Il Premio Nobel Shirin Ebadi al Politecnico: la voce delle donne per la libertà
La voce di una donna che ha fatto della giustizia la sua missione e della libertà il suo destino ha risuonato nell’Aula Magna del Politecnico che, anche di domenica, si è riempita di pubblico, parole ed emozioni.
Il 26 ottobre, l’Aula Magna “Giovanni Agnelli” ha ospitato l’evento “Il giorno che le donne hanno conquistato le piazze”, trasmesso anche in diretta streaming sul sito del quotidiano La Stampa.
Protagonista dell’incontro è stata Shirin Ebadi, prima donna iraniana – e prima musulmana – ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 2003 per il suo impegno nella difesa dei diritti umani e della democrazia.
Stimata giurista, avvocata, scrittrice e attivista, Ebadi è stata costretta a lasciare il proprio incarico di magistrata dopo la rivoluzione degli ayatollah del 1979. Da sedici anni non può rientrare in Iran, ma continua la sua battaglia per la difesa dei diritti delle donne e contro il regime.
L’incontro, parte del programma del festival “Women & the City”, è stato introdotto dal Prorettore Elena Baralis ed è stato organizzato da Torino Città per le Donne, con il patrocinio del Politecnico e con il sostegno del CUG di Ateneo.
L’intervista, condotta dal vicedirettore del quotidiano La Stampa Federico Monga, ha toccato numerosi temi sociali e politici. Le parole di speranza, denuncia e riscatto di Ebadi hanno profondamente colpito il pubblico, tra cui molte persone della comunità iraniana torinese.
Ebadi ha raccontato della profonda disuguaglianza di genere che caratterizza oggi il regime iraniano, sottolineando come essa pervada numerosi aspetti della vita sociale e politica, dall’abbigliamento alle leggi in materia di danni e risarcimenti. Secondo Ebadi, il regime è oggi più debole che mai a causa dell’instabilità economica e dell’impoverimento della popolazione. A suo avviso, non può essere né riformato né sovvertito da interventi esterni, ma solo rovesciato dal popolo iraniano attraverso la mobilitazione. Le donne, ha evidenziato, hanno sempre avuto un ruolo cruciale nelle proteste popolari e lo avranno anche nelle future campagne di mobilitazione per la democrazia, a partire da quanto ottenuto con “Donna, Vita e Libertà”.
Lo sguardo di Ebadi si è poi ampliato al contesto mediorientale. Ha condannato la mancanza di un intervento efficace da parte della comunità internazionale nel conflitto israelo-palestinese e il limitato supporto alla popolazione di Gaza. Ha inoltre commentato i rapporti tra governi occidentali e regimi mediorientali, sottolineando come spesso siano mossi più da interessi economici che da principi di solidarietà umanitaria.
Tra le ospiti dell’evento anche Atieh Mazi, capitana della squadra femminile di calcio Iran di Torino, insieme alle calciatrici Sara Behnoud e Dorsa Aslani, che hanno condiviso la loro esperienza di rottura dei tabù e di riscatto nel conquistare uno spazio – quello calcistico – tradizionalmente considerato maschile, evidenziando al contempo la scarsa attenzione mediatica e sociale rivolta all’Iran. La traduzione dell’incontro è stata curata da Parisa Nazari.
In chiusura, Shirin Ebadi ha ricordato al pubblico l’importanza di non dare mai per scontati i propri diritti, sottolineando come anche le conquiste più solide possano essere messe in discussione e, talvolta, perdute.