Silvia Crosio inarrestabile: l’ingegnera del Politecnico vince un altro mondiale
Silvia Crosio è oramai una certezza nel mondo del canottaggio: con la medaglia d’oro nel quattro di coppia pesi leggeri vinta a settembre a Řečice in Repubblica Ceca raggiunge quota 5 mondiali vinti, dei quali due assoluti e tre under 23: oltre al suo incredibile talento ai remi, questo è stato reso possibile anche grazie al progetto Dual Career del Politecnico, il percorso di studi creato ad hoc dall’Ateneo che permette di coniugare attività sportive di alto livello con gli impegni accademici durante tutto il percorso universitario, dando anche la possibilità di ricevere una borsa di studio per particolari meriti accademici e sportivi. In questa intervista Silvia racconta della sua passione per lo sport, dei suoi sogni lavorativi e della disciplina che occorre per conciliare queste due intense attività.
Silvia, un altro splendido traguardo che ti porta a un totale di 5 mondiali vinti. Qual è la cosa che ami di più di questo sport e a che età hai iniziato a fare canottaggio?
Un risultato magnifico, non ci si abitua mai. È sempre un onore e un privilegio indossare la maglia azzurra, ogni volta è come se fosse la prima e per me è sempre motivo di orgoglio. Da quando sono nata ho respirato canottaggio: all’età di 9 anni ho iniziato a seguire i primi corsi e una volta iniziato il liceo ho intrapreso il percorso agonistico. Fin da subito ho amato ogni cosa di questo sport, soprattutto in primavera: dal suono dei remi quando si immergono in acqua fino all’incredibile sensazione che provi quando con tutta la tua forza ti muovi in sincrono con i compagni, è come una danza.
Essere sia studente del Politecnico che una sportiva di calibro internazionale deve richiedere sicuramente molte capacità di organizzazione e notevoli energie, soprattutto quando in parallelo sono aperte sia le sessioni di gara che le sessioni d’esame. Il progetto Dual Career ti aiuta in questo senso?
Il progetto Dual Career è fondamentale per riuscire a conciliare due attività così dense di impegni, soprattutto quando nel periodo estivo si aprono contemporaneamente le sessioni di gara e le sessioni d’esame: il programma del Politecnico mi offre la possibilità di accedere ad appelli straordinari in accordo con i docenti, questo mi consente di prepararmi al massimo in entrambe le attività. Coniugare sport e mondo accademico è molto complesso, richiede molta passione e molta disciplina. Avere a disposizione degli strumenti che rendano compatibili questi due mondi riduce lo stress e ti fa amare ancora di più ciò che fai.
Aver già conseguito la laurea triennale in ingegneria con il massimo dei voti e avere all’attivo già 5 mondiali vinti ti rende senza dubbio un modello, sia per i coetanei che per i più giovani sognatori. Quali sono i tuoi sogni accademici e sportivi?
Il mio più grande sogno è quello di riuscire a fondere in un’unica attività il mondo dell’ingegneria e il canottaggio, lavorando come ingegnere in ambito sportivo. Far coesistere in un unico mestiere queste due realtà è senza dubbio ciò che desidero di più, un mix perfetto di quello che sono e vorrò essere nel futuro. L’ingegneria e il canottaggio mi aiutano reciprocamente, l’una da un punto di vista pragmatico, l’altra per quanto riguarda la sana competizione, fondamentale in molti aspetti della vita quotidiana.
Hai dei progetti futuri in arrivo?
Adesso i raduni sportivi sono terminati e avrò un mese di pausa per poter ricaricare le energie. Nei prossimi mesi ritornerò in gruppo con la squadra e inizieremo a prepararci insieme per le prossime gare che ci aspettano. Ora è il momento di concentrarsi sugli esami in arrivo, cercando di portare a casa il massimo del risultato. È proprio questo secondo me il più grande insegnamento che dona lo sport: da ogni opportunità che la vita ti concede, che sia un mondiale o un esame, occorre trarre il massimo beneficio e il maggiore risultato possibile, sempre.