Il Politecnico per il bicentenario del Museo Egizio
In occasione del bicentenario della fondazione del Museo Egizio di Torino nel 2024 si prevede la rifunzionalizzazione e l’ampliamento degli spazi museali: la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, in collaborazione con il gruppo di ricerca del professor Massimiliano Lo Turco del Dipartimento di Architettura e Design-DAD e del professor Marco Piras del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del territorio e delle Infrastrutture-DIATI, ha dato avvio al processo di rilievo e modellazione geometrica e alfanumerica della fabbrica museale in ambiente H-BIM - l’acronimo di Heritage Building Information Modeling ed è una metodologia innovativa che viene utilizzata per la gestione informatizzata di modelli digitali del patrimonio storico architettonico - per fornire dati tecnici di partenza e cartografia per il concorso internazionale “Museo Egizio 2024”, a cui hanno partecipato 34 concorrenti e nella cui fase finale è stato selezionato anche lo studio CRA Carlo Ratti Associati.
Questa attività preliminare nell’ambito del concorso costituisce un primo passo essenziale di un più ampio processo di transizione digitale dell’istituzione, basato sull’integrazione di dati e informazioni eterogenee per l’implementazione dei processi di gestione dell’edificio e dei reperti che questo conserva. Per fare questo è stato necessario riflettere sin da subito sulle migliori procedure di standardizzazione, affinché il lavoro potesse realmente costruire il primo tassello di un ambizioso progetto di digitalizzazione informata del Museo.
Nell’ampio panorama delle tecniche utilizzate per la digitalizzazione del patrimonio architettonico e culturale, un ruolo di primo piano è riconducibile all’utilizzo di metodi di rilevamento dei dati tridimensionali. Lo scenario complesso della sede del museo di Palazzo del Collegio dei Nobili, anche per la sua collocazione nel centro urbano, ha richiesto l'integrazione di diverse metodologie di indagine: il rilevamento topografico tradizionale con sistemi di posizionamento GNSS (sistema satellitare globale di navigazione), la tecnica di scansione laser terrestre e la fotogrammetria terrestre e aerea. Grazie all’impiego di queste metodologie è stato possibile ottenere una restituzione affidabile degli ambienti per estrarre informazioni metriche tali da poter restituire l’edificio con precisione centimetrica.
Il lavoro di restituzione del museo ha costituito senza dubbio alcuno una sfida particolarmente stimolante poiché la complessità del caso studio riassume al suo interno le diverse criticità che la comunità scientifica ha affrontato - e sta affrontando - da quando si è iniziato a declinare le specificità dei sistemi BIM nell’ambito dei Beni Culturali. Il gruppo di ricerca ha analizzato i diversi approcci Reality Based finalizzati alla creazione di componenti digitali - Building Object Models - BOMs - molti dei quali non sono direttamente riconducibili a componenti architettoniche presenti all’interno dei software commerciali.
Gli esiti del progetto di collaborazione sono stati forniti dalla Fondazione per il concorso internazionale “Museo Egizio 2024”, ora consultabili attraverso la piattaforma “.concorrimi” - piattaforma web per concorsi di progettazione - all’interno dei documenti del concorso, sezione n.3 Cartografia.
Nella fase finale sono stati selezionati cinque candidati: CRA Carlo Ratti Associati (Italia), Pinifarina (Italia), Kengo Kuma (Giappone), Snøetta (Norvegia), OMA (Olanda). Il vincitore è stato lo studio di architettura olandese OMA - Office for Metropolitan Architecture con il progetto guidato dall’architetto David Gianotten. Il fulcro del progetto vincitore è la realizzazione della Piazza Egizia, all’interno della corte dell’edificio, caratterizzata da una tettoia trasparente al di sotto del quale è concepito uno spazio pubblico, luogo d’incontro e d’interazione tra il museo e la città.