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16/06/2023
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Ricercatrice premiata per gli studi sulla sicurezza nello spazio e in città

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Sarah Azimi, ricercatrice al Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico (DAUIN)

"Le cose invisibili contano. Questa è la frase a cui ho pensato ogni giorno negli ultimi sette anni della mia vita”, si presenta così Sarah Azimi, vincitrice del premio IEEE Paul Phelps Continuing Education Grant, assegnato annualmente dalla IEEE Nuclear & Plasma Sciences Society (NPSS), e prima classificata del concorso organizzato dall’associazione IEEE Women in Engineering e dedicato alla sicurezza delle donne. Sarah Azimi racconta che, fin dall’inizio del suo percorso di dottorato al Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico, nel 2015, ha cominciato a maturare una forte passione per la ricerca sugli effetti delle radiazioni, sulla progettazione elettronica tollerante ai guasti e sulla computazione sicura e affidabile nello spazio. Oggi, in qualità di ricercatrice del CAD - Electronic CAD & Reliability Group di Ateneo, si occupa di supportare, attraverso tecniche, strumenti e servizi, il progettista di circuiti e sistemi elettronici. Le ricerche condotte dal gruppo coprono l'intero spettro delle tematiche classiche della progettazione assistita da computer, con particolare attenzione al collaudo, alla tolleranza ai guasti e alla validazione di circuiti e sistemi digitali descritti a vari livelli di astrazione.

Per il suo impegno nella ricerca, Sarah Azimi è stata candidata quest’anno al premio assegnato annualmente dalla NPSS che si occupa, tra gli altri, degli studi sull'ingegneria nucleare. Si tratta del premio IEEE Paul Phelps Continuing Education Grant, di cui Azimi è risultata vincitrice e in quanto tale invitata a partecipare, nel luglio prossimo, alla Conferenza IEEE sugli effetti delle radiazioni nucleari e spaziali, che si terrà a Kansas City, negli USA.

“Il mio impegno – spiega Azimiè finalizzato alla costruzione di un gruppo di ricerca forte e coeso, e alla promozione, con il lavoro di studenti, dottorandi e ricercatori, di un solido ponte tra l'ambiente accademico e l'industria spaziale. Credo infatti che lo studio degli effetti delle radiazioni, di cui pochi hanno oggi reale consapevolezza, offra agli studenti numerose opportunità, di innovazione e di risoluzione dei problemi”.

Negli ultimi anni, la ricerca di Sarah Azimi si è tuttavia ampliata, adottando le competenze acquisite in Ateneo per affrontare sfide che dalla sicurezza dello spazio guardano più vicino alla sicurezza della nostra società. Non solo più progettazione di dispositivi elettronici affidabili, dunque, ma un’attenzione sempre maggiore ai pericoli delle nostre città, all’aumento della violenza nelle strade, una violenza che colpisce in particolar modo le categorie più vulnerabili quali donne e bambini. Per Azimi la tecnologia, oltre a costruire un futuro sostenibile, deve infatti tutelare il presente in cui viviamo, accorrendo in aiuto di chi più ne ha bisogno. Sulla base di questa nuova consapevolezza, la ricercatrice del Politecnico ha recentemente assunto il ruolo di coordinatrice del progetto Fighting for a Future Free of Violence: Exploiting Surveillance Videos for Real-Time Detection of "Signal for Help", una ricerca che studia come, all’interno dei nostri agglomerati urbani, le tecnologie di rilevamento automatico possano intervenire efficacemente nel contrasto alla violenza nei confronti degli individui più fragili, sfruttando i progressi delle smart city come, ad esempio, l’installazione di telecamere di sicurezza nelle vie del centro.

Nell’ambito del progetto, Azimi ha partecipato, e quindi vinto, il concorso organizzato da IEEE Women in Engineering dedicato alla sicurezza delle donne. Il riconoscimento ottenuto ha motivato la ricercatrice a proseguire nello sviluppo dell’idea, coinvolgendo nel lavoro un gruppo di studenti di talento dell'Alta Scuola Politecnica, che stanno attivamente contribuendo all’avanzamento del progetto.

"Ogni volta, quando vado a lezione e vedo che le studentesse sono poche, provo tristezza e spero che, nel prossimo futuro, questa realtà possa cambiare – commenta Sarah AzimiSono convinta che organizzazioni come IEEE Women in Engineering possano svolgere un ruolo chiave nel motivare le giovani studentesse e ricercatrici a credere in se stesse e a contribuire a tutti i campi della ricerca e dell'ingegneria informatica. Per questo sono molto grata del riconoscimento che IEEE Women in Engineering ha deciso di attribuire al mio progetto e continuerò a lavorare per essere d’esempio alle future generazioni di donne ingegnere”.