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30/05/2024
Ricerca e innovazione

Mappare il vento dallo spazio

Misurare e mappare l’andamento del vento oppure delle onde per produrre energia con maggiore efficienza e continuità. È l’obiettivo di MESPAC, spin off nato da uno studio di fattibilità dell’Agenzia spaziale europea (ESA). Oggi MESPAC, spin-off del MOREnergy Lab del Politecnico, fornisce l’opportunità di usare dati provenienti dai satelliti di osservazione terrestre applicati al settore delle energie marine, in particolare per la produzione di energie dal vento oppure dalle onde.

“Siamo nati nel maggio 2022 con l’intento di adoperare i dati satellitari per la migliore descrizione di diversi fenomeni naturali. Abbiamo iniziato con le informazioni che descrivono l’andamento dei venti e delle onde”, dice Andrea Gulisano – ceo di MESPAC – che aggiunge: “Questi dati non sono continui ma hanno la caratteristica di presentare dei buchi di informazioni, perché i satelliti non sono sempre al di sopra del un punto che ci interessa monitorare. Noi abbiamo creato un modello matematico che riesce a rendere queste informazioni continue nel tempo ed estensibili nello spazio. Riusciamo cioè a costruire l’evoluzione temporale delle informazioni su venti e onde partendo da dati frammentati. Per fare questo, siamo in grado di combinare insieme dati satellitari con dati meteomarini misurati direttamente in vari punti del globo”.

Il lavoro di MESPAC serve per comprendere meglio, e con maggiore precisione, la reale suscettibilità delle aree marine dal punto di vista degli impianti per la produzione di energia eolica oppure da altra fonte. “Possiamo anche combinare – aggiunge Gulisano - i nostri dati con quelli di proprietà dei nostri clienti rilevati sul sito da loro scelto, riuscendo così ad ‘allenare’ ancora meglio i nostri modelli e consentire l’accesso ad informazioni molto più accurate in tempo reale che sono di notevole aiuto per le fasi di installazione e messa in opera delle turbine per la produzione di energia”.

Il metodo messo a punto da MESPEC può arrivare a effettuare previsioni in periodo breve (circa 6 ore) oppure medio (di circa 6-7 giorni) e si differenzia notevolmente dai metodi classici di previsione. Gulisano spiega: “La nostra soluzione, completamente data driven, cioè basata solo su dati rilevati, non si basa sull’utilizzo di modelli fisici di descrizione dei fenomeni meteomarini. Questo le permette di essere facilmente applicabile sui diversi siti di interesse offshore a livello globale”.

Ma a chi si rivolge MESPAC? “Ad oggi – spiega Gulisano – il target è costituito da grandi aziende impegnate nella produzione di energia; ma anche da società che fanno campagne di monitoraggio marino. Quello che stiamo sviluppando oggi, può però essere utilizzabile in prospettiva da chi si occupa di trasporti marittimi oppure da attività in mare”.

Tre, per ora, le principali fonti di finanziamento di MESPAC. In ordine cronologico, il Business Incubation Centre dell’Agenzia Spaziale Europea basato presso l’incubatore I3P del Politecnico, poi l’acceleratore basato ad Aberdeen TechX Clean Energy Accelerator promosso dal Net Zero Technology Centre e infine il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico per l’aerospazio, nato su iniziativa del Fondo Tech Transfer di CDP Venture Capital insieme a Obloo Ventures. “Adesso – precisa Gulisano - siamo in un fase di ulteriore ricerca fondi per sviluppare completamente il modello e arrivare ad una commercializzazione del servizio”.