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01/10/2024
Studenti@PoliTO

Un nuovo record per il Team Policumbent

Velocità e innovazione sono la cifra del successo celebrato dal Team Policumbent nella sua ottava presenza alla World Human Powered Speed Challenge-WHPSC, la competizione che si svolge annualmente a Battle Mountain, in Nevada (USA), per premiare il veicolo a propulsione umana più veloce del pianeta.

Sono infatti gli e le studenti del Politecnico i vincitori di quest’anno, premiati nella categoria “Men, Arms only, Single rider” con Cerberus, l’handtrike reclinata guidata da Diego Colombari, campione paralimpico a Tokyo 2020 e con all’attivo numerosi successi a livello mondiale, europeo e nazionale.

In una gara che si svolge ad un’altitudine di oltre 1400 metri su un tratto rettilineo asfaltato lungo 8,05 km – al termine del quale una trappola di 200 metri permette di rilevare la velocità dei prototipi – Cerberus ha superato ogni record finora stabilito raggiungengo la velocità di 83.28 km/h e aggiudicandosi così il primo posto per la sua potente prestazione, sicura e affidabile in strada.  

Si tratta del primo prototipo a propulsione a braccia realizzato dal Team Policumbent: costruito con materiali compositi – tra cui la fibra di carbonio – si presenta come una handtrike completamente carenata e dotata di tre ruote, elemento, questo, da cui deriva la scelta del nome Cerberus con riferimento alla nota creatura mitologica a tre teste.

A fare la differenza, la capacità del veicolo di minimizzare gli attriti e al contempo di massimizzare l’affidabilità del componente grazie al cambio a pacco pignoni traslante, un sistema all’avanguardia interamente sviluppato dal team. Innovazione al centro, dunque, per questo prototipo che presenta una carenatura – apparato aerodinamico integrato o applicabile al telaio del veicolo – completa, consentendo da un lato di ridurre la resistenza aerodinamica del veicolo e dall’altra di proteggere il pilota dagli agenti atmosferici. Pilota a cui sarà inoltre permesso, grazie ad un doppio sistema di visione con telecamere, di vedere all’esterno nel corso dell’intero tragitto: una migliore visibilità che accrescerà quindi le possibilità, come già dimostrato nella gara che si è conclusa il 14 settembre scorso, la vittoria su strada.