Foto di Luca Paiardi che mostra un trofeo sul campo da tennis in terra rossa
06/07/2023
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Luca Paiardi nella “top five” italiana del tennis in carrozzina

Dopo un 2022 da Campione Italiano a squadre con il CUS Torino, il 2023 resta un anno particolarmente positivo per Luca Paiardi, architetto in forze agli uffici del Politecnico. Grazie al successo ottenuto al Torneo di Rho di giugno e al secondo posto al Torneo Nazionale di Gallarate disputato recentemente, infatti, il tennista in carrozzina torinese ha scalato altre posizioni nel ranking della Federtennis, piazzandosi al quinto posto – suo miglior risultato in carriera - e confermandosi come miglior atleta piemontese. A questo va ad aggiungersi il primo posto nella Champions Race, speciale classifica stilata in base ai punti ottenuti nei soli tornei disputati in Italia.

Dal suo ritorno alle competizioni nel 2022, Paiardi ha dimostrato di poter competere al livello dei migliori interpreti della disciplina, conquistando il Consolation Draw del Torneo Internazionale di Cremona, il Campionato Italiano a squadre con il CUS Torino, il Trofeo Nazionale di Rho e la seconda piazza in quello di Gallarate, oltre a diverse competizioni regionali. Il prossimo obiettivo sarà quello di calcare per la prima volta, nel 2023, le competizioni internazionali, con il primo appuntamento proprio a Torino nel Trofeo della Mole. L'appuntamento è dal 27 al 30 luglio al Circolo della Stampa – Sporting di Corso Giovanni Agnelli 45.

«Dopo 4 anni di stop a causa di ragioni fisiche, di progetti lavorativi legati al Politecnico e dell'attività di documentarista con viaggioitalia.org  –  racconta Paiardi - ritornare ai vertici delle classifiche nazionali del tennis in carrozzina italiano conquistando il mio best ranking di sempre mi soddisfa in pieno: si tratta di una piccola impresa resa possibile grazie ad un impegno costante, ai miei compagni di squadra e di allenamento Roberto Toso e Antonio Cippo, e al progetto fortemente voluto dal maestro nazionale Andrea Saggion del CUS Torino, senza il quale non sarei mai tornato sui campi da tennis. Da architetto, credo fortemente che ogni grande edificio si costruisca con una grande squadra, un mattoncino alla volta».