione aggiuntiva di vestizione, equipaggiata con sistemi di visione e di elaborazione dell’immagine idonei a verificare che tutti i DPI siano correttamente indossati, autorizzando solo in questo caso l’accesso al cantiere. Allo stesso modo si propone di sviluppare una suite di sensori e algoritmi per il monitoraggio della fase di svestizione e decontaminazione da implementare nelle tre postazioni tradizionali, con lo scopo di verificare che tutti i passaggi siano effettuati correttamente, di nuovo autorizzando l’uscita dal cantiere solamente quando sia rilevata la corretta esecuzione della procedura. L’adozione di questa soluzione permetterebbe di mitigare fortemente il rischio correlato all’errata o incompleta esecuzione delle procedure di vestizione e svestizione/decontaminazione. Il progetto si pone poi il secondo obiettivo di studiare e progettare un dispositivo autonomo per il prelievo di terreno potenzialmente contaminato e la preparazione dei campioni da avviare alle successive analisi di laboratorio. In questo caso il razionale del progetto è evitare qualsiasi rischio connesso alla potenziale esposizione all’amianto o ad altre sostanze nocive durante la fase di acquisizione del campione. Si propone quindi di studiare un dispositivo di trattamento del terreno che utilizzi sottosistemi disponibili sul mercato e li integri opportunamente tra di loro attraverso opportuni sistemi di automazione, escludendo quindi la necessità di qualsiasi intervento umano. Il dispositivo sarà completato con un sistema automatizzato di raccolta del terreno di predisposizione e chiusura dei sacchi con i campioni. Allo scopo di rendere il sistema facilmente trasportabile si intende disporre i componenti all’interno di un rimorchio di opportune dimensioni, omologabile per l’uso su strada, che possa essere portato sul posto al traino di un veicolo a guida umana o, eventualmente, autonoma. Lo studio di un eventuale veicolo autonomo resta comunque al di fuori del perimetro del progetto, essendo questo tema oggetto di numerosi progetti di ricerca nel mondo.