Tecnologie digitali e questioni di genere: tech abuse e violenza domestica nella smart home
L’introduzione in ambito domotico di oggetti dotati di sistemi di intelligenza artificiale e tra loro in rete a seguito dell’emergere dell’Internet of Things (IoT) sta mutando il nostro rapporto con lo spazio domestico. Da un lato, l’estensione di tecnologie inizialmente sviluppate per applicazioni militari, pubbliche e industriali all’ambito della «sfera privata» della casa non pare essere accompagnata da un adeguato adattamento delle architetture interne e dei paradigmi di cybersecurity. Dall’altro, essa sembra implicitamente riprodurre una visione della casa, della distinzione pubblico/privato, dei ruoli di genere obsoleta e problematica. In questo Colloquium, Federica Merenda esamina tali questioni da una prospettiva che prende le mosse dai Feminist Science and Technologies Studies (STS) e dalla teoria politica femminista, per evidenziare come le relazioni tra i generi, la porosità tra sfera pubblica e privata e dinamiche di oppressione e resistenza caratterizzino le fasi di design, sviluppo e implementazione delle tecnologie applicate al contesto domestico. La presa di consapevolezza di tali dinamiche risulta fondamentale per evitare che la smart home diventi uno strumento di riproduzione e rafforzamento delle gerarchie esistenti.
Interviene: Federica Merenda, assegnista di ricerca in Filosofia Politica alla Scuola Superiore Sant’Anna, dove fa parte dell’Area di Ricerca in Studi di Genere e dove lavora al Progetto ENGINE per contrastare la violenza di genere. È anche docente di Filosofia Politica Femminista all’Università di Graz, in Austria. Nelle sue ricerche si occupa di teorie femministe, studi arendtiani ed etica delle tecnologie. Ha lavorato come Consulente su questi temi per il Dipartimento Transizione Digitale della Presidenza del Consiglio.
Introduce: Anna Di Palma (Dottoranda in Gestione, produzione e design, Politecnico di Torino)