Fusione imperfetta: cooperazione, coordinamento e competizione in un campo di ricerca emergente
La fusione nucleare attira oggi molta attenzione a causa delle speranze associate a una fonte di energia senza emissioni di carbonio. È conosciuta soprattutto grazie all'International Thermonuclear Experimental Reactor (ITER), un impianto di sperimentazione in costruzione nel sud della Francia. Meno noto è il fatto che le prime esplorazioni sulla fusione nucleare - la combinazione di nuclei atomici per rilasciare energia - sono state effettuate già negli anni Cinquanta. Ancora meno noto è il fatto che il laboratorio CERN di Ginevra ha istituito un gruppo di studio sul tema nel 1958, in risposta alle speranze riposte nella fusione nucleare per scopi pacifici. Allora come oggi, i ricercatori cercavano di creare una reazione di fusione artificiale come base per la produzione di energia per soddisfare i crescenti consumi. Utilizzando l'esempio del gruppo di studio del CERN, questo intervento analizza la fase pionieristica della ricerca sulla fusione nucleare e le speranze che ha suscitato. Illustra le difficoltà di coordinamento tra i vari gruppi di ricerca e di integrazione dei diversi approcci sperimentali quando la ricerca sulla fusione (pacifica) era ancora un campo emergente. L'intervento mira a stimolare la discussione sia sulla natura della cooperazione scientifica all'inizio dell'integrazione europea, sia sul problema di rimandare al futuro le soluzioni tecniche.
Interviene: Barbara Hof, postdoc presso l'Università di Losanna, Svizzera. La sua ricerca si concentra sul ruolo della conoscenza scientifica nelle relazioni internazionali. Ha pubblicato diversi articoli sulla storia dell’uso educativo di tecnologie e ora sta esplorando due temi principali: in primo luogo, come il computer ha cambiato le ricerche nelle scienze fisiche tra il 1960 e il 1990 e, in secondo luogo, la storia iniziale della fusione nucleare in Europa.
Introduce: Roberto Lalli (docente di Storia della Scienza e della Tecnica, Politecnico di Torino)